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Confusione inferenziale ed esperienze dissociative nel disturbo ossessivo compulsivo – Report dal Forum di Psicoterapia e Ricerca di Riccione

Uno studio condotto da Studi Cognitivi e presentato a Riccione ha dimostrato come nel DOC siano presenti confusione inferenziale ed esperienze dissociative.

Di Marianna Palermo

Pubblicato il 08 Mag. 2017

Aggiornato il 15 Mag. 2019 11:40

La prima presentazione del 5 maggio riguardava la ricerca intitolata “Confusione inferenziale ed esperienze dissociative nel disturbo ossessivo compulsivo”, condotta dai Dott. Torniai, Pozza e Dettore. I discussant di tale presentazione sono stati i dott. Chiara Caruso e Gabriele Caselli e il chair la dott.ssa Daniela Rebecchi.

 

Il 5 e il 6 maggio 2017 nel Palazzo del Turismo di Riccione si è tenuto il Forum di Psicoterapia e Ricerca delle scuole di specializzazione di Studi Cognitivi.

Il 5 maggio si sono succedute 5 presentazioni di progetti di ricerca condotti da studenti e responsabili dei gruppi di ricerca delle diverse sedi e 2 sessioni poster, mentre il 6 maggio sono state proposte la lezione magistrale del Dott. Dalle Grave, 4 presentazioni e 2 sessioni poster.

La prima presentazione del 5 maggio riguardava la ricerca intitolata “Confusione inferenziale ed esperienze dissociative nel disturbo ossessivo compulsivo”, condotta dai Dott. Torniai, Pozza e Dettore. I discussant di tale presentazione sono stati i dott. Chiara Caruso e Gabriele Caselli e il chair la dott.ssa Daniela Rebecchi.

La confusione inferenziale è un costrutto definito per la prima volta negli anni ’90 e definisce un processo di ragionamento erroneo in cui la persona confonde una possibilità immaginata con la realtà basata sui sensi. Gli elementi che maggiormente contribuiscono alla confusione inferenziale sono l’iperinvestimento nell’immaginazione e la sfiducia per il reale. Dunque, vi è una tendenza ad affidarsi all’immaginazione più che alla realtà.

La confusione inferenziale costituisce un marker specifico del disturbo ossessivo compulsivo rispetto ad altri disturbi psichici e può essere presente anche nel disturbo delirante.

Le ricerche hanno dimostrato come anche le esperienze dissociative siano altamente presenti nel disturbo ossessivo compulsivo, in particolare le esperienze di depersonalizzazione/derealizzazione e di amnesia dissociativa.

Alla luce di questo, il gruppo di ricerca di Studi Cognitivi ha condotto una ricerca sulla confusione inferenziale e le esperienze dissociative nel disturbo ossessivo compulsivo.

Hanno partecipato allo studio 60 pazienti con DOC e si è trattato di un gruppo omogeneo per sesso, con un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, con uno stato civile nubile/celibe o coniugato e un livello di istruzione medio-alto.

Gli strumenti utilizzati sono stati:

–       Inferential Confusion Questionnaire – Expanded Version

–       Dissociative Experiences Scale-II

–       Yale Brown Obsessive Compulsive Scale

–       Padua Inventory.

Sono stati indagati gli effetti principali e di interazione tra la dissociazione (indagata con la DES-II)  e la confusione inferenziale (rilevata con l’ICQ-EV) sullo sviluppo del disturbo ossessivo compulsivo (rilevato con la YBOCS). La dissociazione e la confusione inferenziale costituivano le variabili indipendenti e il disturbo ossessivo compulsivo la variabile dipendente.

I risultati hanno evidenziato un’interazione significativa tra la confusione inferenziale e la depersonalizzazione/derealizzazione rilevate attraverso la DES-II. È emersa anche la presenza di un’alta amnesia dissociativa nel campione e un’interazione tra la confusione inferenziale e l’amnesia dissociativa.

Tali risultati evidenziano come la confusione inferenziale sia un moderatore della relazione tra la dissociazione e il disturbo ossessivo compulsivo, mentre non sono emersi effetti di interazione tra la dissociazione e la confusione inferenziale sull’insight. La confusione inferenziale è risultata anche moderatore della relazione tra l’amnesia dissociativa e il sottotipo di sintomi del DOC di insufficiente controllo dei pensieri.

Tali risultati indicano come sia importante considerare anche le esperienze dissociative e la confusione inferenziale nell’ambito della terapia del disturbo ossessivo compulsivo e, dunque, l’inference based approach potrebbe essere una buona possibilità.

La presentazione è risultata molto chiara e comprensibile al pubblico presente in sala e molto  interessante per i risultati emersi.

In futuro potrebbe essere consigliabile ampliare i risultati e indagare l’effetto di terapie tese a ridurre la confusione inferenziale e la dissociazione sui sintomi del DOC.

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Marianna Palermo
Marianna Palermo

Dottoressa in Psicologia Clinica

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