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La tDCS nel trattamento dei sintomi cognitivi dei pazienti con Sclerosi Multipla

E' stato dimostrato come la stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS) sia efficace nel trattamento dei sintomi cognitivi della sclerosi multipla.

Di Marianna Bottiglieri

Pubblicato il 06 Mar. 2017

Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Neuromodulation: Technology at the Neural Interface”, i pazienti con sclerosi multipla presenterebbero migliori abilità di problem solving e più rapidi tempi di risposta a seguito di un training effettuato con la cosiddetta “stimolazione transcranica a corrente diretta” (tDCS).

 

La stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS) per il trattamento della sclerosi multipla

La Sclerosi Multipla è la malattia neurologica progressiva più diffusa tra gli adulti in età lavorativa, il 70% dei quali si trova ad essere affetto da problematiche cognitive che includono un’elaborazione delle informazioni più lenta e difficoltà di memoria e problem solving. Altri sintomi comuni della malattia includono stanchezza e problemi sensoriali, motori e nel tono dell’umore.

Negli ultimi anni, si stanno diffondendo gli studi che indagano l’utilità di tecniche innovative per il trattamento dei sintomi correlati alle patologie neurologiche progressive. Una di queste è la cosiddetta “Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta” (tDCS).

La tDCS, è una tecnica in cui viene applicata corrente elettrica a basso voltaggio attraverso degli elettrodi posizionati sul cranio, disposti attraverso una cuffia. La stimolazione produce dei cambiamenti nell’eccitabilità neuronale permettendo ai neuroni di “scaricare” più facilmente, fatto che aumenta le connessioni cerebrali e velocizza l’apprendimento che si verifica durante la riabilitazione.

Un nuovo studio, condotto da alcuni ricercatori del NYU Langone’s Multiple Sclerosis Comprehensive Care Center, ha evidenziato che i soggetti con Sclerosi Multipla che hanno utilizzato la tDCS mentre eseguivano un training cognitivo di giochi al computer per l’incremento delle abilità di elaborazione delle informazioni, mostravano miglioramenti significativi nelle misure cognitive, rispetto ai soggetti che eseguivano lo stesso training senza stimolazione. I soggetti, inoltre, hanno svolto il training cognitivo e la tDCS nella propria abitazione.

Secondo gli autori dello studio, la possibilità di consentire ai pazienti di partecipare al trattamento senza ripetute visite al clinico, le quali potrebbero costituire una difficoltà crescente per le persone affette da Sclerosi Multipla all’aggravarsi della sintomatologia, potrebbe produrre un miglioramento della qualità della vita dei soggetti.

[blockquote style=”1″]La nostra ricerca evidenzia che la tDCS, eseguita a distanza tramite un protocollo di trattamento controllato, potrebbe fornire una valida nuova opzione di trattamento per i pazienti con sclerosi multipla che non possono trarre giovamento per alcuni dei loro sintomi cognitivi [/blockquote] sostiene Leigh E. Charvet, Phd, professore associato di neurologia e direttore di ricerca al NYU Langone’s Multiple Sclerosis Comprehensive Care Center.

[blockquote style=”1″]Molte cure della Sclerosi Multipla sono finalizzate alla prevenzione dei focolari della malattia, ma questi farmaci non forniscono aiuto per quanto riguarda la gestione dei sintomi quotidiani, specialmente i problemi cognitivi. Speriamo che la tDCS colmerà questo importante gap e contribuirà a migliorare la qualità della vita delle persone con Sclerosi Multipla.[/blockquote]

Lo studio con tDCS somministrata a pazienti con sclerosi multipla

Nello studio, è stata applicata la tDCS alla corteccia cerebrale pre-frontale dorsolaterale, un’area cerebrale collegata con  senso di stanchezza, depressione e funzioni cognitive.

A 25 soggetti è stata fornita una cuffia di elettrodi che essi hanno imparato a mettere tramite l’aiuto del team di ricerca. In ciascuna sessione un tecnico contattava ogni partecipante attraverso una videochiamata, dando a ciascuno un codice per accedere a un tastierino elettronico che dava inizio alla sessione di tDCS per controllare la somministrazione. In seguito, durante la stimolazione, i partecipanti giocavano ad una versione ideata dai ricercatori di giochi al computer di training cognitivo che coinvolgevano aree cerebrali riguardanti l’elaborazione delle informazioni, l’attenzione e la memoria di lavoro.

Il gruppo di partecipanti a cui era applicata la tDCS, svolgeva 10 sessioni di training, e i ricercatori confrontavano i suoi risultati con quelli di 20 partecipanti con Sclerosi Multipla che svolgevano 10 sessioni di giochi di training cognitivo senza tDCS.

E’ stato scoperto che i soggetti del gruppo trattato con la tDCS mostravano maggiori miglioramenti, attraverso misurazioni di elevata sensibilità e basate su rilevazioni al computer dell’ attenzione complessa (Attenzione Selettiva, Attenzione Divisa e Attenzione Sostenuta) e nei tempi di risposta nei diversi trial, rispetto al gruppo che non era trattato con la tDCS. Inoltre, i miglioramenti crescevano con l’aumento del numero di sessioni, dimostrando che la tDCS potrebbe avere benefici cumulativi.

Tuttavia, sono necessarie altre ricerche per stabilire quanto durino questi effetti dopo le sessioni finali.

Il gruppo che ha partecipato al training cognitivo con la tDCS, non ha tuttavia mostrato una differenza statisticamente significativa dal gruppo che eseguiva solo il training, quando si rilevavano i cambiamenti con misurazioni neuropsicologiche standard e meno sensibili, come il test “Brief International Cognitive Assessment in Multiple Sclerosis” (BICAMS) o attraverso rilevazioni al computer riguardanti l’attenzione di base (Arousal).  Secondo il Dr. Charvet, questi risultati suggeriscono che i cambiamenti cognitivi apportati dalla tDCS potrebbero richiedere più sessioni di trattamento per comportare miglioramenti significativi osservabili nel funzionamento quotidiano.

I ricercatori stano reclutando soggetti per dei trial clinici ulteriori di 20 sessioni di tDCS e un protocollo di ricerca randomizzato che prevede la somministrazione di un placebo, per ricercare ulteriori prove dei vantaggi della tDCS. Al NYU Langone si sta portando avanti anche un’altra ricerca per testare l’utilizzo della tDCS per altre malattie neurologiche, incluso il morbo di Parkinson.

 

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