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Il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione e nel trattamento della depressione

Una recente review ha evidenziato come praticare regolare attività fisica possa diminuire il rischio di sviluppare disturbo depressivo maggiore

Di Giulia Giribono

Pubblicato il 04 Set. 2019

Il Disturbo Depressivo Maggiore (DDM) è un disturbo mentale fortemente diffuso nella maggior parte delle culture, il quale raggiunge una prevalenza che si attesta tra il 6% e il 18% nel mondo. Tale patologia è inoltre la prima causa di disabilità a livello mondiale e comporta costi notevoli sia dal punto di vista personale che sociale.

 

Disturbo depressivo maggiore: sintomi e trattamenti

I sintomi principali del Disturbo Depressivo Maggiore includono umore deflesso, diminuzione dell’interesse o del piacere per la maggior parte delle attività quotidiane, diminuzione della motivazione, incremento o decremento di appetito e peso, insonnia o ipersonnia, agitazione o ritardo psicomotorio, affaticamento, sintomi cognitivi quali deficit di memoria, pensieri suicidari con o senza pianificazione e tentativi effettivi di suicidio.

Oltre a influire significativamente sul benessere e sulla salute mentale, è stato più volte evidenziato come le persone affette da  Disturbo Depressivo Maggiore abbiano uno stato di salute fisica più cagionevole, essendo frequentemente portatori di malattie cardiovascolari e diabete, e riportando una mortalità precoce di circa dieci anni rispetto al resto della popolazione.

Il trattamento di elezione per le persone con diagnosi di DDM consiste nella prescrizione congiunta di antidepressivi e psicoterapia, ma entrambe queste componenti non risultano efficaci per tutti i pazienti affetti da Disturbo Depressivo Maggiore. Data l’entità dell’influenza negativa di questa patologia sia sul piano personale che su quello sociale, risulta necessario identificare ulteriori fattori che possano portare a un miglioramento delle terapie attuali per questa condizione clinica.

Depressione: gli effetti dell’esercizio fisico

In una review recentemente pubblicata su Current Sports Medicine Reports, Schuch e Stubbs (2019) hanno evidenziato come l’adozione di una pratica regolare di esercizio fisico possa contribuire alla diminuzione del rischio di sviluppare un quadro depressivo, nonché risultare un’utile strategia per il trattamento effettivo della depressione, riducendo l’intensità dei sintomi depressivi e migliorando la qualità di vita e la salute fisica dell’individuo affetto da depressione.

In primo luogo, gli autori hanno analizzato i dati provenienti da 49 studi prospettici, per un totale di 266.939 partecipanti, relativi all’effetto dell’attività fisica sulla prevenzione dello sviluppo di un quadro depressivo. Nella metanalisi è stato messo in luce che, presi in considerazione fattori quali l’età, il sesso biologico e lo stato di fumatore, la pratica regolare di esercizio fisico aiutava a ridurre il rischio di sviluppare depressione del 17%. Tale effetto è stato confermato per tutte le fasce d’età dei partecipanti (bambini e adolescenti, adulti e anziani) e in tutti i continenti in cui gli studi sono stati condotti (Asia, Europa, America e Oceania).

Schuch e Stubbs hanno inoltre analizzato studi che andavano a valutare l’efficacia dell’attività fisica come trattamento per un DDM già diagnosticato. In particolare, gli autori riportano una metanalisi da loro condotta nel 2016, la quale includeva 25 studi dal campione complessivo di 1487 persone affette da depressione, di cui 757 erano state assegnate casualmente ad una condizione di esercizio fisico mentre le altre 730 a una condizione di controllo. Al termine della metanalisi era stato evidenziato un effetto antidepressivo ampio e significativo favorito dall’esercizio fisico. I meccanismi neurobiologici sottostanti gli effetti antidepressivi dell’esercizio fisico sono per la maggior parte sconosciuti, ma studi precedenti hanno ipotizzato diversi fattori compartecipanti quali infiammazione, stress ossidativo e rigenerazione neurale. I livelli dei marker di infiammazione e stress ossidativo risulterebbero infatti maggiori negli individui affetti da depressione, ed è stato dimostrato che l’esercizio fisico è in grado di promuovere un aumento di enzimi antiossidanti e antinfiammatori. Inoltre, le persone con DDM riportano livelli inferiori di fattore neurotrofico cerebrale (Brain-derived neurotrophic factor, BDNF), un marker di plasticità e crescita neuronale, e l’esercizio fisico è risultato promuovere, nello specifico, la plasticità neuronale.

L’esercizio fisico regolare è quindi in grado di ridurre i sintomi depressivi in persone affette da DDM ma, analogamente ad altri tipi di trattamento, l’attività fisica può non funzionare con lo stesso grado di efficacia per tutti i pazienti. Schuch e Stubbs riportano una serie di fattori moderatori associati a un maggiore grado di risposta positiva all’esercizio fisico in persone affette da depressione, quali un maggiore livello di BDNF, un migliore funzionamento globale dal punto di vista clinico, una maggiore autostima e soddisfazione di vita e la presenza di supporto sociale.

Iniziare e continuare un programma regolare di attività fisica è una sfida per qualsiasi popolazione clinica e questo risulta valido anche per gli individui con Disturbo Depressivo Maggiore. Elementi importanti per evitare il drop-out dal trattamento, che si attesta intorno al 18%, sono la presenza di motivazione autonoma all’esercizio fisico, considerato dalla persona piacevole o stimolante, la supervisione da parte di esperti in pratiche sportive, e il supporto sociale da parte di amici e familiari. Risulta quindi fondamentale adattare la prescrizione di attività fisica per le persone affette da depressione tenendo in considerazione le preferenze individuali e le esperienze pregresse del singolo paziente, incoraggiandolo a svolgere tali pratiche in compagnia in modo da rendere l’esperienza il più piacevole e motivante possibile.

 

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