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La sessualità nei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica: analisi di 170 casi

Uno studio su 170 casi ha indagato il rapporto tra obesità e sessualità sia prima che dopo gli interventi di chirurgia bariatrica.

Di Guest

Pubblicato il 13 Mar. 2017

L’ obesità rappresenta una importante situazione clinica, sia per l’ aumento esponenziale della sua incidenza sia per le comorbilità ad essa connesse.
Tra le problematiche che questa può determinare vi sono il disturbo di autoimmagine, le disfunzioni fisiche sessuali, i disturbi di ansia legati alla sessualità. I problemi legati all’ansia sembrano prevalere rispetto a quelli fisici nella genesi della disfunzione della sessualità. La chirurgia bariatrica sembra efficace per alleviare i problemi della sessualità. Presentiamo uno studio retrospettivo condotto su 170 cartelle di pazienti donne sottoposte a chirurgia bariatrica.

Tanini M*, Buganini C, Barni C**, Leone S***, Goglia L*, Bernacchi G*, Gensini F****, Florio P*.

* U. O. Ostetricia e Ginecologia Ospedale S. Jacopo Pistoia; Asl Toscana Centro
** Centro chirurgia Bariatrica Ospedale S. Jacopo Pistoia Asl; Toscana Centro
*** Direttore Scientifico Master in Psicosessuologia, Area Psicologica Elform E Learning.
**** Genetica Medica, Dipartimento Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche, Università di Firenze, AOU Careggi.

 

Summary

Obesity is an important clinical situation, both for exponential increase in its incidence and co­morbidities related to it. Among the problems that obesity can determine, there are self­image disorder, physical sexual dysfunctions and anxiety disorders related to sexuality. Anxiety-related problems seem to prevail over physical ones in the genesis of sexual dysfunction. Bariatric surgery appears to be effective for relieving the problems of sexuality. We now present a retrospective study of 170 folders on psychological therapies for women who are about to have undergoing bariatric surgery.

Il legame tra obesità e sessualità

La patologia dell’ obesità ha un aumento esponenziale nel mondo. In taluni stati ha caratteristiche di vera e propria epidemia.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), descrive l’ obesità, come uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo.
Diversi studi hanno indagato la predisposizione genetica all’ obesità, tuttavia si ritiene che debba ancora essere considerata ad insorgenza multifattoriale e che esistano fattori genetici combinati in grado di favorire o meno la capacità di perdere peso e di mantenerlo basso.
La condizione di obesità, oltre a determinare l’ insorgenza di numerose comorbilità, determina una grave alterazione dell’ immagine corporea che a sua volta genera disturbi psicologici di tipo prevalentemente ansioso; in vari studi è stato dimostrato come nelle persone obese conviva una disturbata visione corporea.

Sono state effettuate molte ricerche volte ad indagare l’esistenza di una possibile relazione tra storia di problematiche sessuali, soprattutto nelle pazienti, con disturbi alimentari; è stata descritta una disposizione più negativa verso il sesso rispetto a gruppi di controllo, un maggior timore della sessualità, un minor appagamento sessuale.

Una ricerca ha dimostrato che le donne obese sono considerate sessualmente meno attraenti, sensibili, e capaci di avere desideri e comportamenti sessuali  rispetto alle donne normopeso.

Il legame tra peso corporeo e disturbi sessuali ha avuto diverse conferme, dai risultati di uno studio relativo agli esiti post chirurgia bariatrica, è stato indicato che dopo l’intervento chirurgico, ed il conseguente dimagrimento, il 50% dei pazienti ed il 75% dei loro partner riportavano un miglioramento nel livello di soddisfazione sessuale.

Materiali e metodi

Abbiamo effettuato una analisi retrospettiva della casistica dell’universo che accede a terapia psicologica presso il servizio di chirurgia bariatrica dell’Ospedale San Jacopo USL 3 di Pistoia nel periodo da settembre 2013 a marzo 2015.
Il percorso psicoterapico costituisce elemento indispensabile per avere indicazioni sull’intervento chirurgico.

L’universo di analisi è costituito da 196 pazienti, di cui 170 donne; nello stesso periodo sono stati osservati 26 uomini,. Si è deciso di inserirli all’interno dello studio per indagare eventuali differenze di genere, pur riconoscendo che la diversa numerosità dei due campioni non rende attendibili eventuali raffronti.
La casistica è stata elaborata con foglio di calcolo SPSS per la statistica descrittiva.

Risultati

  • Dati anagrafici:

L’età media delle pazienti giunte ad osservazione è di 47.7 anni pari a 47 anni ed 8 mesi, con un minimo di anni 17 ed un massimo di 68 per le femmine, mentre nella popolazione maschile il più giovane ha 26 anni ed il più anziano ha 63 anni.

Abbiamo poi indagato il contesto familiare, per quanto attiene allo stato civile nelle donne, 58 sono risultate single (34%), 80 sposate (48%), 2 donne si sono sposate due volte (1%,), 18 sono conviventi (11%), 4 separate (2%) , 4 divorziate (2%), 2 vedove (1%).

La familiarità per obesità è presente nella stragrande maggioranza dei casi, 152 persone (78%) hanno dichiarato di avere almeno un familiare affetto da obesità; il criterio adottato per considerare una familiarità per obesità è relativo ad ascendenti e genitori di ascendenti.

È interessante osservare che tutti gli appartenenti alla popolazione maschile hanno almeno un familiare affetto da obesità. Inoltre la popolazione maschile ha la costante di avere un padre assente, deceduto, che ha abbandonato il figlio, e se presente lo è scarsamente e comunque in modo affettivamente negativo.

In merito alla condizione lavorativa 4 persone (2%) sono risultate collocate in pensione, 34, pari al 17% sono casalinghe, 68, pari al 35% sono risultate disoccupate, 90, pari al 46% sono risultati collocati al lavoro.
Il numero dei disoccupati appare significativo rispetto al dato ISTAT che per il 2015 è 12,6%.

La popolazione che normalmente lavora svolge lavori per i quali non è richiesta nessuna qualificazione professionale nel 69% dei casi, nel 18% dei casi svolge una professione con medio livello di qualificazione professionale, il 13% svolge un lavoro in cui è richiesto un alto livello di qualificazione professionale.

  • Disturbo alimentare presente:

Nella casistica oggetto di osservazione sono presenti diversi disturbi alimentari, in 80 casi è presente un disturbo da alimentazione incontrollata, in 66 casi un grignotage, il grignotage si associa ad un BED in 37 casi, in 2 casi è stata osservata una Night Eating Sindrome che in altri due casi si associa ad un disturbo da alimentazione incontrollata.
In 48 casi non è presente nessun disturbo alimentare, sono soggetti di solito obesi fin dalla prima adolescenza, con alimentazione scorretta, sedentari.

Dei soggetti con disturbo alimentare, (148) 10 sono uomini, 138 donne.
Dei soggetti con disturbo alimentare, 74 hanno un disturbo di auto immagine, mentre nei soggetti che non presentano un disturbo alimentare (48), il disturbo di auto immagine è presente nella stragrande maggioranza dei casi (42 soggetti).
Il disturbo che prevale, senza sostanziali modificazioni, è il disturbo da alimentazione incontrollata.

L’ansia legata alla condizione di obesità è la caratteristica maggiormente presente nella casistica, è interessante osservare che nei soggetti in cui questa non è presente spesso non vi è un disturbo alimentare alla base della condizione di obesità.
L’ansia relativa alla condizione di obesità non è presente in 64 casi.

Per quanto riguarda la popolazione con disturbo alimentare si nota una certa concordanza con l’ansia da prestazione, nei casi in cui non è presente l’ansia da prestazione (96 soggetti), 54 non hanno disturbi alimentari.
Non vi sono correlazioni tra tipologia del disturbo alimentare e vaginismo o dispareunia e non vi sono differenze tra presenza o meno di disturbo alimentare e problematiche nell’ambito della sessualità.

  • Comorbilità dell’ obesità

Sono state indagate le comorbidità più importanti; queste sono risultate presenti in 137 pazienti; i livelli di incidenza non mostrano significativi discostamenti dipendenti dal genere; in diversi casi si associano più patologie.

  • Problematiche psicologiche e psichiatriche presenti nel campione

Nell’ ambito dei disturbi psichici (22 casi) si segnalano: 3 casi di disturbo ossessivo (14%), 5 casi di disturbo psichico riconducibile all’area schizoide (23%), 7 casi di disturbo bipolare (32%), 7 casi di disturbo borderline (31%).

Abbiamo indagato separatamente il problema depressione che è presente in 71 persone (36%) e dell’ ansia relativamente alla propria obesità, questa è risultata presente in 124 persone (63%).

La presenza di ansia relativamente alla condizione di obesità sembra prevalere nella popolazione femminile, 69% contro il 38% degli uomini.
Abbiamo poi indagato la presenza di disturbo di percezione dell’ auto immagine; quesoe è risultato presente in 116 casi (59%).
Nella popolazione maschile è risultato presente in 18 casi (69%); mentre nella popolazione femminile è risultato presente in 98 casi pari al 58%.
Si segnala il caso di un uomo, orientamento sessuale bisessuale, che ha manifestato ansia rispetto all’obesità e disturbo di auto immagine solo nelle interazioni con il sesso femminile.

Non si sono registrati casi di diversità di genere rispetto al sesso biologico.
Se analizziamo l’incidenza di disturbi psichici, ansia e depressione, 189 soggetti hanno manifestato almeno uno di questi.
Abbiamo poi indagato l’associazione tra disturbi della sfera psichica (disturbi psichici, ansia e depressione) e ansia per l’obesità.
Questa associazione è presente in 98 casi; mentre l’indagine successiva: associazione tra disturbi psichici e disturbi della sfera psichica (disturbi psichici, ansie e depressione) e disturbo dell’auto immagine, ha mostrato un’ associazione in 111 casi.

L’associazione tra ansia per l’obesità e disturbi psichici è presente nel 12% degli uomini, e nel 69% delle donne.
L’associazione tra disturbi psichici e disturbo dell’immagine corporea è presente nel 28% degli uomini e nell’87% delle donne.

  • Orientamento sessuale

Relativamente all’orientamento sessuale abbiamo osservato un solo caso in cui non è mai stata presente attività sessuale.
La stragrande maggioranza è eterosessuale, 2 donne sono omosessuali, 4 donne sono bisessuali, 6 uomini sono bisessuali.
Se analizziamo separatamente il dato dell’omosessualità, notiamo che questo è presente solo nella popolazione femminile, per quanto riguarda il dato relativo alla bisessualità, questa risulta essere prevalente nella popolazione maschile: 6 casi su 26 mentre nelle donne è presente in 4 casi su 169.

Per quanto attiene i rapporti omosessuali per la popolazione maschile bisessuale, non sono caratterizzati da una stabilità di ruolo ma sono di tipo versatile.
L’età media del primo rapporto sessuale è di 17 anni, con una media di 16 anni per gli uomini, valore minimo 14 massimo 20 anni, e di 18 anni per le donne, valore minimo 14 anni ed un massimo di 32 anni.
Per quanto attiene alla sfera della libido, abbiamo riscontrato una problematica di carenza della libido in 70 soggetti (36%). Nello specifico: 8 uomini su 26 (36%) e 62 donne su 170 (36%).

L’alterazione della libido si associa al disturbo di auto immagine in 56 casi, 6 casi nella popolazione maschile e 50 in quella femminile.
L’ obesità rende particolarmente difficile il rapporto sessuale, 66 persone hanno dichiarato di avere problemi durante i rapporti sessuali, relativamente alle loro dimensioni. È interessante osservare come il numero delle persone che hanno dichiarato di aver effettivamente problemi durante il rapporto (66, pari al 34%) sono in numero inferiore rispetto a quelle che hanno dichiarato di avere ansia durante i rapporti sessuali relativamente alla loro condizione di obesi (124 soggetti pari al 63%).

  • L’ ansia associata all’ obesità ed implicazioni sulla sessualità

La presenza di ansia relativa alla condizione di obesità e la difficoltà nei rapporti sessuali si associa in 62 casi.

Abbiamo quindi pensato di distinguere la presenza di ansia quotidiana legata alla condizione di obesità dall’ansia da prestazione relativamente al rapporto sessuale.
L’associazione tra ansia legata alla condizione di obesità, difficoltà nella copula ed ansia da prestazione è presente in 56 soggetti.

Il vaginismo è stato riscontrato in 34 donne ed è presente solo nella popolazione femminile eterosessuale.
Su 34 casi di vaginismo, questo si associa in 26 casi a difficoltà nella copula riferibili all’obesità.
La condizione di ansia relativa alla condizione di obesità correla al 100% con il vaginismo; mentre l’ansia da prestazione è presente in 24 soggetti affetti da vaginismo; 18 donne con vaginismo hanno anche un disturbo di auto immagine.
In 30 casi il vaginismo si associa a dispareunia.
La dispareunia è presente in 71 casi, di questi 38 si associano a difficoltà nella copula riferibile alla condizione di obesità, analogamente con il vaginismo la totalità dei casi di dispareunia correla con ansia relativa alla condizione di obesità, l’ansia da prestazione è presente in 46 casi, il disturbo di auto immagine si associa alla dispareunia in 44 casi.

Le donne affette da dispareunia sono single in 8 casi, in 50 sono o sono state sposate.
L’insoddisfazione per la sessualità è stata manifestata dall’81% dei maschi e dal 94% delle donne. Si segnala che due dei tre soggetti maschi che hanno dichiarato di essere soddisfatti della loro vita sessuale hanno un orientamento bisessuale.
L’insoddisfazione per la propria vita sessuale è presente in tutti gli uomini con disturbi erettili, ricordiamo che i soggetti con orientamento bisessuale hanno manifestato disfunzioni dell’erezione solo durante rapporti eterosessuali.
Per quanto riguarda la popolazione femminile, delle 11 donne che hanno mostrato soddisfazione 8 hanno riferito difficoltà nella copula, 9 ansia da prestazione, 8 dispareunia e 3 vaginismo.

La presenza di soddisfazione per la sessualità è più presente nelle donne single rispetto a quelle sposate. Ricordiamo che 58 sono risultate single (34%), 80 sposate (48%), 2 donne si sono sposate due volte (1%,) 18 sono conviventi (11%), 4 separate (2%), 4 divorziate (2%), 2 vedove (1%).
Il livello di soddisfazione verso la sessualità tende a migliorare post intervento, il 60% della popolazione generale (117 persone) ha dichiarato un miglioramento in tal senso.
La percentuale degli uomini che hanno mostrato un miglioramento è del 62% contro il 71% delle donne.

  • Una storia di abuso è più frequente nella popolazione obesa

Le persone che sono state oggetto di abuso sessuale sono 12, in prevalenza donne, 2 uomini.
Le persone di sesso maschile abusate sono single, bisessuali, non hanno figli, con desiderio di figli, hanno familiarità per obesità, disturbo di auto immagine, sono entrambi affetti da disturbo da alimentazione incontrollata, affetti da disturbi erettili, problematiche dell’eiaculazione, diminuzione della libido, ansia relativa alla condizione di obesità, ansia generalizzata, ansia da prestazione, difficoltà nella copula, affetti da depressione e non mostrano miglioramenti della sessualità dopo dimagrimento post chirurgia bariatrica.

Le dieci donne oggetto di abuso hanno tutte una relazione di coppia, 8 sono sposate, due sono conviventi, sono eterosessuali, hanno tutte figli (minimo 2, massimo 8), in 6 casi hanno familiarità per obesità, solo in un caso hanno vaginismo, la dispareunia è presente nel caso affetto da vaginismo ed in un altro, la difficoltà nella copula è riferita in 8 casi, l’ansia generalizzata, l’ansia legata alla situazione di obesità e l’ansia da prestazione si associano sempre e sono presenti in 8 casi; inoltre in 8 casi (gli stessi con disturbi riferibili all’ ansia) vi è stato un miglioramento della sessualità post intervento chirurgico.

  • I cambiamenti dopo dimagrimento

Tra le persone che hanno dichiarato un miglioramento della vita sessuale post intervento, 54 presentavano ansia da prestazione prima di sottoporsi alla chirurgia ed al conseguente dimagrimento.
Di questi 4 uomini (tra questi un caso di uomo bisessuale che riferiva problematiche solo con il sesso femminile) e 50 donne.

Sono invece 84 le persone che associano un miglioramento della sessualità post chirurgia bariatrica con precedente ansia legata alla loro vita da obeso.
L’associazione tra miglioramento della sfera sessuale e difficoltà nella copula legate alle dimensioni corporee precedenti alla chirurgia è presente in 38 casi; tra questi due sono uomini.
La correlazione tra disturbo di auto immagine e miglioramento della sessualità post chirurgica è presente in 76 soggetti di cui nessun uomo.
Anche nel caso di disturbi della libido, nella condizione di obesità, nessun uomo ha visto un miglioramento della propria vita sessuale, mentre le donne che hanno associato al dimagrimento un miglioramento (precedentemente affette da disturbo della libido) sono state 40.
Le donne affette da vaginismo che hanno avuto un miglioramento post operatorio del vissuto sessuale sono state 20, analogamente le donne che hanno notato un miglioramento e che prima erano affette da dispareunia sono state 40.

Il dimagrimento rende infedeli?

I casi di infedeltà dopo aver ottenuto il dimagrimento successivo alla chirurgia bariatrica sono stati 50, tra questi si segnala l’alta incidenza di uomini 10 su 50.
I casi di infedeltà post intervento si associano sempre all’ammissione di un miglioramento della vita sessuale dovuta al dimagrimento post operatorio.

L’ obesità e la psicoterapia

Il periodo di psicoterapia preoperatorio è stato in media di 3 anni con un massimo di 4 anni ed un minimo di 1 mese, si registra che i tempi più brevi di terapia si registrano nella popolazione maschile, periodo minimo un mese, periodo massimo 3 anni.
La terapia post operatoria è stata seguita per un massimo di 3 anni e per un minimo di un mese.
La media di mesi è di circa 16. Esistono diversi casi che non si sono sottoposti a psicoterapia post intervento.

Risultati e conclusioni

  • L’ obesità: problema femminile?

Il primo elemento di riflessione deve scaturire dall’enorme differenza tra maschi e femmine.
La maggiore incidenza di donne può trovare una sua spiegazione nel fatto che l’ideale corporeo femminile si rifà maggiormente a stereotipi di magrezza; mentre non sussiste un giudizio parimenti negativo verso l’obesità maschile, che può addirittura essere tollerata in presenza di altri elementi di attrazione.
I dati presenti in letteratura non confermano una differenza di incidenza di obesità così ampia.
L’età della popolazione oggetto dello studio evidenzia che tali persone giungono all’osservazione dei sanitari piuttosto tardivamente (età media intorno ai 47 anni); ricordiamo che l’obesità nasce, nella stragrande maggioranza dei casi, in epoca periadolescenziale.
Relativamente allo stato civile, risulta interessante osservare l’alta incidenza dei single. Questo dato sembra confermare l’alta difficoltà di intraprendere relazioni sentimentali dovuta all’ostacolo ad avere relazioni interpersonali.
È interessante osservare che spesso i maschi obesi hanno una partner obesa, al contrario le donne obese hanno un partner normopeso.

  • Problematica fisica o disturbo d’ ansia?

Riguardo alla difficoltà di avere relazioni sentimentali, oltre all’aspetto fisico, gioca un ruolo estremamente importante, il dato che noi abbiamo definito “ansia legata alla condizione di obesità”; questo disturbo ansioso è dato dalla continua insicurezza che l’obeso ha nei contesti sociali, dovuta non solo all’auto immagine, ma soprattutto alle quotidiane difficoltà che incontra nella vita sociale, come doversi confrontare con l’ingombro del suo corpo o l’ipersudorazione che genera odori sgradevoli.

Riguardo alla situazione familiare, la popolazione oggetto di studio, ha mostrato una maggiore predisposizione verso la sfera riproduttiva, in particolare la componente femminile.
La tendenza ad avere una predilezione ad avere figli ed in numero superiore a quello che avviene nei normopeso, potrebbe avere una correlazione dovuta al fatto che gli obesi provengono spesso da famiglie con presenza di più fratelli e sorelle.
La familiarità per obesità ha mostrato un dato interessante soprattutto nella popolazione maschile, infatti tutti gli obesi avevano almeno un familiare obeso, risultato non presente nella popolazione femminile, anche se nella grande maggioranza dei casi (74%) anche le obese hanno almeno un familiare con seri problemi di peso.

Sempre a carico della popolazione maschile, deve far riflettere che tutti gli uomini oggetto dell’osservazione non hanno interazioni affettivamente positive con il padre.
Nella maggioranza dei casi, la figura paterna è risultata assente, deceduta precocemente, o protagonista di abbandono della famiglia, o quando presente è risultato essere violento o comunque affettivamente disfunzionale.
I maschi obesi che non hanno avuto figli, a differenza delle donne, non mostrano interesse per questo argomento, eccezione un caso di uomo con orientamento bisessuale.

Il livello di scolarità è più basso rispetto alla popolazione normopeso, questo potrebbe correlare con il disagio di interazione con i compagni e con la scuola in genere, dato dalla presenza dell’ansia per la condizione di obesità, questo problema ansioso potrebbe essere alla base della decisione di interrompere precocemente il percorso di studi.

La condizione di ansia trova un sicuro peggioramento nelle derisioni da parte dei compagni di cui la persona obesa può essere fatto oggetto.
Anche la condizione lavorativa mostra alcune differenze rispetto alla popolazione normopeso, è interessante osservare l’alta incidenza di disoccupazione; dato che colpisce se riflettiamo che questa popolazione ha dimostrato di accettare anche lavori con bassa qualificazione professionale.
Su questo argomento riteniamo che sia fondamentale la mole corporea che determina l’impossibilità di svolgere alcune professioni, il basso livello di scolarizzazione, ma in molti casi l’ansia legata alla condizione di obeso contribuisce a scoraggiare il soggetto rispetto alla possibilità di mettersi in gioco per un’opportunità professionale.

La stragrande maggioranza degli obesi ha un disturbo ansioso relativo alla propria corporeità, inoltre il contesto sociale tende ad orientarli verso un auto-isolamento, è normale quindi osservare una maggiore incidenza di disturbi psichici, tra i quali la depressione riveste un ruolo estremamente importante.

  • Uomini e donne con adattamento sessuale diverso

Gli uomini con orientamento bisessuale non hanno relazioni stabili omosessuali, ma queste sono caratterizzate da rapporti sessuali occasionali.
Potrebbe essere la difficoltà nell’ottenere una vita sessuale eterosessuale che li spinge a trovare soddisfazione in rapporti con persone dello stesso sesso. Con la chirurgia bariatrica, e con il dimagrimento, gli uomini oggetto dello studio, non hanno più presentato bisessualità.
Anche il fatto che i disturbi erettili e l’ansia da prestazione siano presenti solo nel sesso con partner eterosessuale potrebbe correlarsi ad una diversa importanza che il soggetto obeso bisessuale attribuisce al sesso con le donne. Le donne omosessuali tendono a ricercare una relazione oltre al sesso, mentre le donne bisessuali tendono a rispecchiare quanto detto per la popolazione maschile.

  • La libido nella popolazione obesa

Per quanto attiene alla sfera della libido nella popolazione femminile il disturbo può originare da molteplici fattori, in particolare nelle adolescenti. Possono entrare in gioco fattori di tipo sociale quali problematiche di natura estetica. Possono inoltre coesistere fattori di tipo cognitivo-comportamentale come problematiche emozionali e sensoriali, originate da un sentimento di vergogna nei confronti del proprio corpo, che portano al disprezzo per la propria immagine corporea. La conseguenza di tutto ciò è la tendenza a sottrarsi al rapporto sessuale o a viverlo comunque in modo negativo.

Negli uomini la carenza della libido, oltre a quanto detto per le donne, può essere influenzata anche da frustrazioni dovute a fallimenti sessuali, negli obesi i disturbi erettili sono più frequenti che nella popolazione normopeso. Nei maschi obesi spesso si hanno bassi livelli di testosterone, l’ormone che regola fra l’altro anche il desiderio sessuale, e quando l’ obesità è di grado elevato la sua carenza può avere come conseguenza un calo della libido. In chi presenta problematiche di eccesso di peso è poi frequentissimo il diabete tipo 2, che rappresenta già di per sé una possibile causa di disfunzione erettile. Inoltre, l’eccesso di peso è molto spesso associato all’ipertensione arteriosa e ad altre patologie cardiovascolari su base aterosclerotica, secondarie soprattutto alla dislipidemia, situazioni nel corso delle quali la disfunzione erettile non è infrequente.

A sostegno della concausa psicologica e in contrasto della possibile etiologia clinica, relativamente ai disturbi erettili, dobbiamo ricordare che i pazienti obesi bisessuali, hanno mostrato disturbi solo con le donne. Questo dato potrebbe avvalorare la tesi della “patologia vascolare dei corpi cavernosi” se il ruolo omosessuale fosse sempre di tipo passivo, cioè in questa dinamica l’obeso, non riuscendo a penetrare le donne, si orienterebbe verso una sessualità compensatoria che non prevede l’utilizzo del pene disfunzionale.
Al contrario, i bisessuali oggetto dell’osservazione riescono ad avere un ruolo attivo con partner omosessuale.

  • La sessualità con un corpo ingombrante

È interessante osservare come il numero delle persone che hanno dichiarato di aver effettivamente problemi durante il rapporto (66, pari al 34%) sono in numero inferiore rispetto a quelle che hanno dichiarato di avere ansia durante i rapporti sessuali relativamente alla loro condizione di obesi (124 soggetti, pari al 63%).
Ancora una volta, si conferma come l’ansia per la propria condizione di obeso, sia il fattore che maggiormente influenza la sessualità dei soggetti osservati.

L’associazione tra: ansia legata alla condizione di obesità, difficoltà nella copula ed ansia da prestazione è presente in 56 soggetti.
Su 34 casi di vaginismo, questo si associa in 26 casi con difficoltà nella copula riferibili all’obesità; la condizione di ansia relativa alla condizione di obesità correla al 100% con il vaginismo; mentre l’ansia da prestazione è presente in 24 soggetti affetti da vaginismo; 18 donne con vaginismo hanno anche un disturbo di auto immagine.
La correlazione più importante è quella tra il vaginismo, presente in 34 soggetti e la dispareunia, infatti in 30 casi il vaginismo si associa a dispareunia.

La catena che regola la sessualità degli obesi, potrebbe essere, da un punto di vista esclusivamente fisico, determinata da: difficoltà della copula, dispareunia, vaginismo; da un punto di vista psichico, ansia per la condizione di obesità, vaginismo.
È vero che la catena ansia, dispareunia, vaginismo, ha mostrato un maggior numero di associazioni.
L’insoddisfazione per la sessualità è stata manifestata dall’81% dei maschi e dal 94% delle donne.

Per quanta riguarda la popolazione femminile delle 11 donne che hanno mostrato, invece, soddisfazione sessuale, 8 hanno riferito difficoltà nella copula, 9 ansia da prestazione 8 dispareunia e 3 vaginismo.
Appare contrastante l’asserzione di soddisfazione sessuale in donne che poi presentano un’incidenza così alta di problematiche.
Una possibile spiegazione di questa espressione di soddisfazione, in presenza di problematiche sessuali, potrebbe essere suggerita dal fatto che le persone che maggiormente dichiarano la propria soddisfazione sono single; il livello di soddisfazione infatti, correla negativamente con la stabilità del vicolo con il partner.

In questa ottica le obese, in particolare, potrebbero identificare come soddisfazione sessuale, il numero di partner che riescono ad avere, la qualità del singolo rapporto sessuale tenderebbe così a perdere importanza.
In questa dinamica, avrebbe molta più importanza il riuscire a procurarsi un partner sessuale piuttosto che avere una buona interazione di coppia.
Non a caso il livello di soddisfazione sessuale mostra un miglioramento dopo dimagrimento post intervento.

Per quanto riguarda la popolazione maschile è interessante osservare il fenomeno della bisessualità, della presenza di depressione e dell’assenza di miglioramento della sessualità post chirurgica e come questi correlio sempre con storie di abuso.
Le dieci donne oggetto di abuso hanno tutte una relazione di coppia, a differenza degli uomini che sono single. Sono tutte eterosessuali.
La popolazione maschile appare anche meno disposta a sottoporsi a psicoterapia, sia prima che dopo l’intervento.

Questo dato potrebbe suggerire che gli uomini, ottenuto il dimagrimento e la soddisfazione di interazioni eterosessuali, si ritengono soddisfatti, le donne mostrano una maggiore disponibilità alla psicoterapia forse per superare le problematiche ansiose, depressive e il vissuto di disturbo di auto immagine che le ha afflitte per una buona parte della loro vita.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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