La prevalenza del disturbo depressivo maggiore nei bambini in età pediatrica è pari a circa 1-2%. In questo periodo evolutivo, la depressione si manifesta diversamente rispetto agli adulti, per la minore presenza di sintomi della sfera cognitiva.
In particolare, i bambini depressi possono presentare: tristezza, irritabilità, scarso interesse per il gioco, lamentele somatiche, disturbo del sonno e/o dell’appetito, aggressività, tendenza all’evitamento sociale, apatia/rallentamento etc..
Depressione prescolare: la terapia genitori-bambini
Una recente ricerca, svolta da Washington University School of Medicine in St. Louis, ha dimostrato che una terapia interattiva, che coinvolge i genitori e i bambini depressi, può ridurre i tassi di depressione e la gravità dei sintomi dei bambini. Joan L. Luby, direttore del programma di sviluppo emotivo precoce dell’università, sostiene l’importanza di identificare precocemente i sintomi depressivi; e successivamente, di aiutare i bambini a modificare il modo in cui elaborano le loro emozioni. In questo modo, secondo l’autore, sarebbe possibile migliorare la sintomatologia depressiva e, forse, ridurre o prevenire attacchi ricorrenti del disturbo nel corso della vita.
Luby e collaboratori hanno adattato un trattamento noto come Parent-Child Interaction Therapy (PCIT), sviluppato negli anni ’70 per trattare il comportamento dirompente nei bambini in età prescolare. A questo trattamento sono state aggiunte una serie di sessioni incentrate sulle emozioni; infatti gli autori concettualizzano la depressione come una compromissione della capacità di sperimentare e regolare le emozioni.
In altre parole, l’obiettivo del programma di trattamento consiste nel miglioramento dello sviluppo emotivo del bambino. Una delle modalità per raggiungere quest’obiettivo consiste nell’insegnare ai genitori come gestire le risposte emotive del bambino a determinate situazioni stressanti.
Depressione nei bambini: i risultati dello studio
Il team di Luby ha preso in esame 229 coppie genitore-figlio. I bambini nello studio, di età compresa tra i 3 e i 7 anni, avevano avuto una diagnosi di depressione. Solo la metà di questi ha usufruito della terapia adattata, denominata PCIT-ED.
Rispetto ai bambini che sono stati inseriti in una lista di attesa e che non avevano ancora iniziato la terapia, quelli che avevano ricevuto l’intervento sin da subito, presentavano tassi di depressione più bassi dopo 18 settimane e un complessivo miglioramento. Per i bambini trattati, se la depressione continuava dopo il trattamento, tendeva ad essere meno grave rispetto a quella osservata nei bambini che non avevano ancora usufruito della terapia.
Luby ha affermato che i bambini nello studio saranno seguiti nel tempo per misurare la durata degli effetti della terapia. In particolare, i ricercatori sperano di poter seguire i bambini fino all’adolescenza, allo scopo di osservare se l’intervento, svolto nella prima infanzia, fornisce benefici a lungo termine.
Infine, è interessante notare che gli studiosi, al termine della ricerca, hanno scoperto che i sintomi della depressione clinica, non solo sono migliorati nei bambini, ma sono anche migliorati nei genitori che hanno lavorato con i propri bambini durante lo studio.