L’ obesità è una condizione medica complessa dovuta a diversi fattori: genetici, ambientali e sociali.
Nonostante l’ obesità sia una patologia abbastanza diffusa (in italia il 45,1% dei soggetti di età ≥18 anni è in eccesso ponderale e di questi 1 su 10 è obeso), le persone obese riportano frequentemente esperienze di maltrattamento a causa del loro aspetto. Tali discriminazioni influiscono negativamente sulla salute fisica e mentale di chi soffre di obesità.
In psicologia sociale sono numerosi gli studi che riguardano discriminazioni, stereotipi e pregiudizi. Per spiegare il comportamento umano in merito a questi fenomeni è stato ad esempio sviluppato il concetto di deumanizzazione esplicita, che si riferisce alla tendenza a ritenere che un soggetto sia meno umano rispetto ad un altro. “Deumanizzare” qualcuno potrebbe dunque causare, facilitare e/o giustificare i maltrattamenti inflitti.
Oggi questo fenomeno è studiato soprattutto nelle relazioni interrazziali. Uno studio pubblicato sulla rivista Obesity e condotto presso l’Università di Liverpool, ha invece cercato di capire se la tendenza alla deumanizzazione è presente anche nei confronti di chi soffre di obesità e se questo fenomeno potrebbe permettere di predire la discriminazione che queste persone purtroppo spesso vivono.
Lo studio
I partecipanti allo studio, provenienti dal Regno Unito, dagli Stati Uniti e dall’India, erano più di 1500. A ciascuno di loro è stato chiesto di valutare, tramite sondaggi online, quanto fossero evoluti (considerati più o meno umani) diversi gruppi di persone, sia normopeso che obese, su una scala da 0 a 100. I ricercatori hanno inoltre registrato il BMI (Body Mass Index) di coloro che completavano il sondaggio per verificare se la deumanizzazione dell’ obesità fosse più comune tra le persone normopeso, e hanno anche indagato se la deumanizzazione influisse sull’idea del sostegno sanitario rivolto alle persone discriminate per il loro peso.
In media i partecipanti hanno valutato i soggetti obesi come “meno evoluti” e “meno umani” rispetto alle persone normopeso. La deumanizzazione si riscontrava soprattutto tra i partecipanti più magri, nonostante tale fenomeno fosse presente anche nei soggetti sovrappeso e obesi.
Dallo studio si evince inoltre che le persone che avevano deumanizzato in maniera palese i soggetti obesi, avevano più probabilità di sostenere politiche sanitarie discriminanti verso gli individui affetti da questa patologia. Il fatto che i livelli di disumanizzazione fossero predittivi del sostegno a politiche sanitarie discriminanti suggerisce che la disumanizzazione potrebbe facilitare altri pregiudizi nei confronti di queste persone.
In conclusione
La tendenza del considerare le persone obese “meno umane” è una prova ulteriore dello stigma riguardante l’ obesità.
Spesso quando si parla di obesità si utilizza un linguaggio disumanizzante, adoperando parole appartenenti al mondo degli animali per descrivere i problemi legati al cibo (es. “pigging out”: mangiare come maiali) o immagini lesive verso la dignità delle persone. È importante dunque fare attenzione a quello che per quanto rappresenti un bias inconscio ha conseguenze ed effetti molto gravi sulle persone.