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Interventi evidence based contro il bullismo e il cyberbullismo: un confronto in Europa

Durante il XIV Congresso Europeo di Psicologia tenutosi a Milano è stato effettuato un confronto tra diversi interventi attuati in Europa contro il bullismo

Di Sara Palmieri

Pubblicato il 27 Lug. 2015

Aggiornato il 19 Mar. 2018 10:17

 

Durante il XIV Congresso Europeo di Psicologia (ECP), tenutosi a Milano dal 7 al 10 luglio scorso, è stato organizzato un simposio sugli interventi evidence based contro il bullismo e il cyberbullismo utilizzati in alcune nazioni europee.

La recente letteratura ha mostrato come i comportamenti aggressivi agiti dai pari possono essere sperimentati sia faccia a faccia che attraverso le interazioni on-line; per questo motivo l’adozione di un focus specifico sia sul bullismo che sul cyberbullismo sembra essere la direzione più promettente per l’intervento con i giovani studenti.

La prima presentazione ha riguardato un modello di intervento attuato in Italia, denominato “NONCADIAMOINTRAPPOLA!”, rispetto al quale è stata valutata l’efficacia e i possibili processi di mediazione. Il progetto “Noncadiamointrappola” nasce con l’obiettivo di realizzare un intervento nelle scuole superiori volto al contrasto e alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo che sia fondato su prove empiriche di efficacia. L’intervento è basato su un modello di peer education-peer support ed è strutturato in fasi che coinvolgono attivamente alcuni studenti chiamati “peer educators”. Essi diventano gli agenti di cambiamento all’interno della classe, portando avanti attività faccia a faccia con i loro compagni (ad esempio role-playing, discussioni, problem solving e lavoro cooperativo) e attività online interagendo con studenti di altre scuole e con tutti coloro che sono interessati a ricevere un aiuto o un consiglio.

Durante il simposio è stato mostrato come tale modello di coinvolgimento dei pari abbia dimostrato una crescente validità ed efficacia nel ridurre i fenomeni di bullismo tradizionale e cyberbullismo. In particolare c’è stata una riduzione dei sintomi internalizzati, un’efficacia indipendentemente dal genere e una stabilità degli effetti a sei mesi dal termine del programma.

In un altro contributo, proveniente dal Belgio, è stato presentato il progetto “Friendly ATTAC”, che mira allo sviluppo di un gioco contro il cyberbullismo. Nello specifico è stato progettato un video-game in cui gli studenti, tra i 12 e i 14 anni, sono coinvolti in scenari di bullismo e sono chiamati ad agire in esso. A seguito dei loro comportamenti gli studenti ricevono un feedback e, a seguito di ciò, il bullo presente nel videogioco interrompe o meno il suo attacco. Inoltre il gioco prevede che in alcuni casi gli studenti, prima che agiscano, possano osservare la reazioni di altre persone coinvolte nello scenario. L’intervento si è dimostrato efficace e ha il vantaggio di essere svolto in un ambiente sicuro ed individuale, sebbene comunque gli studenti l’abbiano trovato poco divertente.

Infine, è stato presentato il gioco educativo “FearNot!” attivato nel Regno Unito, basato sulla teoria di Folkman e Lazarus (1985) e sull’”Experimental Learning” di Bandura. Tale gioco ha l’obiettivo di aumentare le strategie di coping delle vittime di bullismo. All’inizio del gioco viene inserito nome ed età del partecipante; in seguito un narratore presenta uno scenario in cui una bambina vuole giocare con delle coetanee le quali però non la accettano e la insultano. A questo punto al giocatore viene chiesto di scrivere cosa consiglierebbe di fare alla protagonista della scena, iniziando al contempo un vero e proprio dialogo con lei che si mostra inizialmente titubante ma successivamente segue il consiglio di cercare altri amici.

Questo gioco di simulazione si è dimostrato efficace nel diminuire il numero di vittime di bullismo anche a distanza di tempo dalla sua attuazione. Il punto di forza del “FearNot!” è l’avere personaggi autonomi, credibili e interattivi i quali possiedono anche capacità emotive e cognitive. Inoltre il narratore è sia scritto che orale.

Le diverse presentazioni del simposio hanno quindi fornito una panoramica dei diversi modelli di intervento sul bullismo e cyberbullismo, basandosi su interventi faccia a faccia e giochi di simulazione.

 

LEGGI ANCHE: Linking technology and psychology: feeding the mind, energy for life – Report dal XIV Congresso Europeo di Psicologia

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