Non dimenticarmi uscirà nelle sale il 15 Novembre. In anteprima, per i lettori di State of Mind, la recensione del film:
“Non dimenticarmi…non dimenticarmi…non dimenticarmi…”, finisce così, nel canto di un menestrello di ospedale psichiatrico, il film di Sam Nehari, autore israeliano alla sua opera prima.
E finisce, senza la certezza del lieto fine ma con la speranza ironica e leggera di poterlo immaginare, il racconto di una storia d’amore fra due mondi irrimediabilmente lontani e inesorabilmente vicini.
Tom è una ragazza anoressica ricoverata in clinica, Neil un ragazzo psicotico che entra ed esce da un centro di cura. Il primo incontro è casuale, in campo neutro, e Tom lo vince d’imperio, quasi costringendo Neil a ricevere del sesso e a scappare con lei. Neil si lascia scorrere, fluttua, accetta il piglio della ragazza seguendolo come si seguirebbe un destino che solleva il morale per il solo fatto di essere imprevedibile e diverso dal presente.
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Non dimenticarmi: un amore che affronta il mondo
Nel loro girovagare per Tel Aviv si abbandonano a una libertà pura, ingenua, condividendo paure adulte alla maniera dei bambini, affrontando quella porzione di mondo che si presenta ai loro occhi senza darsi alcun criterio di obbedienza. E rischiano, si giocano tutto sempre all’attacco; a Tom viene in mente che sarebbe interessante tornare dalla famiglia e far vivere a Neil un “Ti presento i miei” in salsa israeliana, peccato che il padre, uomo tutto d’un pezzo che in quel pezzo concentra tutta la durezza di cui è capace, e la madre, sergente del focolare impantanata nei traumi della storia, non siano dello stesso avviso.
La permanenza a casa non s’ha da fare. Allora Neil rilancia, vorrebbe portare Tom con sé nella tournée europea di un gruppo musicale alle cui fortune dovrebbe contribuire suonando la tuba, ma forse si è inventato tutto. Forse la sua mente ha di nuovo immaginato cose che non esistono, ha di nuovo creato speranze che non possono essere sostenute dalla realtà. Fine dei sogni, rissa violenta con l’amico che non lo riconosce, ritorno in ospedale. Per Neil, e per Tom, che non ha più ragioni autosufficienti verso la libertà.
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Non dimenticarmi: gli aspetti del film
Unisce molti aspetti differenti questo interessantissimo film: è preciso, rigoroso nel dipingere la sofferenza psichica, specie quando mostra senza enfasi ma con puntuale nitidezza la vita da anoressica di una ragazza così sensibile e insieme quasi autoritaria; è creativo nell’immaginare scenari diversi per due persone che non possono oggettivamente cambiare la loro vita, non adesso, ma possono legittimamente aspirare a farlo; è realistico quando descrive la fine del viaggio come una tappa quasi inevitabile, ed è poetico quando affida agli sguardi silenziosi dei due ragazzi, al sorriso tenero appena accennato nel rivedersi, alle parole di lei che abbozza immagini del matrimonio sognato per loro con il candore di una creatura risoluta, infine ai versi del trovatore picchiatello, il significato più intimo di una storia che non si conclude con l’ultima scena ma continua nella nostra fantasia attraverso i sentimenti più liberi a cui vogliamo partecipare.
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