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Vulvodinia: il ruolo della ruminazione in risposta ad eventi traumatici precoci

Vulvodinia: un recente studio ha indagato il ruolo della ruminazione in risposta ad eventi traumatici precoci, per donne che soffrono di questa patologia

Di Giulia Samoré

Pubblicato il 03 Giu. 2019

Aggiornato il 26 Giu. 2019 11:02

La vulvodinia è una patologia la cui incidenza si è stimata sul 14% della popolazione femminile (Stockdale, Lawson, 2014) ed è caratterizzata da un dolore cronico nella zona del vestibolo vulvare che rende doloroso qualsiasi contatto intimo e spesso inficia la qualità della vita dei soggetti che ne soffrono.

 

Sebbene l’eziologia del disturbo sia riconducibile a diverse cause di natura in diverse ricerche, tra cui possiamo citare quelle di Harlow & Steward (2005), Noleman-Kieksema, Wisco & Lyubomirsky (2008), Lyubomirsky & Tkach (2004) e Ganzel, Morris & Whetington (2010), il processo infiammatorio che ne consegue viene ricondotto ad una risposta immuno-infiammatoria alterata.

Vulvodinia secondo il Modello Cognitivo Pervasivo

Il modello esplicativo di riferimento è quello chiamato Pervasive Cognition Model (Modello Cognitivo Pervasivo) che propone un modello meccanicistico plausibile che spiegherebbe in che modo eventi stressanti occorsi precocemente, con le conseguenze psicologiche e fisiologiche ad essi correlati, influiscano sull’insorgenza e il mantenimento degli stati infiammatori. In questo senso, la rievocazione mnestica e il mantenimento del ricordo dell’evento traumatico o le ruminazioni cognitive da esso elicitate, concorrono a mantenere o addirittura aumentare l’attivazione fisiologica di distress esperito a causa del trauma, anche tempo dopo che tale evento è occorso.

Brosschot, Gerin & Thayer (2006) hanno indagato il ruolo delle “perseverative cognition” a seguito di eventi traumatici precoci, dimostrando l’impatto disregolatorio sull’asse adreno-ipofisi-surrenale dei soggetti analizzati, da ultimo impattando sul loro stato di salute generale.

Vulvodinia e ruminazione in donne traumatizzate: lo studio

Con l’intento di ampliare i risultati ottenuti dalle ricerche già presenti in letteratura, un recente studio di Khandlker, Brady, Rydell, Turner, Schreiner & Harlow (2019) si è proposto di estendere la conoscenza aneddotica di una relazione tra trauma e insorgenza della sindrome algica nella vulvodinia, con uno studio sistematizzato su due popolazioni di riferimento: 30676 donne hanno partecipato ad uno screening online autosomministrato, per indagare la presenza di un passato di dolore genitale, in seguito sono state selezionate 185 donne che rispondessero ai criteri diagnostici per la vulvodinia, e altrettante donne che rappresentassero invece soggetti di controllo, non affetti da alcun dolore genitale.

La ruminazione mentale dei soggetti sperimentali è stata analizzata mediante un Multidimensional Rumination Questionnaire (MRQ), adattato dagli autori per poter prendere in esame eventi avvenuti in un lasso di tempo più esteso da quello consentito dal questionario classico (2 settimane). 15 items erano volti ad indagare la ruminazione focalizzata sull’emozione (e.g. “Per quanto hai pensato a quando non saresti più stato di umore depresso per quello che è successo?”), 7 item per analizzare la ruminazione strumentale (e.g. “Quanto hai pensato a cosa fosse la cosa migliore per te stesso per affrontare questa situazione?”) e infine 6 item rivolti alla ruminazione che cerca un significato (e.g. “Quanto tempo hai passato a pensare cosa tu possa aver fatto per causare questa situazione?) e, complessivamente, come un indice generale di ruminazione (tot. 28 items). Oltre all’MRQ, i soggetti hanno completato due assessment volti ad indagare la gravità degli eventi traumatici subiti; gli abusi fisici o sessuali in età infantile (<12anni) sono stati valutati con una versione adattata a 72 items tratti dalla Conflict Tactics Scale e il Pregnancy Abuse Assesment Screen, riconosciuti per rappresentare un ampio spettro di abuso. I soggetti sono quindi stati divisi nelle due categorie nessun-abuso e abuso grave-moderato (di qualsiasi tipo). In secondo luogo, si è indagata la natura dei traumi precedenti con un’indagine qualitativa operata sul consenso raggiunto tra tre specialisti ricercatori. I dati ottenuti sono stati poi divisi in terzili che delineassero tre profili in base all’intensità del trauma subito dal soggetto (low, moderate, highest severity).

Vulvodinia e ruminazione in donne traumatizzate: i risultati

Dalle analisi di regressione logistica operate sui risultati, è emerso che le donne affette da vulvodinia avevano 2.4 volte più probabilità di essere incluse nel terzile più alto di ruminazione focalizzata sull’emozione. Sia per quanto riguarda le donne che sono risultate vittime di un abuso infantile moderato o grave, sia quelle che sono risultate reduci da un trauma di intensità moderata o alta (moderate o high), quelle affette da vulvodinia ricorrevano nuovamente alla ruminazione focalizzata sull’emozione o quella di tipo strumentale più spesso rispetto alla controparte, non affetta dalla stessa patologia.

La ruminazione focalizzata sulle emozioni è già stata affrontata in letteratura, concludendo come possa comportare nel tempo, un aggravarsi della salute mentale dei soggetti (Friz, 1999; Nolen-Hoeksema & Davis, 1999), il presente studio sembra supportare il ruolo di tale tipo di ruminazione cognitiva anche nelle problematiche di natura sessuale, in questo caso della vulvodinia femminile. Precedenti studi rilevavano un outcome relativamente positivo nel ricorso alla ruminazione che ricerchi le implicazioni pratiche di un evento, come via di guarigione dal trauma (Watkins, 2008; Calhoun & Tedeschi, 2004). Tuttavia, contrariamente a quanto prospettato, lo studio di Maheruh et Al (2019) sembra suggerire che tale tipo di ruminazione, mediato dal fattore temporale, potrebbe in realtà elicitare un’attivazione fisiologica che alimenti troppo a lungo lo stato di stress del sistema (facendo riferimento al modello del Perseverative Cognition Model esposto in precedenza), risultando nell’insorgenza e il mantenimento della vulvodinia.

Ricerche future, volte ad ampliare le conoscenze circa i meccanismi sottostanti le sindromi genitali dolorose sono necessari non solo per comprendere la complicata interconnessione tra il dominio cognitivo e la risposta fisiologica del nostro corpo, ma per guidare l’azione terapeutica che si prepone di migliorare la qualità della vita delle donne che soffrono di questa condizione. Screening precoci sui modelli di ruminazione mentale a seguito di eventi traumatici o abusi subiti potrebbero essere utilizzati come protocolli preventivi contro l’insorgenza della vulvodinia, nonché come come indicatori di uno stile cognitivo disfunzionale che può avere conseguenze sulla salute complessiva dell’individuo.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Khandker, M., Brady, S. S., Rydell, S. A., Turner, R. M., Schreiner, P. J., & Harlow, B. L. (2019). Early-life Chronic Stressors, Rumination, and the Onset of Vulvodynia. The journal of sexual medicine.
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