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Aggressività reattiva e proattiva e i fattori genetico-ambientali

L'aggressività proattiva e reattiva sembra essere influenzata fino a 6 anni dai fattori genetici; in seguito diminuisce per l'infuenza di fattori ambientali

Di Greta Riboli

Pubblicato il 17 Gen. 2018

I risultati mostrano come all’età di sei anni, entrambi i tipi di aggressività proattiva e reattiva, condividano quasi totalmente gli stessi fattori genetici; nonostante ciò, il comportamento aggressivo, nella maggior parte dei casi, diminuisce con la crescita. E questa diminuzione dell’aggressività tra i 6 ed i 12 anni è dovuta a fattori ambientali, piuttosto che a fattori genetici.

 

L’aggressività proattiva e reattiva

Stéphane Paquin, dottorando di ricerca presso l’Université de Montréal, ha condotto uno studio psicosociale sul comportamento aggressivo di 555 serie di gemelli.

In particolare, il ricercatore si è concentrato sui comportamenti aggressivi proattivi e reattivi. L’ aggressività proattiva è una forma di aggressività contraddistinta da comportamenti fisici e verbali intesi a dominare o ottenere un vantaggio personale a scapito degli altri. Invece, l’ aggressività reattiva è quel tipo di aggressività contraddistinta da una risposta difensiva innanzi ad una minaccia percepita.

L’influenza dei fattori genetici e ambientali sull’ aggressività proattiva e reattiva

I risultati mostrano come all’età di sei anni, entrambi i tipi di aggressività proattiva e reattiva, condividano quasi totalmente gli stessi fattori genetici; nonostante ciò il comportamento aggressivo nella maggior parte dei casi diminuisce con la crescita. E questa diminuzione dell’aggressività tra i 6 ed i 12 anni è dovuta a fattori ambientali, piuttosto che a fattori genetici.

L’aggressività è una parte fondamentale dello sviluppo psicologico e sociale di un bambino. Successivamente, quando un bambino cresce, impara a gestire le proprie emozioni, comunicare con gli altri e affrontare i conflitti. In questo modo, durante lo sviluppo e l’età adulta, le persone saranno in grado di incanalare i propri impulsi aggressivi.

Dei 555 gruppi di gemelli partecipanti allo studio, 223 sono monozigoti e 332 eterozigoti. Questa duplice tipologia di gruppi di gemelli ha permesso di determinare se le differenze individuali osservate fossero dovute a fattori genetici o ambientali.
I comportamenti aggressivi sono stati valutati e documentati dagli insegnanti dei bambini all’età di 6,7,9, 10 e 12 anni.

I risultati ottenuti mostrano l’importanza di sviluppare diversi metodi di prevenzione dell’ aggressività proattiva e reattiva, in particolare offrendo sostegno alle famiglie e fornendo interventi nelle scuole.

Il ricercatore Paquin ha, inoltre, aggiunto “I nostri risultati confermano anche quelli di altri studi, dimostrando che i programmi progettati per prevenire l’aggressività reattiva dovrebbero concentrarsi sulla riduzione delle esperienze di vittimizzazione, mentre quelli destinati a contrastare l’aggressività proattiva dovrebbero essere basati sullo sviluppo di valori pro-sociali“.

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