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Imparare a cooperare? Le macchine potrebbero insegnarlo

Alcuni studiosi avrebbero implementato un algoritmo attraverso il quale le macchine potrebbero cooperare e scendere a compromessi.

Di Giorgia Di Franco

Pubblicato il 01 Feb. 2018

Aggiornato il 12 Mar. 2018 12:48

Ad oggi è possibile che i computer possano effettuare una partita di scacchi e riuscire a raggiungere gli stessi risultati delle controparti umane. Ma al di là della competizione e dell’uso delle strategie migliori per un gioco, è possibile insegnare loro a cooperare e scendere a compromessi?

 

Anche i computer possono cooperare e scendere a compromessi

Jacob Crandall e Michael Goodrich, professori di scienze informatiche del BYU, insieme ai colleghi del MIT e di altre università internazionali, hanno implementato un algoritmo attraverso il quale il compromesso e la cooperazione tra le macchine sembrano non solo possibili, ma a volte persino più efficaci di quelli umani.

L’obiettivo principale è quello di comprendere la matematica sottostante alla cooperazione tra le persone e che potrebbe permettere all’intelligenza artificiale di sviluppare abilità sociali” dice Crandall, il cui studio è stato recentemente pubblicato su Nature Communications. “L’IA deve essere in grado di rispondere a noi e articolare ciò che sta facendo, deve essere in grado di interagire con altre persone“.

Per lo studio, i ricercatori hanno programmato macchine con un algoritmo chiamato S# e lo hanno applicato a una varietà di giochi a due giocatori per vedere come avrebbero cooperato in determinate relazioni. Il team ha testato le interazioni macchina-macchina, uomo-macchina e uomo-uomo. Nella maggior parte dei casi, le macchine programmate con S # hanno superato le performance degli umani nel trovare dei compromessi a vantaggio di entrambe le parti.

Se due umani fossero stati onesti l’uno con l’altro e leali, altrettanto bene avrebbero fatto due macchine, imparando così che le caratteristiche morali sono buone, programmate per non mentire e mantenere la cooperazione una volta che emerge“, ha detto Crandall.

I ricercatori hanno provato a rafforzare ulteriormente la capacità delle macchine di cooperare programmandole già con una serie di frasi “a basso costo”: nei test, se i partecipanti umani avevano collaborato con la macchina, questa avrebbe potuto rispondere con un “stiamo diventando ricchi!” oppure “Accetto la tua ultima proposta“. Se i partecipanti, invece, avevano tentato di tradire la macchina o di ritirarsi da un accordo con loro, avrebbero potuto emettere una frase tipo “Maledizione!

Indipendentemente dal gioco o dall’associazione, la capacità di interazione attraverso delle semplici frasi ha raddoppiato la quantità di cooperazione e, quando le macchine emettevano delle frasi, le loro controparti umane erano spesso incapaci di dire se stavano giocando con un altro essere umano o una macchina. I risultati della ricerca, Crandall spera, potrebbero avere implicazioni a lungo termine per le relazioni umane. “Nella società, le relazioni si interrompono continuamente“, ha detto. “Le persone che hanno un legame di amicizia per anni all’improvviso diventano nemiche e, come dimostra questo studio le macchine appaiono in grado di raggiungere questi compromessi in maniera migliore rispetto a noi, di conseguenza potrebbero insegnarci a farlo meglio“.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Crandall, J. W., Oudah, M., Tennom, Ishowo-Oloko, F., Abdallah, S., Bonnefon, J. F. , Cebrian, M., Shariff, A., Goodrich, M. A., Rahwan, I., (2018). Cooperating with machines. Nature Communications; DOI:10.1038/s41467-017-02597-8
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