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Adolescenza e sexting: informare i ragazzi e supportare i genitori

Una recente ricerca ha indagato i comportamenti, le esperienze e le percezioni degli adolescenti associate alla pratica del sexting.

Di Virginia Armellini

Pubblicato il 03 Apr. 2020

Negli ultimi anni, il numero di giovani che fanno uso di sexting è aumentato notevolmente. Appare importante studiare questo fenomeno per una maggior comprensione degli adolescenti alla luce delle innovazioni tecnologiche della società moderna.

 

La parola sexting è stata utilizzata per la prima volta nel 2005 dal Daily Telegraph, per unire i termini “sesso” e “sms”, diventando parola certificata nel 2009, sebbene non vi sia nessun consenso sulla definizione del termine nella comunità scientifica. Il sexting è generalmente definito come la ricezione e l’invio di messaggi sessualmente categorici e immagini digitali nude, parzialmente nude o sessualmente suggestive di se stessi o di altri, tramite un telefono cellulare, e-mail, internet, o social network. Negli ultimi anni, il numero di giovani (e non) che fanno uso di sexting è aumentato notevolmente.

In uno studio condotto su 1.289 adolescenti, Dake et al. (2012) hanno scoperto che tra i partecipanti che avevano tentato il suicidio nell’anno precedente, il 50% usava il sexting in modo compulsivo, sfociando quasi in comportamenti psicopatologici. Pertanto, indagare i rischi tra la popolazione giovanile può identificare i fattori che influenzano la progressione della pratica del sexting. Il suicidio, infatti, è la terza causa di morte tra le persone dai 15 ai 24 anni e la seconda causa di morte tra i 25 e 34 anni (Centers for Disease Control and Prevention, 2010); è stato dimostrato che la pratica apparentemente innocente del sexting comporta gravi rischi per il benessere degli studenti universitari e non, se effettuata in modo compulsivo.

L’attuale ricerca ha indagato la pratica del sexting tra i giovani adulti ed esplorato i comportamenti, le esperienze e le percezioni associate a questa pratica. Nello specifico, gli obiettivi del presente studio erano esaminare le differenze nei comportamenti di sexting in base alle variabili demografiche di età, sesso, status sociale e relazioni intime; i dati raccolti riguardavano i comportamenti, le esperienze e le percezioni sia di studenti impegnati nel sexting, sia di coloro che non lo praticano.

Il campione finale era composto da 41 studenti universitari tra i 18 e i 25 anni. Come metodo di indagine è stato creato dai ricercatori un sondaggio con domande esplorative nell’ambito del sexting che hanno guidato la ricerca.

I risultati dell’analisi dimostrano che la frequenza del sexting era significativamente associata al genere, alla posizione sociale e alla tipologia di relazione instaurata; ma non era associata in modo significativo con l’età dei partecipanti. In particolare, l’invio delle immagini sessuali riguardava nella maggioranza dei casi soggetti di sesso maschile non impegnati in relazioni stabili. Per quanto riguarda i comportamenti, le esperienze e le percezioni sul sexting, relativamente pochi soggetti hanno pensato che la possibilità di inviare e/o ricevere immagini a sfondo sessuale aumentasse il rischio di abuso di sostanze o alcol; mentre la metà dei partecipanti ha ritenuto che il sexting porti ad avere un rapporto sessuale completo.

Questo studio è importante per le figure professionali in ambito sanitario, scolastico e medico che guidano le famiglie verso una miglior comprensione e comunicazione con i propri figli; alla luce delle innovazioni tecnologiche della società moderna. Alcune modalità specifiche attraverso cui l’educatore e lo psicologo potrebbero aiutare i genitori includono:

  1. consigliare ai genitori di parlare con i propri figli adolescenti del loro utilizzo di internet e della tecnologia, analizzando problemi specifici che i giovani d’oggi devono affrontare;
  2. discutere con i genitori l’importanza di supervisionare le attività online attraverso la partecipazione attiva e la comunicazione;
  3. consigliare agli insegnanti di colmare il divario esistente nelle proprie classi, diventando più istruiti sulle tecnologie che usano gli studenti e integrando con programmi di educazione sessuale.

Il sexting può avere gravi conseguenze sui giovani, sia autori che vittime, soprattutto in relazione al tema della privacy e le problematiche legate alla possibilità che foto private diventino “pubbliche”, sfociando in fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Pertanto, i giovani devono essere educati sulle violazioni della sicurezza e sulla responsabilità riguardo alla condivisione e alla realizzazione di foto e video a sfondo sessuale.

Sarebbero necessarie ulteriori ricerche sul sexting al fine di esaminare l’incidenza e la pervasività di questo comportamento anche in altri contesti, l’effetto che può avere su studenti e genitori e le credenze, gli atteggiamenti e i sentimenti che gli studenti nutrono nei confronti di questa pratica, le politiche e le procedure scolastiche che potrebbero essere messe in atto per prevenire e reagire ad incidenti dovuti al sexting.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Chitra, J.A. & Jebaseelan, A.U.S. (2020). The Impact of Social Media on Sexting among Youth Along With Their Emotional Wellbeing. Decolonising Social Work Education and Practice.
  • Dake, J. A., Price, J. H., Maziarz, L., & Ward, B. (2012). Prevalence and correlates of sexting behavior in adolescents. American Journal of Sexuality Education, 7(1), 1-15.
  • Goldston, D. B., Walrath, C. M., McKeon, R., Puddy, R. W., Lubell, K. M., Potter, L. B., & Rodi, M. S. (2010). The Garrett Lee Smith memorial suicide prevention program. Suicide and Life-Threatening Behavior, 40(3), 245-256.
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