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Uno studio interdisciplinare per osservare gli effetti degli attacchi terroristici del 13 novembre sulla popolazione francese

Il progetto '13 Novembre', sui dati di oltre 1000 volontari, cercherà di far luce sui problemi della popolazione dopo gli attacchi terroristici a Parigi. 

Di Chiara Ajelli

Pubblicato il 14 Lug. 2016

In che modo gli eventi traumatici degli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 si sviluppano nella memoria della popolazione, a livello collettivo o individuale? Come la memoria individuale interagisce e si nutre della memoria collettiva e viceversa? E’ possibile, studiando alcuni markers cerebrali, prevedere se nelle vittime si svilupperà un disturbo post-traumatico da stress, e chi si riprenderà più rapidamente?

 

Quelle appena presentate sono alcune delle questioni affrontate nell’ambizioso programma del 13 Novembre coordinato dal Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), dall’’Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (Inserm), dall’Hésam Université e dalla collaborazioni di ulteriori numerosi partner.

Questo programma di ricerca transdisciplinare, co-diretto dallo storico Denis Peschanski e dal neuropsicologo Francesco Eustache, si baserà sulla raccolta e l’analisi dei dati di 1000 volontari intervistati quattro volte in dieci anni.

Dato il coinvolgimento di diverse centinaia di persone, questo studio è il primo a livello mondiale in termini di dimensioni, numero di discipline comprese e protocollo utilizzato. Infatti i risultati attesi porteranno beneficio nei settori socio-storico e biomedico, ma non solo, avranno implicazioni anche per quanto riguarda la politica e la salute pubblica.

Dopo l’appello lanciato lo scorso novembre da Alain Fuchs, presidente del CNRS, la comunità di ricerca sta cercando di chiarire i problemi che deve affrontare la società a seguito degli attacchi terroristici che hanno colpito la Francia nel corso dello scorso anno. Questo invito ha dato luogo a un programma interdisciplinare di una durata prevista di 12 anni.

Coordinato dal CNRS e dall’INSERM in collaborazione con l’Hésam Université, questo progetto si propone di studiare la costruzione e l’evoluzione della memoria dopo gli attacchi del 13 novembre 2015, e il rapporto tra memoria individuale e collettiva.

All’interno del progetto 13 novembre, il ruolo del CNRS sarà quello di sostenere due scienziati scelti per monitorare gli studi che coinvolgono 150 ricercatori di diverse discipline in un programma a lungo termine di una portata senza precedenti – spiega Alain Fuchs – L’Inserm invece si è impegnata sin dall’inizio unendo all’interno del progetto le scienze umane e sociali con gli ultimi progressi delle neuroscienze.

È proprio grazie a questo programma interdisciplinare e ambizioso che sarà possibile rispondere alle domande poste in precedenza.

Saranno raccolte e analizzate le testimonianze di 1000 volontari. Alcuni di questi hanno sperimentato gli eventi da vicino: i sopravvissuti, i loro familiari e amici, la polizia, i militari, i vigili del fuoco, i medici e gli operatori sanitari coinvolti. Altri sono stati colpiti indirettamente, vale a dire i residenti e gli utenti dei quartieri interessati, i Parigini provenienti da altre zone, e infine gli abitanti di diverse città francesi, tra Caen e Metz.

Anche la scala utilizzata in questo studio lo rende innovativo: i 1000 partecipanti saranno seguiti per 10 anni in quattro campagne di interviste filmate (nel 2016, 2018, 2021 e 2026). Le linee guida per le interviste sono state scritte congiuntamente da storici, sociologi, psicologi, psicopatologi e neuroscienziati, in modo tale che il materiale raccolto venga utilizzato da ogni disciplina.

Verrà inoltre eseguito uno studio biomedico in 180 dei 1000 partecipanti: 120 persone colpite direttamente dagli attacchi, alcune delle quali sono affette da disturbo post-traumatico da stress, e 60 che vivono a Caen. Le interviste e la risonanza magnetica al cervello, condotte contemporaneamente e riprese, contribuiranno a far luce su l’impatto dello stress traumatico sulla memoria (inclusi i pensieri e le immagini intrusivi, caratteristica del disturbo post-traumatico da stress), e di identificare i markers associati alla resilienza cerebrale al trauma.

In parallelo, la ESPA, in collaborazione con il programma 13 Novembre, analizzerà attraverso un questionario su Internet l’impatto psico-traumatico degli attacchi terroristici su coloro che sono stati direttamente esposti, e la validità dei canali di assistenza sanitaria.

Il programma è di importanza fondamentale per tutte le discipline scientifiche rappresentate. Gli storici e i sociologi cercheranno di capire come le singole testimonianze vadano a costruire la memoria collettiva. I linguisti misureranno l’evoluzione del lessico e le costruzioni sintattiche. Il neuropsicologo si concentrerà sul consolidamento e ri-consolidamento della memoria e del suo funzionamento. Per quanto riguarda i neuroscienziati, si lavorerà sulle modifiche delle rappresentazioni mentali, sul disturbo post-traumatico da stress e sulla possibilità di eliminare ricordi dolorosi. Gli psicopatologi si concentreranno sull’impatto degli attacchi terroristici sull’immagine di sé, i meccanismi di difesa e il rapporto con la distruttività.

Inoltre, il programma 13 Novembre sarà utile per il diritto penale, le politiche di sostegno alle vittime, la gestione delle crisi e le pratiche commemorative. Le interviste filmate avranno anche un valore come patrimonio mondiale, i quanto preserveranno e trasmetteranno la memoria degli attacchi del 13 novembre.

Il progetto 13 Novembre ha avuto inizio il 13 maggio a Caen e il 2 giugno a Bry-sur-Marne per quanto riguarda le interviste filmate. Lo studio biomedico ha invece avuto inizio il 7 giugno presso l’impianto di imaging biomedico Cyceron a Caen. I primi risultati dovrebbero essere disponibili in autunno 2017, mentre quelli finali sono attesi nel 2028, due anni dopo le ultime interviste.

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