Il workshop si propone di fornire gli indici per una diagnosi differenziale fra il disturbo dell’apprendimento non verbale (NLD) e il disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento (HFA), una presentazione dei principali strumenti di valutazione e uno spunto di riflessione attraverso la presentazione di un caso clinico.
Workshop di Irene Cristina Mammarella e Ramona Cardillo (Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, Università di Padova)
Poiché non esistono criteri rigorosi e specifici per una diagnosi differenziale, i due disturbi vengono spesso confusi anche a causa degli elementi di comorbilità. Ramona Cardillo presenta una ricerca con l’obiettivo di definire quali siano i criteri diagnosticamente più rilevanti di entrambi i disturbi arrivando a definirne le specificità: i soggetti con disturbo di apprendimento non verbale presentano un alto deficit delle abilità visuospaziali, mentre i soggetti con autismo ad alto funzionamento mostrano un’attenzione ai dettagli che permette loro di ottenere delle cadute non significative nelle prove di tipo visuospaziale.
Vengono quindi presi in considerazione i test e prove utili per l’assessment e la diagnosi differenziale in modo da capire le diverse performance di un soggetto con disturbo dell’apprendimento non verbale e un soggetto con autismo ad alto funzionamento. Tra tutti quelli utilizzati nella ricerca, il test della Figura Complessa di Rey in cui la caduta del soggetto con disturbo dell’apprendimento non verbale è più significativa e il disegno di cubi della WISC-IV in cui in soggetto con autismo ad alto funzionamento ha una performance migliore, danno i risultati più esemplificativi delle specifiche caratteristiche dei due disturbi.
La presentazione del caso clinico permette alla platea di riflettere, alla luce della ricerca e dei dati riportati, sulla complessità della diagnosi differenziale fra il disturbo dell’apprendimento non verbale e il disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento.