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Francesca Woodman e l’arte della fotografia: “E’ una questione di convenienza: io sono sempre disponibile”

La fotografia terapeutica, come quella di Francesca Woodman, è utile per la scoperta di se stessi, i terapeuti infatti fanno spesso uso della fototerapia.

Di Ursula Valmori

Pubblicato il 22 Nov. 2016

Francesca Woodman (1958-1981), una delle figure più emblematiche dell’arte fotografica degli ultimi quarant’anni, era solita fotografarsi in maniera quasi ossessiva.

 

E spiegava così il perché ad un’amica, con un misto di ironia e di pragamatismo:

E’ una questione di convenienza: io sono sempre disponibile.

Francesca Woodman cominciò a lavorare con il mezzo fotografico a soli tredici anni, quando realizzò il suo primo autoscatto (“Self-portrait at thirteen”). Nei nove anni che separano questo esordio dalla sua morte (si suicidò nel gennaio del 1981) l’artista continuò a fotografare se stessa negli ambienti più disparati.

Francesca Woodman e l'arte della fotografia: "E' una questione di convenienza: io sono sempre disponibile" - self portrait at 13
Francesca Woodman – Self Portrait at thirteen

 

Francesca Woodman e il rapporto tra corpo e spazio

Al centro dell’obiettivo c’è sempre il suo corpo, nudo, accostato ad elementi naturali o deformato con vetri, lacci o, ancora, trasformato in statua o in oggetto inanimato. Anche le pose sono molto interessanti, in parecchie foto assai sensuali, si tratta di una sensualità intimamente legata al dolore e alla morte, possibile rappresentazione della morte psichica cui si va incontro se il corpo non trova una sua dimensione ed un suo spazio nella realtà.

L’opera di Francesca Woodman si sviluppa attorno allo studio del rapporto tra il proprio corpo e lo spazio, e al modo in cui questo rapporto viene rappresentato attraverso la fotografia. Il corpo femminile diventa oggetto di studio ed autoriflessione; l’impiego del proprio corpo è per Francesca un’attività totalizzante e durissima, è molto più di una ricerca puramente estetica, è un “gioco psicologico” profondo e drammatico.

Ci ritroviamo quindi a riflettere su alcune dimensioni fondamentali dello psichico attraverso gli scatti di Francesca Woodman. In altre parole, la Woodman costruisce fotografie di forte carattere introspettivo, quasi a voler scavare nel profondo del proprio animo, cercando di esternare, attraverso l’arte fotografica, le sue paure ed i suoi incubi.

 

L’autoritratto e la fotografia in psicoterapia

Con i suoi autoritratti Francesca Woodman esplora la sua anima e la sua psiche. Non a caso, infatti, l’autoritratto è oggetto di studio anche in psicologia. Autoritratto, in campo psicologico, non significa solo scattarsi delle fotografie, ma si intende soprattutto il rapporto che ognuno ha con la rappresentazione della propria immagine.

Quella della Woodman potrebbe essere definita una “fotografia terapeutica”, uno strumento facilitatore per acquistare maggiore consapevolezza di alcuni aspetti della propria personalità.

L’autoritratto è una tecnica molto valida per mettere a nudo quelle emozioni faticose da esprimere e che scuotono l’interiorità, motivo per cui la fotografia viene usata anche per trattamenti terapeutici, per esempio in persone affette da anoressia o bulimia, in persone che hanno bisogno di riaccettare la propria immagine dopo un incidente o una malattia, oppure in individui che soffrono di ansia o di disturbi dell’umore, o in soggetti che costituzionalmente hanno un deficit linguistico, o disfunzioni cerebrali.

La fotografia è infatti un medium artistico molto potente da un punto di vista emotivo e può essere molto efficace nelle cure psicoterapeutiche (fototerapia). Quindi, mentre la “fotografia terapeutica” viene utilizzata dalle persone, come da Francesca Woodman, per l’analisi e la scoperta di se stesse, la fototerapia viene utilizzata dagli psicoterapeuti per assistere altre persone che hanno bisogno di aiuto per risolvere i loro problemi. In entrambi i casi, il mezzo fotografico è un potentissimo alleato che ci aiuta ad entrare in contatto con noi stessi molto profondamente.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • AA.VV. Francesca Woodman. Retrospettiva fotografica. Catalogo della mostra, Siena 26 settembre 2009-10 gennaio 2010.
  • Breman L. (1996). La fototerapia in psicologia clinica. Erickson. Trento.
  • Ferrari S., Tartarini C. (2010). Autofocus. L’autoritratto fotografico tra arte e psicologia. CLUEB. Bologna.
  • Merigliano D. (2014). L’immagine e il significato personale: Francesca woodman, una fotografa “di passaggio”, in Atti del XVII Congresso Nazionale SITCC. Genova.
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