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Lo stadio sensomotorio secondo la teoria di Piaget – Introduzione alla Psicologia

Lo stadio sensomotorio è la prima tappa di sviluppo cognitivo nella teoria di Piaget: parte dalla nascita per concludersi verso i due anni di vita.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 26 Mag. 2016

La scorsa settimana è stata introdotta, in maniera generale, la teoria di Jean Piaget. Ora, entriamo più nello specifico enucleando dettagliatamente i singoli stati che caratterizzano questo modello di sviluppo cognitivo nel bambino. Questa settimana parleremo del primo dei cinque stadi di sviluppo cognitivo: lo stadio sensomotorio.

INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA RUBRICA DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA IN COLLABORAZIONE CON LA SIGMUND FREUD UNIVERSITY DI MILANO

 

 

Lo stadio sensomotorio secondo la teoria di Piaget: introduzione

Secondo la teoria di Jean Piaget il bambino nasce con un bagaglio genetico che gli permette un adeguato sviluppo cognitivo che si verifica secondo tappe o fasi ben determinate.

Ogni fase presenta delle caratteristiche proprie che derivano dall’interazione tra strategie innate e la realtà circostante. Da questa interazione, e in base alla propria esperienza personale, si implementano le diverse  strategie diventando, col progredire dello sviluppo, sempre più complesse e articolate.

Il bambino, dunque, fin dalla nascita conosce il mondo esterno utilizzando due processi: l’assimilazione e l’accomodamento, che permettono di aggiungere informazioni (assimilazione) a conoscenze già esistenti implementando gli schemi, rendendoli più complessi ed elaborati (accomodamento).

Ogni stadio di sviluppo cognitivo comprende una serie di fasi operative che lo caratterizzano e lo rendono unico.

 

Lo stadio sensomotorio secondo la teoria di Piaget

Second Jean Piaget lo sviluppo mentale del bambino procede di pari passo alla sua crescita organica e tende a raggiungere l’equilibrio o omeostasi. Il bambino appena nato non riesce a distinguere se stesso dal mondo esterno (egocentrismo). Il mondo esterno del bambino, dunque, è costituito solo da immagini e suoni che appaiono e scompaiono senza una ragione obiettiva. Per questo egli non è in grado di compiere una ricerca attiva delle cose facenti parte dell’esterno, ma assume una posizione passiva in cui le immagini si susseguono senza interazione. Col progredire dell’età il bambino da soggetto passivo diventa attivo nella conoscenza e nell’interazione con l’ambiente esterno.

 

 

Lo stadio sensomotorio nella teoria di Piaget: in cosa consiste?

La fase sensomotoria è la prima tappa di sviluppo cognitivo e parte dalla nascita per concludersi verso i due anni di vita. Essa è suddivisa in sei stadi uguali per i bambini di tutto il mondo, per questo non è possibile si possa saltare uno stadio né sintetizzare i processi tipici di quello stadio, ma ogni individuo è necessario acquisisca e sviluppi i diversi schemi tipici di ogni fase.

Durante i primi due anni di vita gli schemi di azione di base gradualmente si coordinano per dare luogo a schemi e comportamentali più complessi.

 

 

Lo stadio sensomotorio secondo la teoria di Piaget: gli stadi

Stadio sensomotorio 1, da 0 a 1 mese

Tipici di questa fase sono una serie di riflessi definiti innati, quali la suzione, i movimenti oculari e i movimenti degli arti, che Piaget considerava molto importanti perché rappresentano la base dello sviluppo cognitivo o i primi schemi sensomotori del bambino.

Non c’è ancora né imitazione né gioco, però il bambino è stimolato a piangere dal pianto di altri bambini o a esprimere col pianto a una serie di richieste.

 

Stadio sensomotorio 2, da 1 a 4 mesi

Si registra in questa fase una evoluzione e integrazione degli schemi sensomotori individuali e di base: succhiare, guardare, ascoltare, vocalizzare e afferrare gli oggetti, poiché si passa a ripetere questi riflessi innati molte volte durante l’arco della giornata in maniera spontanea.

In seguito, relazionando tra loro gli schemi sensomotori, il bambino comincia ad attribuire un significato all’azione. A esempio il bambino nel sentire un suono gira la testa e gli occhi nella direzione della fonte del suono. In questa fase si presentano altri due schemi: succhiare-afferrare, portare alla bocca oggetti per conoscerli, e vedere-afferrare, prendere tutto quello che capita tra le mani.

La schema sensomotorio mano e occhio sarà un mezzo molto importante per esplorare l’ambiente e acquisire nuove nozioni provenienti dall’ambiente esterno.

Inoltre, il bambino inizia a seguire con lo sguardo un oggetto che cade nel suo campo visivo e quando lo perde l’unico tentativo che compie nella speranza di ritrovarlo è prolungare i movimenti nel ritornare al punto in cui l’oggetto è sparito. In questo modo assegna permanenza agli oggetti fino al momento in cui riesce a seguirli e a ritrovarli con movimenti semplici.

Compaiono quelle che sono definite le reazioni circolari primarie, ovvero la ripetizione di un’azione prodotta inizialmente per caso, che il bambino esegue per sperimentare gli interessanti effetti. Grazie alla ripetizione, l’azione originaria si consolida e diventa uno schema che il bambino è capace di eseguire con facilità anche in altre circostanze.

 

Stadio sensomotorio 3, dai 4 agli 8 mesi

Durante questa fase il bambino inizia a compiere delle azioni motorie e continua a eseguirle ripetutamente per il puro piacere di verificare cosa accade nell’ambiente nel momento in cui compie quell’azione.

Per esempio il bambino può afferrare e scuotere un giocattolo che produce un suono. A questo punto, preso dallo stupore del risultato ottenuto continua con l’azione appena prodotta.

Durante questa fase il bambino diventa sempre più sociale grazie all’acquisizione di una serie di capacità sensomotorie che gli permettono di interagire con l’esterno.

Il bambino sposta la sua attenzione al mondo esterno, oltre che al proprio corpo, cercando di afferrare, tirare, scuotere, muovere gli oggetti che stimolano la sua mano per vedere che rapporto c’è tra queste azioni e i risultati che derivano sull’ambiente, reazioni circolari secondarie.

 

Stadio sensomotorio 4, dagli 8 ai 12 mesi

Compaiono i primi movimenti intenzionali, diretti verso uno scopo, coordinazione mezzi-fini. In questa fase il bambino può stringere una mano producendo un effetto sensoriale, che rappresenta lo scopo. Così facendo il bambino mostra una maggiore integrazione nel mondo esterno e maggiore interazione con gli altri.

Il bambino, inizia a percepire che esistono degli oggetti che possono essere soggetti a diversi schemi d’azione, come scuotere, spostare, dondolare ecc. in questo modo inizia a comprendere che gli oggetti sono indipendenti dalla sua attività percettiva o motoria.

 

Stadio sensomotorio 5, dai 12 ai 18 mesi

È una fase di esplorazione e interazione attiva e intenzionale in cui il bambino vuole esplorare per scoprire il mondo esterno. Quando scopre un oggetto nuovo gli piace esplorare le proprietà attraverso la messa in atto di schemi nuovi che derivano da evoluzioni di vecchi schemi, reazioni circolari terziarie. In questo modo scopre nuovi modi per raggiungere nuovi e vecchi scopi.

 

Stadio sensomotorio 6, dai 18 i 24 mesi

E’ la fase della rappresentazione degli oggetti attraverso simboli. Il bambino sarà capace di distinguere mentalmente il simbolo e l’oggetto che rappresenta. Dunque, il bambino riesce a trovare dei modi rappresentazionali alternativi e renderli concreti nel comportamento esplicito. Si arriva in questo modo alla comparsa del gioco simbolico. Grazie alla comparsa della funzione simbolica il bambino è in grado di agire sulla realtà col pensiero. Inoltre, usa le parole non solo per accompagnare le azioni che sta compiendo (nominare o chiedere un oggetto presente), ma anche per descrivere cose non presenti e raccontare quello che ha fatto o visto qualche tempo prima. Il bambino è in grado di riconoscere oggetti anche se ne vede solo una parte. È in grado di imitare i comportamenti e le azioni di un modello di riferimento, anche dopo che questo è uscito dal suo campo percettivo. Sa imitare azioni e comportamenti di coloro che hanno un’importanza di tipo affettivo- relazionale.

Per concludere l’intelligenza sensomotoria e gli schemi di cui è composta non finiscono e scompaiono con la prima infanzia, ma ciò che si acquisisce rimane per tutta la vita. Chiaramente, con la comparsa della capacità simbolica e di altre forme di intelligenza più alte quelle di base restano più silenti perché fungono da fondamenta per tutto lo sviluppo cognitivo dell’essere umano.

 

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Piaget J., Intervista su conoscenza e psicologia Laterza, Bari 1978.
  • Piaget J., (1964). Lo sviluppo mentale del bambino e altri studi di psicologia. Einaudi, Torino 1967.
  • Piaget J., (1926). La rappresentazione del mondo nel fanciullo. Boringhieri, Torino 1966.
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