Le visite domiciliari sono state strutturate inizialmente per prevenire l’abuso e il neglect infantile ed è stato inoltre valutato come, tramite un intervento a domicilio su un campione di madri con depressione post partum, al diminuire della sintomatologia depressiva fosse presente un miglioramento dell’adattamento del bambino.
La depressione post partum
La depressione post partum si presenta con sintomi simili a quelli di un episodio depressivo maggiore, insorge entro 3-6 mesi dopo la nascita e dura nel tempo. La prevalenza è del 10-15% rispetto alla popolazione generale ed il rischio di sviluppare una depressione postnatale è maggiore nelle 5 settimane dopo il parto (Scottish Intercollegiate Guidelines Network, 2002). Tra il 20 e 40% delle donne con episodio di depressione post natale hanno un’alta possibilità di ricaduta in una successiva gravidanza (Beyondblue Clinical Practice Guidelines, DRAFT, 2010).
L’intervento sulla depressione post partum è suddiviso in: prevenzione (intervento psicoeducativo e di sostegno sociale) e trattamento (terapia individuale, terapia di gruppo, terapia psicofarmacologica).
In letteratura inoltre rileviamo la presenza di diversi studi su interventi a domicilio per la depressione post partum. Tali interventi possono essere condotti sia a scopo preventivo (visite domiciliari ad esempio durante il periodo prenatale) sia a scopo terapeutico quando la Depressione Post Partum è già conclamata.
L’intervento a domicilio per il trattamento della depressione post partum
Tali tipi di interventi mirano sia al benessere della madre sia a quello del bambino. Le visite domiciliari sono state strutturate inizialmente per prevenire l’abuso e il neglect infantile ed è stato inoltre valutato come, tramite un intervento a domicilio su un campione di madri con depressione post partum, al diminuire della sintomatologia depressiva fosse presente un miglioramento dell’adattamento del bambino (Gelfand et al., 1996). Negli Stati Uniti, dove è nato tale approccio e dove è maggiormente diffuso, ci sono almeno 500.000 coppie madri/bambino inserite nei programmi delle visite a domicilio (Astuto & Allen ,2009).
Le madri tipicamente inserite nei trattamenti a domicilio hanno come caratteristiche i fattori di rischio per la depressione quali l’isolamento sociale, la povertà e una storia traumatica (Ammerman et al, 2010) .
In una review sugli interventi a domicilio per il trattamento e la prevenzione della Depressione Post Partum (Leis et. al 2008) viene riportato come questo tipi di interventi possano avere un potenziale nell’affrontare la depressione post partum in un modo efficace per le seguenti ragioni:
- I dati presenti in letteratura suggeriscono che l’individuazione e il trattamento della depressione postpartum rimane problematica nonostante le donne in gravidanza possano interagire maggiormente con il sistema sanitario rispetto a una qualunque altro periodo della propria vita ( Kelly et al 2001 ; Lumley et al 2004 ; US Department of Health and Human Services 2001) . Generalmente infatti le madri depresse raramente ricevono un trattamento (Lennon et al 2001). Le visite a domicilio sono potenzialmente un importante setting nel quale le madri depresse possono essere identificate e trattate (Guterman et al. 2001). Il setting a domicilio potrebbe rimuovere un ostacolo nell’ottenere la cura della salute mentale (Ammerman et al 2011).
- Gli interventi a domicilio appaiono utili per l’alto rischio, per le famiglie a basso reddito che probabilmente hanno una maggiore necessità dei servizi di salute mentale ma che tuttavia devono affrontare numerose barriere per ottenere il trattamento.
- I programmi home-based sono un luogo naturale per integrare la prevenzione e/o il trattamento della depressione post partum perchè tali programmi, in USA, già trattano un gran numero di donne in gravidanza o che hanno recentemente partorito.
Per quanto concerne l’approccio cognitivo-comportamentale in letteratura sono presenti evidenze sull’efficacia della CBT per il trattamento e la prevenzione della depressione post partum (Sockol, 2015). Appare inoltre come efficace un maggiore sostegno sociale (Milgrom et. al 2013). La CBT appare essere un trattamento maggiormente efficace per la sintomatologia depressiva; inoltre appare importante cercare di adattare il trattamento al contesto e ai bisogni di quel target, in quanto potrebbero essere la causa della patologia e della resistenza al trattamento presso uno studio/ambulatorio.
Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a domicilio
Per tale motivo è stata strutturata, all’interno di programmi già strutturati di home-visit, la In-Home Cognitive Behavior Therapy (IH-CBT) che ha riadattato il protocollo CBT di Beck alla depressione post partum e al setting domiciliare. Tale trattamento risponde alle esigenze delle home visit di fornire un approccio evidence-based e di rispondere alle esigenze specifiche delle nuove madri che sono socialmente isolate e vivono in povertà, e utilizza chi effettua la visita domiciliare per facilitare l’ingaggio e per massimizzare i risultati per mamme e bambini.
I dati in letteratura riferiscono un significativo miglioramento della sintomatologia depressiva, un maggiore sostegno sociale e livelli inferiori di altri sintomi psichiatrici se si confrontano due gruppi composti da madri depresse trattate con IH-CBT vs Home visit. (Ammerman et. al., 2012). Attualmente tuttavia non sono presenti studi in letteratura che confrontino la psicoterapia a domicilio con la psicoterapia in studio rispetto a tale campione.
Il manuale di IH CBT non è stato ancora pubblicato, tuttavia successivamente è stato strutturato un programma “Moving Beyond Depression”, basato su IH-CBT e strutturato dagli stessi autori (Johnson K., Ammerman R.T., Van Ginkel J.B.; 2014). Nello specifico tale trattamento si rivolge maggiormente alle madri più giovani che hanno affrontato per la prima volta la gravidanza.
E’ presente inoltre in letteratura un protocollo specifico CBT (Milgrom et al., 2013) per il trattamento del post partum che può essere sia di gruppo sia individuale in ambulatorio. Inoltre nei casi clinici riportati l’autore riferisce di aver compiuto degli interventi individuali a domicilio per migliorare le abilità di uscire di casa per poi successivamente inserire una paziente nel trattamento di gruppo psicoterapeutico.
Conclusioni
In letteratura è riportato come siano presenti delle barriere al trattamento della depressione post partum, uno dei problemi associati al trattamento del post partum è l’inabilità delle donne di recarsi in terapia a causa delle responsabilità legate alla cure infantili (Ugarriza, 2004).
A partire dai dati riportati ci chiediamo quindi se l’intervento domiciliare sulla depressione post partum potrebbe essere utile in alcuni casi specifici. Gli interventi individuali a domicilio potrebbero essere utilizzati con il fine di migliorare le abilità di uscire di casa per poi successivamente poter accedere alla terapia individuale e/o di gruppo maggiormente adatta a quella persona in accordo con un terapeuta esperto.