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Meditazione: può ridurre i pregiudizi razziali

Secondo uno studio la pratica della meditazione, anche per soli sette minuti quotidianamente, sarebbe in grado di ridurre i pregiudizi razziali.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 09 Dic. 2015

Gli effetti della meditazione si estendono anche all’ ambito della psicologia sociale. Secondo uno studio appena pubblicato su Motivation and Emotion addirittura la pratica della meditazione, anche per soli sette minuti quotidianamente, sarebbe in grado di ridurre i pregiudizi razziali. E non servirebbe essere dei meditatori professionisti.

La tecnica in questione e’ la Loving-Kindness meditation (LKM) una pratica meditativa afferente al filone buddista che promuove gentilezza incondizionata verso sè e gli altri, mediante la visualizzazione di sè e degli altri.

I ricercatori hanno voluto testare l’ipotesi secondo cui praticare la meditazione Loving-Kindness focalizzandosi su membri di un gruppo etnico diverso dal proprio avrebbe ridotto il bias automatico di preferenza delle persone appartenenti al proprio in-group etnico-culturale.
Nello studio sono stati reclutati 71 adulti, non meditatori, di origine etnica caucasica. Ad ogni soggetto è stata fornita una fotografia di una persona dello stesso genere ma di etnia africana. Successivamente i soggetti hanno seguito le indicazioni per la pratica della meditazione Loving-Kindness focalizzandosi sulla persona ritratta nella fotografia; i soggetti nella condizione di controllo invece hanno osservato percettivamente i dettagli del volto fotografato. Entrambe le condizioni hanno avuto una durata di soli sette minuti.

Utilizzando lo strumento Implicit Association Test i ricercatori hanno misurato i tempi di reazione dei partecipanti durante un compito di associazione di parole positive e negative (ad esempio ‘felicità” o “sbagliato”) a volti appartenenti ai due gruppi etnici, africano e caucasico.
Generalmente in letteratura si riscontra un bias cultural-etnico per cui le persone associano più velocemente parole positive al proprio gruppo etnico rispetto a un gruppo etnico differente (e viceversa per le parole negative). Questo dunque è spesso utilizzato come indicatore implicito del bias a differenza dei questionari self-report massivamente esposti al rischio di elevata desiderabilità sociale.

Dai risultati è stato riscontrato che solo sette minuti di meditazione Loving-Kindness rivolta ad un membro di etnia differente dalla propria è in grado di ridurre il pregiudizio etnico-razziale nei confronti di un gruppo etnico diverso dal proprio.
Gli effetti della meditazione possono andare ben oltre il benessere psico-fisico mentale, potenzialmente impattando in qualche misura anche il benessere della collettività. Implicazioni da non ignorare, che possono indurre nuovi studi e la progettazione di applicazioni nell’ ambito della riduzione dei pregiudizi etnico-culturali.

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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