Attraverso l’uso della risonanza magnetica funzionale (fMRI) alcuni ricercatori dell’Università di Zurigo hanno indagato i pattern di regolazione delle emozioni nelle ragazze adolescenti con diagnosi di Disturbo della condotta.
L’adolescenza è un periodo della vita caratterizzato da profondi cambiamenti emotivi, per questo l’adolescente ha bisogno di acquisire nuove abilità sociocognitive, come ad esempio l’abilità di regolare in maniera efficace le emozioni.
È emerso da vari studi che carenze nella regolazione emotiva sono associate a diverse psicopatologie nell’infanzia, come ad esempio il Disturbo della condotta (CD).
Il Disturbo della condotta
Il Disturbo della condotta è un disturbo psicopatologico dell’infanzia e dell’adolescenza, caratterizzato da comportamenti ripetitivi sia aggressivi che non aggressivi, i quali violano i diritti fondamentali degli altri o le norme sociali. La prevalenza di questo disturbo nella popolazione è del 9,5% e differisce per quanto riguarda il genere, infatti colpisce per il 12% i maschi e per il 7,1% le femmine.
L’origine dei comportamenti caratteristici del Disturbo della condotta (ad es. irritabilità, scoppi di rabbia o intense risposte emotive) può essere sostenuta da variazioni della reattività emotiva e/o difficoltà nella regolazione delle emozioni.
Per molto tempo, tuttavia, non sono state studiate le correlazioni neurali nella regolazione emotiva negli adolescenti con Disturbo della condotta. Un recente studio, condotto presso l’Università di Zurigo e pubblicato su Journal Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging, ha invece voluto approfondire proprio questo aspetto, utilizzando perciò la risonanza magnetica funzionale (fMRI) ha indagato i pattern di regolazione delle emozioni nelle ragazze adolescenti con diagnosi di Disturbo della condotta.
Lo studio
I partecipanti sono stati reclutati dallo studio Neurobiology and Treatment of Female Adolescent Conduct Disorder (FemNAT-CD) e sono stati testati presso l’Università di Basel e l’Università di Francoforte.
Il campione era composto da 59 femmine adolescenti con età compresa tra i 15 e 18 anni, di queste 30 presentavano una diagnosi di Disturbo della condotta mentre le altre 29 non presentavano alcuna diagnosi clinica (queste ultime appartenevano al gruppo di controllo).
I risultati della fMRI hanno evidenziato una bassa attivazione nella corteccia prefrontale dorsolaterale e del giro angolare nelle adolescenti con Disturbo della condotta durante la regolazione emotiva, tuttavia non vi erano differenze per quanto riguardava la reattività emotiva nei due gruppi. Inoltre, durante la rivalutazione cognitiva, le connettività tra la corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra e il putamen bilaterale e quella tra la corteccia prefrontale destra e l’amigdala risultavano ridotte nelle adolescenti con Disturbo della condotta rispetto al gruppo di controllo.
Conclusioni e prospettive future
La ricerca evidenzia una ridotta attività cerebrale prefrontale e connessioni compromesse tra la corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra e il putamen bilaterale e quella tra la corteccia prefrontale destra e l’amigdala durante la regolazione delle emozioni nelle adolescenti con Disturbo della condotta.
Come prospettive future sarebbe interessante indagare se gli interventi cognitivi siano efficaci nel migliorare le capacità di regolazione emotiva e/o normalizzare l’attività prefrontale e temporoparietale nelle ragazze con Disturbo della condotta.