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Attaccamento e Sessualità in Adolescenza

Il tipo di attaccamento e le credenze rispetto a intimità ed identità influenzano il modo degli adolescenti di approcciarsi alle prime relazioni sessuali.

Di Ilenia Sidoli

Pubblicato il 07 Set. 2015

Aggiornato il 01 Ott. 2019 15:51

Ilenia Sidoli – OPEN SCHOOL – Studi Cognitivi Milano

 

L’adolescenza è un periodo di sviluppo marcato da un significativo cambiamento di riorganizzazione all’interno della famiglia e nel gruppo di pari. Durante l’adolescenza, le funzioni dell’attaccamento sono trasferite dai genitori ai coetanei ed ad un’ eventuale relazione sentimentale.

Gradualmente i giovani adulti prendono le distanze dalla famiglia per acquisire un’autonomia emotiva, identitaria e comportamentale sempre maggiore ed iniziano ad investire nelle relazioni con i coetanei (Atger, 2006; Botbol et al.,2000; Fraley, Davis & Shaver, 1998). Nonostante i giovani di quest’età trascorrano ancora molto tempo in casa, l’autonomia dalle figure di attaccamento è maggiore e divengono sempre più importanti il rapporto con i coetanei e le esperienze sociali. Quest’ autonomia non è data da una separazione netta dai genitori ma dall’individuazione di sè stessi all’interno delle relazioni.

Durante l’adolescenza, le funzioni dell’attaccamento sono trasferite dai genitori ai coetanei ed ad un’ eventuale relazione sentimentale (Koepke & Denissen, 2012).

In questa fase le relazioni offrono al giovane adolescente la possibilità di esperire differenti lati di sé e differenti identità poiché le capacità di essere coinvolti in una relazione intima e lo sviluppo dell’identità sono strettamente correlate (Furman & Shaffer, 2003).

Per identità si intende il processo attraverso il quale un soggetto individua se stesso differenziandosi dagli altri mentre per intimità si intende la capacità di offrire e ricevere cure da un altro significativo da cui contemporaneamente ci si differenzia come individuo (Erikson 1963) .

Durante questa età di passaggio la riorganizzazione sessuale, anatomica, identitaria e neurofisiologica è profonda e costringe il giovane adulto a confrontarsi con la sessualità emergente.

I giovani adolescenti iniziano ad integrare attitudini sessuali, sentimenti ed esperienze nel percorso di formazione identitaria. Questa esplorazione è considerata un normale processo di acquisizione della maturità sessuale ed offre un contesto di sperimentazione di vari tipi di relazione (Tolman & McClelland, 2011) .Le relazioni sentimentali appaiono quindi per gli adolescenti dei banchi di prova per la loro identità in formazione permettendo di esplorare i vari aspetti di se stessi (Furman & Shaffer ,2003) e di scoprire chi sono al di fuori della loro famiglia di origine.

Gli studi relativi all’attaccamento hanno dimostrato che questo movimento di distanziamento e contemporaneamente di creazione di nuove relazioni è collegato allo stile di attaccamento sviluppato.

La teoria dell’attaccamento, proposta da John Bowlby a partire dagli anni Cinquanta (Bowlby 1951, 1958, 1979), sostiene che l’essere umano manifesta una predisposizione innata a sviluppare relazioni di attaccamento con figure genitoriali primarie.  Tali relazioni, che si manifestano a partire dalla fine del primo anno di vita, sembrerebbero avere lo scopo di garantire la sicurezza e la protezione nei confronti dei pericolo. Bowlby (1969/1982) sostenne che una relazione può rappresentare una fonte di rassicurazione se il caregiver è in grado di offrire una base sicura che permette di esplorare l’ambiente circostante senza suscitare timori o ansie. La formazione di essa dipende dalla responsività del caregiver ai segnali del bambino. Secondo Bowlby (1973) ogni individuo costruisce psicologicamente dei Modelli Operativi del mondo e di se stesso nel mondo attraverso i quali percepisce gli eventi, effettua previsioni rispetto al futuro e programma le proprie azioni.

Questi Modelli Operativi Interni (MOI o Internal Working Models) sono rappresentazioni interne di se stessi, delle proprie figure d’attaccamento, dell’ambiente e delle relazioni che li legano. Costituiscono essenzialmente dei modelli di relazione che si sviluppano nei primi anni di vita e che si mantengono relativamente stabili nel tempo ma sono assolutamente passibili di modifiche nel corso della vita (Crittenden 1999; Baldoni 2005). I Modelli Operativi Interni rappresentano quindi dei filtri attraverso i quali ci si rapporta con il mondo esterno. Le esperienze passate, in particolare quelle relative ai pericoli, possono quindi essere conservate nel tempo generando aspettative ed utilizzate come guida rispetto ai comportamenti futuri.

L’attaccamento secondo Bowlby (1969) spiega in questo modo come la vicinanza e la protezione offerte dal caregiver siano una fonte di sicurezza per il bambino tanto che fino in adolescenza i genitori, ed in particolare la madre, restano le principali figure di riferimento.

La sicurezza sviluppata rispetto al tipo di attaccamento sembra influenzare la scelta degli adolescenti nello sviluppo di relazioni sentimentali e sessuali e si colloca lungo un continuum i cui estremi sono costituiti da evitamento/ansia e sicurezza (Shachner & Shaver 2004).

Il tipo di attaccamento e le credenze rispetto all’intimità ed identità avrebbero quindi delle implicazioni su come gli adolescenti si approcceranno anche alle prime relazioni sessuali.

In età adulta/adolescenza la rappresentazione dell’ attaccamento è stato concettualizzata secondo due dimensioni: ansia ed evitamento (Mallinckrodt & Vogel, 2007). L’evitamento è definito come la paura della vicinanza emotiva ed il mantenimento della distanza nella relazione sentimentale e la presenza di alti livelli sembra portare alla scelta del partner rispetto all’attrazione sessuale e ad intraprendere relazioni non impegnative (Davis, Shaver & Vernon, 2004; Shachner & Shaver,2004) nonchè atteggiamenti sessuali rischiosi come il mancato uso di contraccettivi o promiscuità di partner (Manning, Longmore & Giordano, 2006; Tracy et al., 2003).

I rapporti sessuali vengono quindi vissuti con distacco emotivo (Birnbaum et al., 2006; Davis et al., 2006). L’attaccamento evitante/ansioso quindi in questo senso sembra essere direttamente e negativamente correlato con comportamenti sessuali rischiosi. Questo perchè il comportamento evitante, associato ad alti livelli di ansia ed insicurezza, rappresenta una richiesta implicita di attenzione ed un bisogno di conferma che si crede di ottenere praticando attività sessuali precoci nella relazione (Mikulincer & Shaver, 2007).

Nelle loro relazioni i soggetti caratterizzati da alti livelli di insicurezza tendono ad iper-attivare il comportamento di attaccamento iniziando precocemente relazioni sessuali al fine di soddisfare il loro bisogno di sicurezza e vicinanza del partner (Tracy et al., 2003). In altre parole è possibile che gli adolescenti ansiosi utilizzino il sesso per mantenere lo stato di vicinanza e sicurezza utilizzandolo come barometro della qualità della propria relazione.

I soggetti caratterizzati da un attaccamento evitante, possono mettere in atto due diversi approcci alla sessualità: attuando un evitamento vero e proprio e quindi praticando l’astinenza oppure al contrario lasciandosi coinvolgere solo da relazioni non durature (Birnbaum et al., 2006; Davis et al., 2006; Tracy, 2003) e non emotivamente connotate. La loro difficoltà a gestire gli aspetti intimi ed emotivi delle relazioni li porta a vedere solo la dimensione strumentale della sessualità. Gli individui con attaccamento evitante cercano di minimizzare il loro bisogno di attaccamento e prossimità neutralizzando il loro sistema di attaccamento ed evitando così la vicinanza emotiva. Evitando di esprimere amore e sentimento durante la sessualità, questi adolescenti tendono a mantenere la distanza dal loro partner poichè l’intimità viene vissuta come intrusiva.

Quando l’attaccamento evitante è avvenuto nei confronti del padre, l’influenza viene registrata soprattutto nei confronti delle figlie femmine. Sembrerebbe che queste adolescenti abbiano una più precoce attività sessuale poichè viene ricercata una figura maschile compensatoria al fine di ottenere sicurezza e vicinanza (Manning, Giordano & Longmore, 2006).

L’attaccamento ansioso sembra risultare da un’intensa paura di abbandono e rifiuto oppure di non essere sentimentalmente ricambiati. Gli adolescenti insicuri sviluppano un concetto negativo di sè stessi ed un’attitudine a dipendere o diffidare degli altri e le relazioni vengono vissute essenzialmente come una fonte di frustrazione (Blanchard & Miljkovitch, 2002). In particolare le ragazze sembrano inclini ad essere più dipendenti e ad usare la sessualità per ottenere vicinanza con il rischio di sviluppare condotte poco sicure come la sessualità promiscua e non protetta. Per i ragazzi invece sembrerebbe più alta la probabilità di evitamento delle situazioni collegate all’ attività sessuale (Blanchard & Miljkovitch, 2002).

I soggetti con un attaccamento ambivalente tendono ad avere relazioni conflittuali o dipendenti caratterizzati dalla paura di non essere amati o abbandonati (Bogaert & Sadava 2002).

I soggetti insicuro-evitanti tendono a non sentirsi supportati nella relazione e ad essere emotivamente distanti (Birnie, McClure, Lydon & Holmberg, 2009).

I preadolescenti insicuri di tipo distanziante-evitante per il timore di essere abbandonati, rifiutati o messi in pericolo dalla figura di attaccamento, evitano di fare emergere i propri bisogni e distanziano in modo sistematico, attraverso operazioni difensive, tutti gli affetti considerati negativi e pericolosi (la rabbia, la paura, il senso di vulnerabilità, il bisogno di conforto, l’eccitazione sessuale) (Bogaert & Sadava 2002). Questo li porta ad avere comportamenti sessuali avulsi da connotazioni emotive e quindi al non impegno in situazioni sentimentali stabili ma ad avere comportamenti sessuali occasionali e frequentemente non protetti.

Inoltre inibendo le forme emotive tendono ad essere conformisti al fine di adattarsi in modo compiacente a circostanze disagevoli o pericolose (Baldoni 2002). Quando gli affetti distanziati non possono essere più controllati, si verifica la possibilità di uno scompenso psichico o fisico accompagnato da eventuali disturbi comportamentali. Il sistematico evitamento degli affetti considerati pericolosi per il sé può infatti comportare improvvise intrusioni di queste emozioni che inducono il soggetto, incapace di riconoscerle e dominarle, a passaggi all’atto anche gravi tra cui condotte sessuali non appropriate (Baldoni 2002).

Anche i preadolescenti insicuri di tipo ambivalente-preoccupato tendono ad enfatizzare le emozioni e possono utilizzare sistematicamente una sorta di falsa cognitività volta a manipolare o volersi vendicare dell’altro adottando comportamenti sessualmente seduttivi avulsi da ogni connotazione emotiva e sentimentale (Crittenden, 1999).

L’attaccamento sicuro invece deriva da una storia di successi relazionali che porta ad avere fiducia negli altri, a sviluppare aspettative positive e a ricercare conforto e vicinanza nel proprio partner.

I genitori che sanno offrire una base sicura sostengono i figli nelle loro esperienze di autonomia, ma, quando necessario, intervengono per proteggerli, rassicurarli e accudirli (Baldoni 2005). Gli studi sull’attaccamento hanno evidenziato che i bambini sicuri manifestano maggiori capacità di integrare sul piano psicologico le emozioni con le informazioni cognitive e sono meglio preparati a recuperare ed elaborare le informazioni relative al proprio passato, in particolare alle esperienze pericolose. Avvicinandosi all’adolescenza, con lo sviluppo del pensiero ipotetico deduttivo e di una più accurata funzione riflessiva, i soggetti sicuri utilizzano queste nuove capacità a vantaggio delle relazioni e nella gestione competente dei conflitti (Suess et al. 1992). Questo permette all’individuo di sviluppare delle relazioni determinate da stabilità, vicinanza e fiducia negli altri (Allen, Porter, McFarland, McHelaney & March, 2007, Bartholomew & Horowitz,1991; Hazan & Shaver, 1987).

L’attaccamento sicuro porta l’adolescente a bilanciare la propria dipendenza e la propria autonomia, le relazioni sono più sane ed il sesso viene affrontato solo in una relazione stabile e duratura con un uso del preservativo più frequente (Davis, Shaver & Vernon, 2004; Shachner & Shaver,2004). Bassi livelli di ansia creano all’adolescente meno pressione rispetto all’attività sessuale permettendogli di rimandarne l’inizio solo all’interno di una relazione già consolidata.

Gli adolescenti sviluppano delle credenze rispetto all’attività sessuale e all’essere ingaggiati in una relazione sentimentale. Chi ha poca sicurezza rispetto alle relazioni crede che avere un rapporto sessuale presto serva a fondare delle buone premesse per cui la relazione duri e sia seria (Manning, Giordano & Longmore, 2006). Al contrario la fiducia e la sicurezza sviluppano la credenza secondo la quale i rapporti sessuali andrebbero agiti solo in una relazione già solida porta gli adolescenti a rimandare la propria prima volta insieme e ad usare più frequentemente il preservativo (Parkes, Henderson,Wight & Nixon,2011).

Nonostante la notevole quantità di suggerimenti preziosi derivati dalle ricerche esposte, lo studio dell’attaccamento nella tarda fanciullezza e nell’adolescenza risulta piuttosto problematico ed incompleto. Durante questa fase di vita la dipendenza dai genitori è minore e le relazioni sociali (in particolare con i coetanei) diventano sempre più importanti. Diventa quindi difficile valutare gli aspetti interni dei MOI e gli strumenti utilizzati hanno problemi di validità ed attendibilità (Baldoni 2005; Valenti 2005).

Inoltre nonostante i primi anni di vita siano molto significativi, continuano ad esserlo anche i successivi. Le esperienze infantili rappresentano il punto di partenza di una lunga serie di processi evolutivi che si protraggono per l’intero ciclo di vita.

I MOI stessi infatti, nonostante siano relativamente stabili, nel corso di vita vanno incontro ad una serie di modifiche in base alle esperienza vissute al di fuori della famiglia, che come abbiamo visto sono fondamentali in adolescenza.

Inoltre con i coetanei le relazioni che si formano, nonostante rappresentino dei veri e propri attaccamenti, non sono più necessariamente asimmetriche ma sono connotate da maggiore reciprocità (Cassidy, Shaver 1999 ; Simonelli, Calvo 2002; Baldoni 2005; Valenti 2005).

Alla luce di questi appunti occorre considerare che riscontrando problemi di attendibilità e validità rispetto all’attaccamento in adolescenza, diventa complesso tracciare una correlazione tra queste teorie e i comportamenti sessuali in adolescenza. E’ auspicabile quindi che la ricerca si muova in questa direzione anche al fine di poter meglio prevedere e prevenire i comportamenti sessuali a rischio.

 

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