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Cambiamenti metacognitivi e sintomatici nella terapia del disturbo borderline di personalità: risultati di uno studio di processo psicoterapeutico

E' noto che pazienti con disturbo borderline hanno difficoltà nel riflettere sugli stati mentali, ragionarci su e regolarli. La terapia può essere d'aiuto..

Di Giancarlo Dimaggio

Pubblicato il 30 Gen. 2019

Dopo le prime osservazioni di Fonagy (1991), è stato più volte rilevato empiricamente che i pazienti con disturbo borderline di personalità hanno difficoltà nel riflettere sugli stati mentali, ragionarci su e regolarli (Semerari et al., 2005; 2014).

 

Due ipotesi clinicamente rilevanti avanzate sono state che:

  1. la metacognizione migliori nei trattamenti di successo
  2. miglioramenti nella metacognizione siano collegati a sollievo sintomatologico (Semerari et al., 2005).

Maillard, il sottoscritto e collaboratori (2019) hanno studiato un campione di 37 pazienti con BPD, che hanno ricevuto un trattamento breve, 10 sedute, o di General Psychiatric Management (GPM) o di GPM con l’implementazione della cosiddetta Motive-Oriented Therapeutic Relationship (Caspar, 2007), ovvero un’attenzione ad effettuare gli interventi prestando attenzione alla relazione terapeutica a partire dalla formulazione individualizzata del funzionamento del paziente e dei suoi piani. Da notare che i trattamenti non erano cuciti attorno alle capacità metacognitive dei pazienti né avevano il miglioramento metacognitivo come obiettivo.

I trascritti delle sedute sono stati analizzati con la SVaM-R (Carcione et al., 2010). È emerso che sono migliorate la capacità di comprendere la mente degli, altri, di differenziare e un aspetto della mastery, ovvero l’uso di strategie comportamentali e attentive per fronteggiare i problemi. Al contrario delle ipotesi non si è osservato un legame tra il miglioramento metacognitivo e il cambiamento sintomatologico, ma è emerso un link tra il miglioramento metacognitivo e quello sintomatico al follow-up a 6 mesi.

I risultati sono in parte coerenti con le aspettative, anche se sia il progresso metacognitivo è limitato ad alcune funzioni e il legame con il miglioramento con i sintomi è emerso solo nel tempo.

Allo stesso tempo, appaiono coerenti:

  1. il fatto che il trattamento non fosse mirato a sviluppare la metacognizione, che quindi è aumentata solo parzialmente;
  2. il trattamento fosse breve, 10 sedute, mentre la metacognizione ha bisogno di più tempo per crescere e per esercitare i suoi effetti benefici a livello di sintomi e funzionamento.

In effetti, nello studio randomizzato pilota di Terapia Metacognitiva Interpersonale in Gruppo (Popolo et al., 2018), mirato primariamente ad aumentare la metacognizione della durata di 16 sedute, il miglioramento metacognitivo è stato decisamente più evidente.

Lo studio della metacognizione in psicoterapia sembra quindi promettere una maggiore comprensione del processo di cambiamento e di come esso sia differente a seconda del trattamento usato. Nel corso degli anni sarà importante investigare se in effetti promuovere le capacità metacognitive è necessario per un cambiamento ampio e stabile nella psicopatologia di tutti i disturbi di personalità e quindi è un fattore aspecifico di cambiamento e un aspetto che andrebbe affrontato in modo transdiagnostico in questi disturbi.

 

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Giancarlo Dimaggio
Giancarlo Dimaggio

Psichiatra e Psicoterapeuta - Socio Fondatore del Centro di Terapia Metacognitiva-Interpersonale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Maillard, P., Dimaggio, G., de Roten, Y., Despland, J-N. & Kramer, U. (2019). Metacognitive improvement and symptom change in a 3-month treatment for borderline personality disorder. Psychology and Psychotherapy: Theory, Research & Practice. DOI: 10.1111/papt.12219
  • Carcione, A., Dimaggio, G. Conti, L., Nicolò, G., Fiore, D., Procacci, M., Semerari, A. (2010).Metacognition Assessment Scale (MAS) V.4.0.-Manual. Unpublished manuscript.Caspar, F. (2007). Plan analysis. In T.D. Eells (Ed.), Handbook of psychotherapy case formulation (p. 221-289). New-York: Guilford Press.
  • Fonagy, P. (1991). Thinking about thinking: Some clinical and theoretical considerations in the treatment of a borderline patient. The International Journal of Psychoanalysis, 639-656.
  • Popolo, R., MacBeth, A., Canfora, F., Rebecchi, D., Toselli, C., Salvatore, G. & Dimaggio, G. (2018). Metacognitive Interpersonal Therapy in group (MIT-G) for young adults personality disorders. A pilot randomized controlled trial. Psychology and Psychotherapy: Theory, Research & Practice DOI:10.1111/papt.12182
  • Semerari, A., Colle, L., Pellecchia, G., Buccione, I., Carcione, A., Dimaggio, G., Nicolò, G., Procacci, M. & Pedone, R. (2014). Metacognition: severity and styles in Personality Disorders. Journal of Personality Disorders, 28, 751-766. doi: 10.1521/pedi_2014_28_137
  • Semerari, A., Dimaggio, G., Nicolò, G., Pedone, R., Procacci, M., & Carcione, A. (2005). Metarepresentative functions in borderline personality disorders. Journal of Personality Disorders, 19, 690-710.
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