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Disortografia evolutiva: caratteristiche cliniche e trattamento

La disortografia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento caratterizzato da un’evidente lentezza esecutiva nella realizzazione dei grafemi.

Di Angela Ganci

Pubblicato il 15 Apr. 2016

Aggiornato il 12 Lug. 2016 11:58

La disortografia evolutiva è descritta come una difficoltà di apprendimento relativa all’espressione scritta, caratterizzata da prestazioni notevolmente al di sotto di quelle attese in base all’età cronologica e che persistono per almeno sei mesi, nonostante la messa in atto di interventi mirati.

 

Cosa si intende per disortografia evolutiva?

La disortografia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento caratterizzato da un’evidente lentezza esecutiva nella realizzazione dei grafemi, contraddistinta da errori di tipo fonologico (come aggiunta o omissione di grafemi), visivo-ortografico (come scambio di c con q) o fonetico (omissione o aggiunta di consonante doppia), attribuibili sia a insufficienti abilità nella conversione grafema-fonema sia nel difettoso richiamo in memoria della forma ortografica della parola (Vio, Tressoldi e Lo Presti, 2012). Particolare rilevanza, per il suo carattere di indicatore di rischio, assume l’errore fonologico dello scambio di grafema (per esempio vilo per filo) (Cornoldi, Re e Tressoldi, citato in Vio, Tressoldi e Lo Presti, 2012).

Il DSM-V (American Psychiatric Association, 2013), nell’accorpare tutti i disturbi specifici dell’apprendimento in un’unica diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento, descrive la disortografia come una difficoltà di apprendimento relativa all’espressione scritta, caratterizzata da prestazioni notevolmente al di sotto di quelle attese in base all’età cronologica e che persistono per almeno sei mesi, nonostante la messa in atto di interventi mirati.

 

Disortografia e DSA: la situazione italiana

Per potersi porre diagnosi di disortografia è necessario che tale difficoltà non sia conseguente a disabilità intellettive o alterazioni a carico dell’acuità visiva o uditiva, non derivi da disturbi mentali o neurologici, svantaggio socio-culturale o inadeguata istruzione scolastica, purtuttavia interferendo significativamente con il rendimento scolastico e con le attività della vita quotidiana.

Un disagio che incide sulla qualità e l’efficienza della vista scolastica, quindi, e che interessa anche altre abilità, quali la lettura, vista la frequente associazione con la dislessia (Angelelli, citato in Vio, Tressoldi e Lo Presti, 2012).

I numeri del problema, secondo l’ultimo aggiornamento del Miur relativo all’anno scolastico 2014-2015, parlano di 47.000 alunni con Disortografia evolutiva frequentanti le scuole, sia statali che non statali, di ogni ordine e grado (contro circa 109.000 dislessici). Nel complesso si è assistito a un forte incremento di tutti i disturbi specifici dell’apprendimento nell’anno scolastico 2014/2015, con una percentuale di alunni con disturbi specifici dell’apprendimento sul totale pari al 2,1%, mentre nell’anno scolastico 2010/2011 tale percentuale era di appena lo 0,7%.

 

Possibili cause della disortografia evolutiva

Varie le cause indagate all’origine della disortografia evolutiva, in particolare fattori quali la familiarità in linea diretta (Lo Presti e Franceschi, 2013), storie di alcolismo o uso di sostanze nei genitori e un basso peso alla nascita.

Nell’analizzare l’associazione tra lo sviluppo successivo di un disturbo specifico dell’apprendimento e l’esposizione alle anestesie generali prima dei quattro anni di età, Wilder e colleghi (2009) hanno rilevato che i soggetti sottoposti ad anestesia generale prima dei quattro anni di età presentavano un rischio aumentato di sviluppare un disturbo della scrittura in correlazione con disturbi a carico di lettura e calcolo, se avevano ricevuto due o più di tre anestesie generali.

 

Riconoscere la disortografia evolutiva

Dagli elementi fin qui esposti si delinea il quadro di un problema pervasivo e potenzialmente invalidante, non solo in ambito scolastico, poiché coinvolge l’immagine di sé e che pertanto necessita di tempestive diagnosi e trattamenti di comprovata efficacia.

Gli elementi cardine su cui poggia una corretta valutazione in fase precoce della disortografia evolutiva consistono, da un lato, nell’osservazione diretta dei quaderni, al fine di rilevare la presenza degli errori tipici prima definiti, dall’altro nell’ascolto di quanto riferito da insegnanti e genitori (tipicamente il bambino resta indietro nel segnare compiti sul diario, nel dettato e nel copiato) (Vio, Tressoldi e Lo Presti, 2012).

La procedura più naturale per valutare la competenza ortografica sembra essere quella del dettato di un brano-standard. Eventuali difficoltà dovute alla modalità in cui si detta possono essere superate attraverso l’utilizzo di dettati registrati o di copiati di testi scritti, perché il bambino con disortografia evolutiva commette errori anche in fase di copiatura (Brotini, 1998).

 

Il trattamento per la disortografia evolutiva

Posta la diagnosi, l’obiettivo generale di un trattamento per la disortografia evolutiva consiste nel raggiungere una corretta e rapida corrispondenza tra rappresentazione fonologica e ortografica delle parole, stabilendo come criterio di efficacia il miglioramento del processo di scrittura, in maniera tale da osservare dei progressi maggiori di quelli attesi da un’evoluzione naturale del problema stesso.

Attualmente gli interventi che si sono dimostrati efficaci nel migliorare l’apprendimento dell’ortografia, condotti durante la scuola d’infanzia o il primo anno di scuola primaria, da insegnanti opportunamente preparati, presentano le seguenti caratteristiche (Tressoldi, 2013):

  1. Attività per favorire le abilita meta-fonologiche, come la segmentazione fonetica, che interviene nel passaggio dalla parola orale a quella scritta, e l’associazione tra grafemi e fonemi.
  2. Esplicitazione delle abilità da insegnare;
  3. Sessioni di circa 15-30 minuti l’una, con una frequenza non inferiore a due volte alla settimana, individuali o in piccoli gruppi, per un totale di 1-2 mesi

La validità di tali interventi risiede anche nell’individuazione di quei soggetti resistenti al trattamento stesso, che potranno perciò essere indirizzati verso Servizi a carattere specialistico.

Accanto a trattamenti di tipo riabilitativo, è consigliato l’uso degli strumenti compensativi in presenza di un carico di lavoro che limita fortemente l’autonomia, come nelle verifiche che richiedono molta lettura e scrittura, e solo se tale utilizzo non venga percepito come stigma dall’utente. Esistono differenti strumenti, da quelli ad alta tecnologia (correttore ortografico, riconoscimento vocale) a quelli a bassa tecnologia (dizionario) (Lo Presti e Franceschi, 2013).

Riguardo invece alle misure dispensative esse sono suggerite quando le misure compensative non sono di per sé sufficienti a garantire una sufficiente autonomia, in tal caso preferendo sostituire le verifiche scritte con quelle orali e la valutazione del contenuto e non della correttezza ortografica nelle produzioni scritte (Tressoldi, 2013).

La collaborazione tra il clinico che si occupa di diagnosi e scuola è fondamentale e deve basarsi su un’idea chiara della disortografia evolutiva, insieme realista e ottimista, che il clinico può agevolare negli insegnanti. A tal fine è importante che le famiglie e la scuola comprendano il carattere cronico della disortografia evolutiva, abbandonando l’idea della ‘guarigione’, e nel contempo l’idea erronea della semplice mancanza di impegno quale spiegazione del disturbo, puntando invece su un concreto sostegno lungo tutto il percorso formativo, attraverso la personalizzazione dell’apprendimento, capace di rafforzare l’autoefficacia e l’autostima del bambino (Vio, Tressoldi e Lo Presti, 2012).

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SCRITTO DA
Angela Ganci
Angela Ganci

Psicologia & Psicoterapeuta, Ricercatrice, Giornalista Pubblicista.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.
  • Brotini, M. (1998). Le difficoltà di apprendimento. Come affrontare disgrafie, disortografie, dislessie e discalculie. Pisa: Edizioni del Cerro
  • Lo Presti, G. e Franceschi, S. (Novembre 2013). Diagnosi e trattamento dei DSA. Comunicazione presentata al 9 convegno La Qualità dell’integrazione scolastica e sociali, Rimini
  • Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (2015). Alunni disabili, pubblicato il Focus con i dati statistici. Trovato il 24 Marzo su http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/focus031215
  • Tressoldi, P. (Aprile 2013). Raccomandazioni per il trattamento della disortografia. Comunicazione presentata al Seminario di formazione L.I.RI.P.A.C. La valutazione e il trattamento della disortografia, Padova
  • Vio, C., Tressoldi, P.E., e Lo Presti, G. (2012). Diagnosi dei disturbi specifici dell'apprendimento scolastico. Trento: Erickson.
  • Wilder, R.T., Flick, R.P., Sprung, J., Katusic, SK., Barbaresi, WJ., Mickelson, C. et al. (2009). Early exposure to anesthesia and learning disabilities in a population-based birth cohort. Anesthesiology 110(4):796-804.
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