La più alta incidenza di diabete di tipo 2 tra le donne lesbiche e bisessuali sembra poter essere spiegata in parte come il risultato di più alti fattori di rischio legati a tale patologia in questa popolazione, quali: obesità, fumo, alcol, ma anche all’esposizione a situazioni stressanti di discriminazione.
Uno studio longitudinale guidato da H.L. Corliss, professore della Graduate School of Public Health della San Diego University, California, ha indagato l’incidenza del diabete di tipo 2 in un gruppo di donne.
Il diabete di tipo 2 è il tipo di diabete più diffuso, il quale solitamente si sviluppa in soggetti di età matura e produce un incremento di livelli di glucosio nel sangue, a causa di una ridotta produzione di insulina o di una sua produzione inefficace (Al-Delaimy, Willett, Manson, Speizer & Hu, 2011).
Lo studio sperimentale
In uno studio recentemente pubblicato, che ha coinvolto 94.250 donne negli Stati Uniti, i ricercatori hanno scoperto che le donne lesbiche e bisessuali (LB) hanno più probabilità rispetto alle donne eterosessuali di sviluppare il diabete di tipo 2 nel corso del follow up dello studio a 24 anni.
I partecipanti erano 94.250 donne americane tra i 24 ed i 44 anni (ad inizio studio), valutate per una diagnosi di diabete di tipo 2, ogni due anni, per identificarne l’incidenza. Lo studio è durato 24 anni. Una variabile considerata è stata quella dell’orientamento sessuale: 1267 soggetti erano omosessuali o bisessuali, mentre 92983 eterosessuali.
Ciò che è emerso è che, nei 24 anni, le donne lesbiche e bisessuali hanno dimostrato di avere un rischio maggiore del 27% di sviluppare diabete di tipo 2, rispetto alle donne eterosessuali. Inoltre, le donne omosessuali o bisessuali sviluppano il diabete di tipo 2 in età più giovane rispetto alle donne eterosessuali e questo potrebbe esser dovuto ad un più alto indice di massa corporea nelle donne lesbiche e bisessuali.
Cosa ci dice lo studio?
Nonostante studi precedenti sul tema avessero ottenuti dati inconcludenti, il team di ricerca ha creduto ci fosse una ragione per sospettare tale differenza: “Le donne LB possono riportare disparità in condizioni di salute fisica cronica (incluso il diabete 2), in quanto i fattori di rischio legati ad essa sono più alti: obesità, fumo di tabacco, alcolici ed esposizioni a situazioni stressanti”, afferma Corliss.
Lo stress legato alla discriminazione e alla vittimizzazione rispetto alla violenza fisica e psicologica è nettamente più alto nel gruppo di donne lesbiche e bisessuali e questo fattore contribuisce indubbiamente a più alti tassi di problemi di salute. Infatti, “sebbene sia importante affrontare i fattori comportamentali come l’attività fisica, il comportamento sedentario e l’assunzione di cibo, questi fattori non sono sufficienti per eliminare le disparità delle donne LB nelle malattie croniche”, ha spiegato il team.
Così, un miglioramento della prevenzione pubblica nell’individuazione e gestione dell’obesità e di stili di vita malsani è necessario, insieme ad una consapevolezza dello staff medico rispetto alle componenti che contribuiscono a creare questo divario: una gestione dello stress legato all’appartenenza ad un gruppo minoritario e alle conseguenze che ciò comporta è impegno sociale, professionale e personale.
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La rubrica fluIDsex è un progetto della Sigmund Freud University Milano.