La valutazione del minore nei casi di abuso rappresenta un efficace compendio in materia di buone prassi nell’ambito tanto delicato quanto complesso delle valutazione del minore in caso di presunti abusi.
La lettura di questo piccolo ma ricco libro capita forse non a caso, proprio in un momento in cui la cronaca è inondata di ombre che aleggiano sulle modalità di condurre valutazioni di minori coinvolti in presunti abusi o maltrattamenti.
I professionisti che decidono di impegnarsi in tale ambito non possono lavorare in maniera approssimativa, ma hanno il dovere morale ed etico, oltre che deontologico, di offrire un contributo scientificamente orientato e accurato.
Il lavoro di Camerini – 100 domande su La valutazione del minore nei casi di abuso – rappresenta un efficace compendio in materia di buone prassi nell’ambito tanto delicato quanto complesso delle valutazione del minore in caso di presunti abusi. Il testo è molto agile nella lettura e snello nella presentazione dei contenuti. Ci sono le risposte a 100 domande, (appunto dal nome della collana di cui fa parte): dubbi semplici, a volte dati per scontati, ma anche interrogativi più articolati, a cui seguono altrettante risposte accurate e sostenute da preziosi rimandi ai protocolli e alle linee guida in materia riconosciute dalla comunità scientifica di riferimento.
È un libro che sorvola sul tema, se ci si vuole fare una panoramica sull’argomento, ma che arriva dritto al punto se invece si cerca una guida.
Il testo è suddiviso in 4 grandi aree tematiche. La prima riguarda gli aspetti giuridici legati al concetto di abuso sessuale, sull’idoneità a rendere testimonianza e quindi sulla perizia in tal senso. Contiene indicazioni circa tutti i protocolli e le linea guida prodotte negli anni, dalle quali non si può prescindere nella pratica peritale: prima tra tutte, la Carta di Noto IV (la cui versione integrale aggiornata nel 2017 è allegata in appendice), di cui l’autore stesso è tra i professionisti che l’hanno redatta e sottoscritta oppure le Linee Guida in tema di abuso sul minore pubblicate nel 2007 dalla SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) o ancora le Linee Guida Nazionali (Gulotta e Camerini, 2014). Inoltre, vengono descritti gli step giuridici (dalle SIT alle audizioni protette durante l’incidente probatorio), le modalità di segnalazione e i rischi delle cosiddette false allegations (i casi di denuncia infondata) o delle dichiarazioni a reticolo (il cosiddetto fenomeno del contagio di gruppo), che per esempio hanno reso tanto famoso quanto tragico il caso di Rignano Flaminio; e ancora, le casistiche in cui tali fenomeni spesso fanno da corollario (come per esempio nei casi di separazioni conflittuali spesso si aggiungono denunce di questo tipo).
La seconda parte è dedicata alla valutazione del minore a rendere testimonianza, tipico oggetto di attenzione del lavoro peritale, a cui segue un focus nella terza parte sull’audizione protetta e sulla raccolta della testimonianza vera e propria. Ampio spazio viene dato ai meccanismi della memoria infantile (per un approfondimento di rimanda a Mazzoni, 2000; 2003) e alla pericolosità legata alle domande suggestive e alla valutazione del livello di suggestionabilità (per un approfondimento di rimanda a Gudjonssson, 1986; 2014). Vengono anche illustrati alcuni tra gli strumenti utilizzabili per effettuare una completa valutazione dell’idoneità testimoniale (si rimanda anche a Codognotto, Magro, 2012) e i protocolli di ascolto giudiziario del minore, per esempio, l’intervista cognitiva (Geiselman e Fisher, 1992) o la Step- Wise Interview (Youille, Hunter, Joffe e Zaparniuk, 1993); e ancora, strumenti per valutare la validità della testimonianza resa, per esempio, la SVA – Statement Validity Analysis o la CBCA – Criteria-Based Content Analysis, delle quali vengono messe in luce anche le criticità.
Infine l’ultima parte è dedicata ai cosiddetti e tanto discussi indicatori di abuso, teoria che non ha trovato sostegno scientifico, in quanto come lo stesso Camerini scrive:
La comunità scientifica è concorde nel non riconoscere alcuna valenza a questo costrutto, il quale attiene alla c.d. psicologia popolare o psicologia ingenua. La reazione allo stress è del tutto aspecifica e nessun sintomo o comportamento può esser fatto risalire, di per sé, a un’origine definita (p. 119).
Affermazione che trova sostegno negli artt. 4.3 e 4.4 delle Linee Guida Nazionali e nell’art. 18 della Carta di Noto IV. A tal proposito, si ritiene, inoltre, molto utile il prospetto presentato, che raccoglie un lavoro (tratto da Ney, 1995) in cui sono stati identificati tutti quei comportamenti sessualizzati maggiormente significativi, classificati come naturali e previsti, preoccupanti e necessitanti di una consulenza da parte di un esperto (p. 128): tale contributo può facilitare una valutazione degli stessi e contenere l’allarme che inevitabilmente si accende davanti a comportamenti sessualizzati rilevati nei bambini, che possono essere automaticamente e fallacemente considerati conseguenza di abusi subiti, ma che alle volte possono invece essere semplici comportamenti coerenti con lo stadio di sviluppo in cui il bambino si trova. È molto importante non farsi suggestionare o applicare ragionamenti deduttivi in queste situazioni, in quanto un falso positivo può avere effetti altrettanto, se non maggiormente, dannosi (Sandler, Fonagy, 2002).
Il lavoro di Camerini, insieme a tutti gli svariati contributi scientifici di cui è autore e sostenitore, offre una mappa essenziale per addentrarsi e per non perdersi nel mare oscuro dell’abuso infantile e della testimonianza dei minori e della sua complessa valutazione. Oggi e sempre.