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Curare i casi complessi. La terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità – Recensione

Il libro propone un modello di terapia dei disturbi di personalità che integra la prospettiva cognitivista con lo sviluppo della metacognizione.

Di Giovanni Maria Ruggiero, Guest

Pubblicato il 10 Mag. 2017

A più di dieci anni dal precedente volume in cui proponevano un modello di funzionamento e trattamento dei disturbi di personalità (DP), con questo libro gli autori raccontano l’evoluzione concettuale e procedurale del loro modello avvenuta in questi ultimi anni di cambiamenti in ambito teorico e di pratica clinica. Il libro propone un modello integrato di terapia dei disturbi di personalità che aggiunge al principio cognitivista della centralità dei significati personali nei processi psicologici, l’importanza dello sviluppo delle abilità metacognitive.

Ivana Buccione e Giovanni M. Ruggiero

 

 

Curare i casi complessi: La suddivisione del libro in due parti

Il lavoro è suddiviso in due parti. La prima, più teorica, illustra l’attuale dibattito sui DP e la cornice concettuale in cui si sviluppa il trattamento proposto. Si fa particolare riferimento alla crisi della nosografia attuale, all’introduzione del modello alternativo per la diagnosi dei DP che affianca alla classificazione categoriale quella di tipo dimensionale, e alla presenza di casi complessi che presentano aspetti psicopatologici multiformi. Gli autori discutono il concetto chiave di metacognizione e lo propongono come possibile fattore generale della patologia di personalità, e presentano una struttura gerarchica dell’intervento per i DP, precisando terapie e tecniche che integrano nei loro interventi.

La seconda parte descrive il trattamento sviluppato presso il centro, la Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI), a partire dalla fase di pre-trattamento, che va dal primo colloquio clinico, alle procedure di assessment e restituzione diagnostica, fino al contratto terapeutico. Viene data particolare attenzione all’uso terapeutico della relazione e ai cicli interpersonali attivati durante la terapia, sottolineando come questi ultimi siano una preziosa occasione per comprendere il paziente e perseguire importanti obiettivi di cura. Gli autori espongono procedure e tecniche per la gestione degli stessi, attraverso la descrizione dei cicli tipici dei differenti DP. Passano poi in rassegna i principi della TMI, descrivendo obiettivi, setting e procedure di intervento diversificati e integrati per migliorare le singole sottofunzioni metacognitive.

 

L’importanza di identificare e gestire gli stati mentali problematici

Il libro ci guida attraverso l’identificazione degli stati mentali problematici, sia nella componente cognitiva che emotiva, e spiega come sviluppare nel paziente l’abilità di monitoraggio di questi elementi. Di seguito viene approfondita l’attività di integrare i vari stati mentali presenti nelle narrazioni dei pazienti, promuovendo lo sviluppo di buone memorie autobiografiche e della costruzione del senso di sé. Gli autori proseguono descrivendo le difficoltà di differenziazione e decentramento, necessarie per assumere distanza critica dal proprio modo di rappresentare la realtà e proporre letture di sé e degli altri meno soggettive e stereotipate.

Proprio il decentramento e l’integrazione sembrano essere aspetti prognostici dell’esito dell’intervento nei casi (quasi) impossibili, come gli autori definiscono i casi al limite della trattabilità. I pazienti più gravi sono, infatti, quelli caratterizzati da un pensiero più egocentrico (basso decentramento) e più bassa integrazione, spesso presente in chi ha vissuto esperienze traumatiche e di maltrattamento.

Nel capitolo conclusivo del volume viene proposta una check-list di domande che aiutano il terapeuta ad applicare le tecniche e le procedure TMI e a valutare l’aderenza al trattamento.

Un libro che nasce dall’esperienza di professionisti che da oltre venti anni svolgono attività clinica e di ricerca nell’ambito del trattamento dei disturbi di personalità, e che per questo si propone come punto di riferimento per terapeuti esperti e per allievi in formazione.

Il libro è anche un passo avanti verso l’adozione di procedure formalizzate. L’operazione avviene nello spirito di adesione e fedeltà a linee guida che vorrebbero essere più flessibili e clinicamente realistiche di protocolli più o meno rigidi. Una scelta che ha i suoi pro e i suoi contro, ma che rimane legittima e promettente.

 

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Carcione A., Nicolò G., e Semerari A. (a cura di) Curare i casi complessi. La terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità. Editori Laterza, Bari, 2016.
  • Dimaggio G., Semerari A. (a cura di) I disturbi di personalità. Modelli e trattamento. Stati mentali, metarappresentazione, cicli interpersonali. Editori Laterza, Bari, 2003.
  • Carcione, A., Nicolò, G., Semerari, A. (2016). Curare i casi complessi. La terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità. Edizioni Laterza.
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Terapia metacognitiva interpersonale di Dimaggio, Montano, Popolo e Salvatore

Psicoterapia: Il Manuale di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Dimaggio, Montano, Popolo e Salvatore (2013), Edito da Raffaello Cortina Editore.

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