Se abbiamo potuto accettare il rapimento delle fobie da parte dell’Alprazolam e ciò ha permesso al “disturbo di panico” di smettere di sembrare un disturbo della psiche (l’Alprazolam è molto più facile da esibire, si porta dovunque e sta bene con tutto) è intollerabile accettare di essere rinchiusi nella riserva della psicoeducazione dagli occupanti di uno dei nostri territori storicamente più importanti, se ricordiamo che Beck è ricordato appunto per la sua triade cognitiva inerente proprio la depressione. Per questo propongo questa piattaforma, da modificare e arricchire con il contributo di tutti, per iniziare una resistenza allo strapotere delle multinazionali del farmaco.
5 Idee sul disturbo bipolare
1. Senza dubbio è la patologia in cui è più evidente l’aspetto biologico come si evince dalla presenza di una forte familiarità e dall’efficacia dei farmaci. Non credo tuttavia che la sua gestione vada lasciata completamente nelle mani di psichiatri e aziende farmaceutiche relegando la psicoterapia a mera psicoeducazione sulla malattia e sull’importanza dei farmaci e dell’igiene di vita. Credo al contrario che aspetti psicologici siano sottostanti al disturbo e attivi nei viraggi della sintomatologia.
2. Gli elementi di base sottostanti al disturbo sono due:
l’incertezza sul proprio valore personale;
il fondare tale valore sulle performance.
3. La dinamica del loop della maniacalità prevede che in seguito ad un successo aumenti il valore percepito di sé e esponenzialmente le aspettative di ulteriori più grandiosi successi con un incremento dell’impegno nel perseguirli. Seppure i successi arrivino con progressione lineare (almeno all’inizio è possibile), le aspettative crescono con progressione geometrica. Fatalmente il gap tra risultato ottenuto e risultato atteso da cui dipende il vissuto soggettivo di successo o fallimento si amplia fino a che un certo risultato, per quanto positivo, è ritenuto insufficiente e dunque fallimentare. Il che blocca e inverte il loop attivato inizialmente da un successo. Inoltre è evidente che un incremento percentualisticamente uguale è via via più difficile da ottenere al crescere del valore di partenza (basterà pensare alla diminuzione di peso durante una dieta più consistente all’inizio).
4. La dinamica del loop depressivo è esattamente opposta. Il depresso peggiora le performance ma ancora di più abbassa le aspettative di successo per cui arriva un tempo in cui una performance è molto modesta (ad esempio durante un ricovero il semplice mangiare al tavolino invece che a letto viene registrata come un successo che inverte la spirale).
5. Il meccanismo sottostante ad entrambe le spirali psicopatologiche è, in realtà evolutivamente adattivo. E’ infatti utile aumentare al massimo l’impegno quando un successo è considerato probabile e a portata di mano. Al contrario è altrettanto utile ridurre o sospendere completamente l’impegno, per non sprecare risorse, quando è previsto il fallimento.
Conclusione
E’ troppo presto e sproporzionate le forze per poter proporre uno scontro diretto. Si tratta di agire nell’ombra, anche fingendosi collaborazionisti e contemporaneamente insinuare di tanto in tanto il dubbio “ che forse si d’accordo la serotonina….ma a ben guardare potrebbe……”