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Perfetti sconosciuti: amore, amicizia e menzogne nel film di Paolo Genovese – Cinema & Psicologia

Nella commedia Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, al centro della trama vi sono i segreti tra 7 amici e intrighi amorosi coinvolgenti tra i personaggi

Di Roberto Lorenzini

Pubblicato il 18 Gen. 2017

Il film “Perfetti sconosciuti” è una commedia arguta, spietata e divertente da morire in senso vero e proprio perché suscita una grande disperazione sulla natura dell’essere umano se non la si trasforma rapidamente in compassionevole benevolenza scoprendolo sostanzialmente buono ma straordinariamente bischero da essersi dato assurde regole che poi regolarmente trasgredisce annegando nella rabbia, nella colpa e nella vergogna.

 

“Perfetti sconosciuti”: una commedia divertente dai temi importanti

“Non ho voluto giocassimo perché siamo tutti frangibili” con queste parole Marco Giallini uno dei sette superbi protagonisti imbocca nell’altro verso la sliding door e riporta la pellicola sul binario di una consueta ipocrita e rassicurante serata tra vecchi amici che celebrano – ognuno con un ruolo risaputo – la solita messa della conferma della propria identità chiamando gli altri come testimoni e specchi a colpi di “ti ricordi…..” e si “ è sempre stato così….”. Non dice fragili che richiama l’idea di debolezza e friabilità, ma “frangibili”. E’ frangibile qualcosa di apparentemente solido e duro ma che può rompersi. Ricordo tutta la famiglia impegnata a raccogliere i minutissimi cristalli sul pavimento della cucina tra i “ lo avevo detto io” di mia nonna dopo che mio padre per mostrarle i segni del galoppante progresso del dopoguerra che già ci aveva donato il Moplen (che valse il premio nobel nel 1963 a Giulio Natta chimico di Imperia), aveva lanciato per l’ennesima volta a terra un bicchiere appunto infrangibile che era letteralmente esploso.

Il passaggio in televisione su Sky di “ Perfetti sconosciuti ” il film di Paolo Genovese che ha fatto incetta di meritatissimi premi mi ha riproposto, come i peperoni ripieni, alcuni temi che tipicamente conducono le persone nelle sale d’attesa di psicoterapeuti e avvocati. Come spesso succede la seconda visione di un film permette di apprezzarne meglio le sfumature non più catturati dalla curiosità sulla intrigante vicenda. Il film è una commedia arguta, spietata e divertente da morire in senso vero e proprio perché suscita una grande disperazione sulla natura dell’essere umano se non la si trasforma rapidamente in compassionevole benevolenza scoprendolo sostanzialmente buono ma straordinariamente bischero da essersi dato assurde regole che poi regolarmente trasgredisce annegando nella rabbia, nella colpa e nella vergogna.

L’amore e l’amicizia al centro della trama di “Perfetti sconosciuti”

Tralascio qualsiasi accenno sul film se non che è lo scoprirsi come perfetti sconosciuti di sette amici storici che decidono di condividere sms e telefonate per lo spazio di una cena. I segreti non riguardano ovviamente solo la vita affettivo sessuale ma più in generale il modo in cui ci si è sempre raccontati seppure la parte principale la fanno appunto gli intrighi amorosi. Dati di maggio 2016 riportati dalla sessuologa Roberta Giommi e ripresi dal Corriere della sera e dall’Avvenire (quest’ultimo per invitare al perdono cristiano i cornuti) ci dicono che in Italia l’80% delle coppie si tradisce e che a sua volta l’80% dei tradimenti viene scoperto e ancora che il 70% delle coppie con un tradimento scoperto sopravvive (fatti due calcoli con le probabilità multiple il 40% delle coppie si separa per un tradimento scoperto). A questo tema con Sandra Sassaroli abbiamo dedicato una serie di articoli sotto il titolo complessivo di “Tracce del tradimento”.

L’origine della maggior parte dei guai sta nell’identificazione tardo romantica dell’amore e della sua forma codificata, il matrimonio, con la passione e l’innamoramento, con la conseguenza che ci si giura eterno amore e poi quando invece ci si innamora di qualcun altro va tutto a monte.
L’amore riguarda i comportamenti volontari, è decidibile e gestibile ed ha lo scopo di fare in modo che l’altro stia bene. In termini più tecnici amare vuol dire adottare gli scopi di un altro, vale a dire che si ha lo scopo che lui raggiunga i suoi scopi (attenzione non i propri ed è al confine tra i sistemi motivazionali della cooperazione e dell’accudimento/attaccamento).

Lo vediamo all’opera nell’amicizia, nell’amore per i figli e va dal semplice “voler bene” al “dare la vita per l’altro”. L’amore – essendo un atteggiamento del soggetto- non si riduce se praticato, ma addirittura nell’allenamento si accresce. Ogni figlio è amato completamente, chi ha molti amici non gli vuole meno bene di chi ne ha pochi, anzi. La parola d’ordine dell’amore è “dare” o, nella sua versione grandiosa “darsi”.

L’innamoramento è tutta un’altra faccenda. Qui la parola d’ordine è “prendere”. Gli scopi che si perseguono sono i propri e sono scopi di possesso dell’altro. Il bene dell’altro è perseguito solo se coincide con il proprio, altrimenti lo si ignora e non c’è bisogno di arrivare ai casi di femminicidio per constatarlo. Il sistema motivazionale in ballo è quello sessuale/riproduttivo ed è prevista l’esclusività che la gelosia protegge. L’innamoramento sebbene non ne conosciamo esattamente i trigger è ingestibile, riguarda i sentimenti e non i comportamenti e quindi è azzardato, presuntuoso o mendace prendere impegni su di esso perché è indipendente dalla volontà.

Questa ovvietà l’umanità la conosceva benissimo nel lontano tempo dei matrimoni combinati che erano un contratto che nulla aveva a che fare coi sobbalzi del cuore (matrimoni che non sembra avessero esiti peggiori degli attuali) e fino alle nostre bisnonne che tolleravano un marito cacciatore nei bordelli e con le amanti, meglio se più d’una, purchè portasse a casa lo stipendio e non le malattie. Sulla donna che tradisce si è sempre stati un po’ più rigidi sia per il predominio maschile nella società, sia perchè la paternità non è mai certa come la maternità per cui lo stipendio portato a casa rischia di essere utilizzato per allevare un bastardo con un certo disappunto del gene egoista (vedi la teoria di Dawkins). Il rapporto tra innamoramento e amore è complesso. Non nego che l’innamoramento, non scelto, possa essere un utile viatico per la scelta dell’oggetto d’amore, purchè non si confondano le due cose e non ci si meravigli quando il primo, terminato il suo compito di talent scout, torni a fare il suo lavoro su più vasta scala. Immaginate come sarebbe un mondo in cui non si debba fingere sentimenti su cui non si ha controllo ma invece si fosse rispettosi nei comportamenti ai contratti fatti!

Ipocrisia e verità a confronto

Il film Perfetti sconosciuti smaschera l’ipocrisia con cui proteggiamo la nostra zona di comfort identitario (chi è senza peccato scagli la prima pietra) ma contemporaneamente il mito della sincerità assoluta. Da inveterato bugiardo e contastorie sono naturalmente diffidente verso coloro che affermano di essere senza segreti (non è, tra l’altro, un item della scala L del MMPI?), di dire sempre la verità vera, di non avere peli sulla lingua e riferire chiaramente le cose come stanno (trascurando che le cose stanno soprattutto negli occhi degli osservatori). La verità è assolutamente sopravvalutata.

Quando mi capita di ricevere insieme ad un figlio una madre che dichiara orgogliosa “ entro,dottore, tanto lui non ha segreti per me”, in prima battuta penso che il ragazzo è stato bravo a farglielo credere, godendo così di molta più libertà di manovra non essendo attenzionato, ma se mi accorgo che le cose stanno effettivamente così allora mi preparo a tirar fuori l’armamentario farmacologico perché il rischio psicotico è elevato. Voglio dire che è intorno alle piccole omissioni e menzogne che si costituisce il primo adolescenziale nucleo identitario. Verrebbe da dire “Mento ergo sum”. E forse non è un caso che in questa prima separazione protetta dalla menzogna, il corpo e la sessualità, le porte chiuse del bagno e la chiave della stanza e dei cassetti abbiano un ruolo centrale.

Comunque il film merita di essere visto soprattutto perché è bello, originale e pieno di colpi di scena, ma prima assicuratevi del candore del vostro cellulare.

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