Ettore e Matteo sono due fratelli caratterialmente molto diversi. Cauto, riservato e introverso il primo; eccentrico, spigliato e socievole il secondo. Ettore insegna alle scuole medie nella città natale di provincia, Matteo fa l’imprenditore a Roma. La scoperta della malattia del primogenito (Ettore), permette ai due di riavvicinarsi e rafforzare il loro legame.
Euforia è anzitutto un film delicato.
La Golino affronta realisticamente il tema della malattia, senza patetismi né retorica, attraverso uno sguardo ironico, tenero e profondamente umano.
Euforia: quando la morte entra in famiglia
Il film descrive quei meccanismi familiari di protezione – e di inganno – che si innescano quando la morte bussa inaspettatamente alla porta di casa e tutti lo sanno, ma nessuno vuole ammetterlo. E così, Matteo – che sente di dover animare chiunque lo circondi – decide di non fare sapere a nessuno che Ettore ha un tumore al cervello e una prognosi infausta. Si inventa una piccola cisti da asportare. Non togliere speranza al fratello (e agli altri familiari) diventa la sua ‘missione’ e al tempo stesso la sua condanna.
Il suo tentativo di fare sembrare tutto normale è a tratti irritante ed eccessivo. Ma maledettamente umano. Ha paura Matteo. Ma non se lo può dire. Continua la sua vita sfarzosa e mondana, all’interno della quale tenta di coinvolgere anche Ettore: scherza, ride, esce, fuma, si droga, è ossessionato dal suo corpo.
E’ sfacciato e a tratti inopportuno. Ha la necessità di essere provocatorio e cinico, per non concedersi di entrare in contatto con il suo mondo emotivo.
Euforia: la difficile accettazione della malattia
Sembra non cogliere nulla, ma gradualmente si accorge che il fratello maggiore inizia a incespicare, a sbagliare i vocaboli, a far cadere gli oggetti. Le sue bugie cominciano a crollare, la tristezza inizia a farsi sentire.
Ettore – dal canto suo – appare impassibile, impermeabile, evitante. Si sottopone passivamente alle cure prescritte dai medici. Non vuole relazionarsi con nessuno, neanche con il figlio. Sembra lasciarsi completamente vivere. E finge – o forse no – di credere che il suo disturbo sia curabile.
Come in una danza, si fa completamente guidare dal fratello minore, lasciando a lui il ruolo principale. Sempre pronto a fare un passo indietro, a essere la spalla. Rimanendo spettatore anche della sua malattia.
La stretta vicinanza tra i due fratelli però, aiuta a far emergere le autentiche emozioni di entrambi, attraverso momenti di scambio taglienti e a tratti feroci.
Ettore pertanto a un certo punto fa sentire la sua voce e pretende di essere ascoltato. Arrabbiato, esorta Matteo a smettere di mentire. Gli dice che non può decidere per la sua vita e che, soprattutto, non gli può impedire di avere paura.
Euforia è un film autentico che non indugia a mostrare le fragilità e le inconsapevolezze di ognuno. I personaggi sono profondamente umani e pertanto lo spettatore li sente vicini, si emoziona insieme a loro, alla fine non può che avvertire un sentimento di profonda tenerezza ed empatia nei confronti di tutti i protagonisti.
EUFORIA – GUARDA IL TRAILER: