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L’ansia cronica aumenta il rischio di depressione e demenza

Un recente studio ha analizzato quali danni provoca l'ansia cronica al cervello, identificando il legame tra stress cronico e disturbi neuropsichiatrici...

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 08 Feb. 2016

Sembra esserci una vasta sovrapposizione tra i neurocircuiti del cervello nelle tre condizioni di ansia cronica, paura e stress. Questo può spiegare il legame tra stress cronico e lo sviluppo di disturbi neuropsichiatrici, tra cui la depressione e l’Alzheimer.

Un gruppo di ricercatori del Rotman Research Institute at Baycrest Health Sciences ha pubblicato una review di studi che hanno esaminato le aree cerebrali colpite da ansia cronica, paura e stress sia negli animali e che in soggetti umani. Gli autori hanno concluso che c’è una vasta sovrapposizione tra i neurocircuiti del cervello in tutte e tre le condizioni che può spiegare il legame tra stress cronico e lo sviluppo di disturbi neuropsichiatrici, tra cui la depressione e l’Alzheimer.

 

Ansia cronica, stress e conseguenze a lungo termine

Ansia, paura e stress sono parte della vita di tutti ma quando queste reazioni emotive acute diventano frequenti o addirittura croniche, possono interferire significativamente con le attività quotidiane come il lavoro, la scuola e le relazioni. Lo stress cronico è uno stato patologico che è causato dall’attivazione prolungata della normale risposta fisiologica allo stress acuto, che può colpire duramente i sistemi immunitario, metabolico e cardiovascolare, e portare ad atrofia dell’ippocampo (cruciale per la memoria a lungo termine e l’orientamento spaziale).

La Dott.ssa Mah e colleghi hanno esaminato le strutture chiave dei neurocircuiti della paura e dell’ansia (amigdala, corteccia prefrontale mediale, ippocampo), che sono colpite durante l’esposizione a stress cronico. I ricercatori hanno notato modelli di attività cerebrale anormale simili per paura/ ansia cronica e stress cronico – in particolare un amigdala iperattivata (associata a risposte emotive) e un iperattività del PFC (aree cerebrali deputate al pensiero che aiutano a regolare le risposte emozionali attraverso la valutazione cognitiva).

Secondo la Dott.ssa Mah comunque il danno indotto dallo stress nell’ippocampo e nel PFC non è completamente irreversibile; il trattamento con anti-depressivi e l’attività fisica sembrano infatti incrementare la neurogenesi ippocampale.

La review scientifica segue un importante studio del 2014 in cui il la Dott.ssa Mah ha trovato alcune tra le prove più convincenti che l’ ansia cronica potrebbe accelerare la conversione al morbo di Alzheimer in soggetti con diagnosi di decadimento cognitivo lieve. Ha detto la Mah:

Per il futuro dobbiamo poter stabilire se gli interventi come l’esercizio fisico, la mindfulness e la terapia cognitivo comportamentale, sono grado di ridurre non solo lo stress, ma anche il rischio di sviluppare disturbi neuropsichiatrici.

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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