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Tutto troppo presto. L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet (2014). Recensione

L'ultimo lavoro di Alberto Pellai parla dell'educazione sessuale dei giovani d'oggi, in un'epoca digitale in cui il sesso è a portata di click

Di Elisa Vanzetta

Pubblicato il 23 Feb. 2015

“Il mondo virtuale non è a misura di bambino e nemmeno a misura di preadolescente. Potrà diventarlo solo se noi adulti sapremo regolamentare, supervisionare e accompagnare i minori all’interno di un territorio così vasto e complesso”.

Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva presenta il manuale: Tutto troppo presto, L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet. Un libro che parte dall’esigenza, clinica ed educativa, di accompagnare ragazzi ma sopratutto genitori nel tema dell’educazione sessuale 2.0, ovvero l’educazione sessuale rivolta ad un pubblico di nativi digitali. Argomento per nulla semplice e scontato se solo si pensa che un ragazzo o ragazza d’oggi, prima ancora di avere la sua prima esperienza sessuale, è già stato esposto/a ad un numero di immagini di natura sessuale inimmaginabile per un adulto appartenente alle generazioni precedenti.

I ragazzi di oggi vivono in un mondo in cui alla parola “sesso” vengono attribuite caratteristiche diverse da quelle con cui siamo cresciuti noi. L’eros è ormai “sdoganato dal territorio di negazione, paura e repressione in cui i nostri nonni (…) l’avevano relegato”. Il sesso oggi è fluido, vissuto con il compagno/a di una sera, in modo estemporaneo, senza che questo comporti necessariamente alcuna conseguenza.

Il sesso oggi è possibile, perché ora non ci sono più resistenze di sorta nei confronti dell’attività erotica di qualsiasi natura. Inoltre il sesso oggi è accessibile, perché non esiste nessun limite esterno alla visione di uno stimolo erotico. Centinaia di sito pornografici permettono di vedere realizzata qualsiasi tipo fantasia erotica senza nessun tipo di difficoltà. Non che la TV di oggi lasci grande spazio all’immaginazione.

Qui l’autore si chiede dove siano la dimensione del sogno e del desiderio in un mondo in cui la sessualità pare non avere più aspetti misteriosi e inaccessibili. “In adolescenza, sognare e desiderare la sessualità è vitale, perché significa darle il tempo di maturare nella mente prima che diventi azione, prepararla e pensarla prima della sperimentazione concreta”.

Il sesso infine è normalizzato, che sarebbe un dato di per sé assolutamente positivo se non fosse che oggi molti ragazzi crescono con la convinzione che “fare sesso” sia normale a prescindere, e che rappresenti un’attività ludica finalizzata a procurarsi eccitazione, sensazioni forti e piacere. “Ma siamo davvero convinti che consentire ai figli di autogestire una sessualità così intesa sia la condizione giusta per viverla al meglio e integrarla in un percorso e in un progetto di vita degno di questo nome?”

Non vi è dubbio che, sopratutto nei giovanissimi, la corsa verso una sessualità “facile, immediata e di pronto consumo” è stata favorita e accelerata dalla diffusione delle nuove tecnologie. Le tecnologie mettono i nostri figli a contatto diretto con il mondo ma allo stesso tempo consentono loro di esplorare in totale autonomia territori per i quali potrebbero non avere acquisito le giuste competenze. Il fatto che un ragazzo o una ragazza siano competenti a livello tecnico, quindi sappiano muoversi agilmente con gli strumenti tecnologici, non significa che siano in grado di integrare ciò che incontreranno online sul piano cognitivo e sopratutto sul piano emotivo.

Il mondo virtuale non è a misura di bambino e nemmeno a misura di preadolescente. Potrà diventarlo solo se noi adulti sapremo regolamentare, supervisionare e accompagnare i minori all’interno di un territorio così vasto e complesso”.

Accettare una sfida educativa di questo tipo significa non rinunciare al nostro ruolo. Senza cadere nelle facili tentazioni del proibizionismo a priori, che blocca i nostri figli nel loro sviluppo, e nemmeno in quello del diniego che cancella ogni possibilità di difendersi da possibili rischi negandone l’esistenza. Una sfida educativa che ci porta a mantenere il nostro ruolo di guida e accompagnamento anche nei bisogni mutati dei nostri figli. Il silenzio delle generazioni passate dovrebbe trasformarsi oggi in competenza e sopratutto comunicazione.

Ecco che la lettura di questo libro fornisce al lettore un modello e un’idea di educazione sessuale alternativi, intorno a cui progettare il proprio ruolo educativo o terapeutico che sia. L’obiettivo è quello di “educare ad una sessualità non fluida ma consistente, che diventi una dimensione strutturata e tangibile nel percorso di crescita, e preveda tappe e azioni differenziate in base al grado di sviluppo e maturazione del minore”.

Il manuale di Pellai è organizzato in quattro capitoli tematici che affrontano temi fortemente  connessi all’educazione sessuale ma che non compaiono nei classici manuali che trattano questo argomento. Rispettivamente il tema della sessualizzazione precoce delle bambine, il fenomeno del sexting, della pornografia e dell’adescamento online vengono illustrati in maniera comprensibile, documentata da casi clinici e consigli utili per i genitori, film da vedere a scuola e in famiglia, strumenti da usare sia in un percorso preventivo che in quello clinico. Abbinato al libro un blog offre molti materiali utilizzabili per percorsi di prevenzione.

 

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BIBLIOGRAFIA:

  • Pellai A. (2015). Tutto troppo presto. L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet. De Agostini Libr. ACQUISTA ONLINE
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SCRITTO DA
Elisa Vanzetta
Elisa Vanzetta

Psicologa clinica e specializzanda in Psicoterapia cognitivo-comportamentale

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