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L’influenza del disturbo narcisistico di personalità sulle scelte di vita

Narcisismo: una persona che ha questo funzionamento non ha accesso ad un proprio sitema di valori e desideri. Tutto viene scelto per riflettere il sé ideale

Di Virginia Valentino

Pubblicato il 25 Gen. 2019

Il senso di dovere: impegnare tempo solo per fare cose di livello. Un dramma per il narcisista. Un film dev’essere costruttivo, non sia mai la commedia italiana sciocca ed infantile. Un libro? Non il saggio d’amore, ma la critica storica della guerra del golfo o sulle conseguenze delle bombe nucleari.

 

Ancora: il ristorante? Beh, alla trattoria all’angolo viene sempre preferito il locale dello chef stellato, in pieno centro, senza considerare minimamente le quantità di cibo che ci si ritrova davanti. Ad un piatto di orecchiette e broccoli, si preferisce uno di nuovelle cousine con patate “bubuguardarear”, annaffiato da “crousateeen”, con contorno di “uhuokhsvshs”.

Narcisismo: tratti distintivi

E questo non riguarda solo le proprie, di scelte, perché il paziente con disturbo narcisistico di personalità è anche marito che pretende che la moglie acquisti solo narrativa impegnata, che non frequenti determinati ambienti o che non vesta in modo sciatto. Ma è anche padre, che desidera che i propri figli diventino adulti di livello e quindi devono frequentare solo scuole di élite, parlare un italiano perfetto, coltivare interessi intelligenti. Ovviamente, il narcisista sarà anche amico, cugino, fratello, e anche in quel caso, spesso, è pretenzioso ed esigente.

Si chiamano “scelte” e di solito, per farle, bisogna prendere contatto con i propri desideri, bisogna riconoscerli, ascoltarli, perseguirli. Nel disturbo narcisistico di personalità, o narcisismo, la critica ed i processi di scelta sono filtrati da procedure interne che sono ben lontane da quelle reali e consapevoli. Piace ciò che è bene che piaccia, mentre il resto è abbattuto, fuori della coscienza. Secondo Kernberg (1975) i narcisisti non accettano che ci sia distanza tra il sé ideale e il sé attuale: bisogna essere in un certo modo.

Narcisismo: la terapia può aiutare a vivere le relazioni

Chi soffre di narcisismo ha un sistema di valori che è rigido, autoreferenziale, inflessibile nel guidare azioni (Dimaggio et al., 2006). Lasch (1979) parla di “cultura del narcisismo”: è più forte l’esigenza ad andare avanti invece che stare insieme, c’è più bisogno di potere che di intimità (Emmons, 1989). Quindi l’uso dei giudizi di valore è il meccanismo di scelta dominante con la conseguenza di perdere il contatto con le proprie emozioni che dovrebbero, appunto, guidare le azioni. E, come si accennava prima, i narcisisti pretendono che gli altri aderiscano completamente al proprio sistema di valori perché gli altri hanno una funzione riflessiva (Dimaggio et al., 2006).

La psicoterapia aiuta tanto in questo. A toccare con mano la possibilità di scegliere ciò che davvero si vuole svincolandosi da pressioni interne, a viversi quel senso di libertà che segue il mettersi in discussione e che contempla anche la possibilità di effettuare scelte azzardare, sbagliate, fuori luogo. Il tutto sulla base della relazione terapeutica.

Naricisismo: cosa può capitare in terapia

Un mio paziente con Disturbo Narcisistico di Personalità credeva fortemente che quei minuti iniziali e finali della seduta, colmi di convenevoli, gentilezze e notizie frivole, fossero tempo perso. Non si parlava di lui ed io non esponevo niente di psicologico. Ovviamente, tutto questo, mi fu detto nel solito stile adottato da questa categoria di pazienti. Sprezzante. Critico. Espressione dura. Busto eretto. Braccia conserte.

Io come mi sono sentita? Beh, in linea con quanto si legge sui manuali

…il terapeuta può sentirsi minacciato, svalutato e sottomesso e si sente costretto a fare o dire qualcosa per ripristinare il rango.

Per fortuna, ho imparato a riconoscere e regolare, a volte, il mio stato interno con opportune procedure di disciplina interiore, come la terapia metacognitiva interpersonale insegna (Dimaggio et al., 2013). Dopo un intenso lavoro di riconoscimento e validazione del processo interno del paziente, di ritorno da un mio viaggio all’estero, abbiamo trascorso ben 15 minuti della nostra seduta a parlare di dov’ero stata, di cosa avessi mangiato e di che tipo di esperienze avessi fatto nel confrontarmi con una nuova cultura. In seguito, lui mi ha parlato di come aveva trascorso il suo weekend in montagna, del suo cane, di come si stessero particolarmente affezionando l’uno all’altro e di come questo gli sembrava bizzarro.

Quando, alla fine, gli ho chiesto come si stava sentendo, come gli era sembrato trascorrere del tempo apparentemente vuoto, fatto di condivisione di piccole cose e di conversazioni leggere, mi ha sorriso.

Certo, all’uscita mi ha chiesto se il mio fosse stato un albergo 5 stelle e se avessi avuto un autista disponibile per ogni spostamento, ma va bene così…accontentiamoci per ora. D’altronde, siamo ancora in una fase precoce di terapia.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Dimaggio, G. Montano, A., Popolo, R., Salvatore, G. (2013). Terapia metacognitiva interpersonale. Raffaello Cortina Editore.
  • Dimaggio, G., Petrilli, D., Fiore, D., Mancioppi, S., (2006). Il disturbo narcisistico di personalità: la malattia della grande vita. In Dimaggio, G., Semerari, A. (a cura di). I disturbi di personalità. Modelli e trattamento. Stati mentali, metarappresentazioni, cicli interpersonali. Edizioni Laterza.
  • Emmons, R.A. (1989). The personal striving approach to personality. In Pervin, L.A. (a cura di), Goal concepts in personality and social psychology. Lawrence Erlbaum Associates, Hillsdale, NJ, pp.87-126.
  • Kernberg, O. (1975). Borderline condition and pathological narcissism. Aronson, New York.
  • Lasch, C. (1979). The culture of Narcissism, W.W. Norton & Company, New York.
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