Da anni con i colleghi i colleghi del Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale e una rete di collaboratori all’estero siamo al lavoro per dimostrare l’efficacia della Terapia Metacognitiva Interpersonale (Dimaggio, Semerari et al., 2007), in particolare della forma manualizzata in Dimaggio et al. (2013) e in Dimaggio et al. (2019).
Il lavoro continua a dare frutti. Ci riferiamo qui alla Terapia Metacognitiva Interpersonale in Gruppo (TMI-G), un protocollo psicoeducazionale-esperienziale di 16 sedute di gruppo di 2 ore l’una accompagnato da 3 sedute individuali ideato da Raffaele Popolo e Giancarlo Dimaggio. La TMI-G si basa sulla teoria delle motivazioni interpersonali (si veda Liotti, Fassone e Monticelli, 2017 per una bella descrizione) e sull’assunto che si possa aiutare i pazienti con disturbi di personalità
1) fornendo informazione su quali sono le motivazioni che guidano gli umani ad agire nel contesto sociale
2) portandoli a rievocare episodi specifici che illustrano come guidati da una certa motivazione abbiamo generato un senso di frustrazione e fallimento a causa di come leggevano le risposte degli altri. Per esempio: “Desidero essere valorizzato, l’altro mi disprezza”
3) sperimentare attraverso il role-play interazioni problematiche e trovare nuove soluzioni sulla base di
4) migliori capacità metacognitive.
Dopo la pubblicazione del primo trial clinico randomizzato, che aveva mostrato come la TMI-G fosse fattibile ed efficace (Popolo et al., 2018a) – abbiamo valutato se la TMI-G potesse essere applicata in condizioni di routine in un servizio ambulatoriale pubblico. Anche questa volta i risultati sono stati confortanti.
Popolo e colleghi (2018b) hanno infatti somministrato il protocollo TMI-G a 17 pazienti con disturbi di personalità dalle prevalenti caratteristiche di inibizione sociale e non con gravi tendenze alle disregolazione comportamentale (e.g. il disturbo borderline era escluso). Di questi 15 hanno completato il trattamento e solo 2 hanno droppato. Gli outcome primari erano sintomi e funzionamento sociale e sono migliorati in modo clinicamente significativo con effect size da medio a ampio. Consapevolezza e regolazione emotiva sono anche migliorate, in particolare l’alessitimia è ritornata ai valori non-clinici. È aumentata in modo significativo, come atteso, anche la capacità metacognitiva.
Sempre più la TMI, in questo caso specifico la TMI-G, si presta ad essere considerata un trattamento ben accettato dai pazienti con disturbi di personalità, capace di generare risultati significativi in vari domini. Attualmente uno studio pilota esteso ai disturbi del cluster B è stato completato in Spagna e sottoposto per la pubblicazione e uno studio su pazienti affetti da Disturbi Evitante è stato completato in Norvegia e attualmente sono in corso i calcoli. Altri studi sull’efficacia della TMI individuale e su altre forme di trattamento basate sulla TMI sono attualmente sottoposti alla pubblicazione o in corso. A presto forniremo aggiornamenti.