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Esplorare i sentimenti per i più piccoli: Terapia cognitivo comportamentale per gestire ansia e rabbia nei bambini di 5-7 anni. Il modello STAMP – Recensione

Il manuale Esplorare i sentimenti per i più piccoli espone il protocollo STAMP: un programma di intervento per bambini con Autismo ad Alto Funzionamento.

Di Marina Morgese

Pubblicato il 20 Lug. 2015

Aggiornato il 08 Dic. 2017 16:26

Qualunque sia la classificazione diagnostica utilizzata, i ragazzi con disturbi dello spettro autistico o Autismo o Sindrome di Asperger, presentano spesso problemi di carattere sociale ed emotivo: in particolar modo possono non essere capaci, oltre che di riconoscere gli stati emotivi altrui, anche di riconoscere e descrivere la propria attivazione emotiva.

Marina Morgese – OPEN SCHOOL – Studi Cognitivi Milano

La storia della concettualizzazione della Sindrome di Asperger (SA) va in parallelo con quella dell’autismo: l’autismo è stato diagnosticato per la prima volta nel 1943 da Kanner (in un primo momento si pensava a una sindrome molto rara, oggi è ritenuta la disabilità relativa allo sviluppo neurologico più in crescita in America), subito dopo, nel 1944, Hans Asperger ha descritto un gruppo di bambini con caratteristiche simili all’autismo ma senza mostrare ritardi cognitivi, né disturbi del linguaggio.

La Sindrome di Asperger è stata inserita per la prima volta nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), alla sua quarta edizione nel 1994, ed inserita, come l’Autismo, nella categoria dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo. In sintesi, si differenziava dall’Autismo per l’assenza di ritardi clinicamente significativi nello sviluppo cognitivo e del linguaggio, delle capacità d’autonomia, del comportamento adattativo, salvo, ovviamente che nell’interazione sociale.

I Criteri descritti dal DSM-IV-TR per la diagnosi del Disturbo di Asperger erano i seguenti:

  • Compromissione qualitativa nell’interazione sociale, come manifestato da almeno 2 dei seguenti: marcata compromissione nell’uso di diversi comportamenti non verbali come lo sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano l’interazione sociale; Incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo; Mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone; Mancanza di reciprocità sociale o emotiva.
  • Modalità di comportamento, interessi, e attività ristretti ripetitivi e stereotipati, come manifestato da almeno uno dei seguenti: dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi stereotipati e ristretti, che risultano anomali o per intensità o per focalizzazione; manierismi motori stereotipati e ripetitivi; persistente eccessivo interesse per parti di oggetti.
  • L’anomalia causa compromissione clinicamente significativa dell’area sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento.
  • Non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo.
  • Non vi è un ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo o dello sviluppo di capacità di autoaccudimento adeguate all’età, del comportamento adattivo (tranne che dell’interazione sociale) e della curiosità per l’ambiente nella fanciullezza.
  • Non risultano soddisfatti i criteri per un altro specifico Disturbo Generalizzato dello Sviluppo o per la Schizofrenia.

Nel DSM 5, invece, la Sindrome di Asperger rientra nella categoria Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), insieme al Disturbo Autistico (autismo), Disturbo disintegrativo dell’infanzia, Disturbi pervasivi dello sviluppo non altrimenti specificati. Gli ASD vengono ora definiti all’interno di due sole categorie: deterioramento persistente nelle comunicazioni sociali reciproche e nelle interazioni sociali in diversi contesti, e schemi comportamentali ripetitivi e ristretti.

 Tali categorie vengono descritte attraverso alcuni sintomi, tra cui l’ipo o iper sensibilità verso gli stimoli sensoriali.

Questi sintomi devono compromettere o limitare il funzionamento quotidiano. La Sindrome di Asperger e il Disturbo Pervasivo dello Sviluppo non Altrimenti Specificato scompaiono. L’APA sottolinea così che le diverse condizioni delle persone con Autismo appartengono ad uno stesso continuum, differenziate dalla gravità e dalla necessità di supporto, dando così origine a delle sotto-diagnosi: very substantial support, substantial support, support.

Qualunque sia la classificazione diagnostica utilizzata, i ragazzi con ASD o Autismo o Sindrome di Asperger, presentano spesso problemi di carattere sociale ed emotivo: possono essere ansiosi o depressi o possono presentare disturbi della condotta (Tonge et al. 1999; Kim et al., 2000; Gillot et al. 2001). In aggiunta possono non essere capaci, oltre che di riconoscere gli stati emotivi altrui, anche di riconoscere e descrivere la propria attivazione emotiva (Hill et al. 2004). Se si pensa che spesso tali quadri deficitari si aggiungono a una compromissione delle funzioni esecutive (inibizione, pianificazione, organizzazione e regolazione dell’attività emotiva), è facile concludere come, nonostante i bambini con ASD sembrino difficili da seguire, le loro difficoltà nascono da un ritardo nella maturazione della capacità di gestire le emozioni (Klin et al. 2005).

E’ dunque importante aiutare i bambini con ASD ad acquisire dei mezzi per gestire i loro livelli di stress e ansia il prima possibile. Tra gli esperti più importanti in tema di Autismo e Asperger, Tony Attwood si è occupato proprio di questo attraverso la creazione di un protocollo per la gestione delle emozioni negative in bambini con Autismo ad alto funzionamento e Sindrome di Asperger (si farà da ora in poi riferimento alla classificazione da DSM IV-TR, così come nel protocollo illustrato).

Il manuale Esplorare i sentimenti per i più piccoli espone tale protocollo: Stress Treatment and Anger Management Protocol – STAMP, un programma di intervento pensato per bambini con Autismo ad Alto Funzionamento (HFA) e per bambini con Sindrome di Asperger. Il programma, pensato insieme ad Attwood, anche dagli psicologi nonché co-autori del libro, Angela Scarpa e Anthony Wells, ha come obiettivo principale la diminuzione delle emozioni negative, con il conseguente aumento delle sensazioni positive nella vita quotidiana dei bambini.

L’approccio usato nel protocollo si basa su un modello cognitivo-comportamentale che il dottor Atwood aveva precedentemente utilizzato per bambini dai 9 ai 13 anni con HFA e SA in comorbilità con Disturbi dell’umore. Il modello STAMP, invece, estende tale trattamento cognitivo-comportamentale a bambini più piccoli, tra i 5 e i 7 anni (ultimo anno di scuola materna e primo ciclo di scuola primaria).

Data l’età dei bambini, il metodo STAMP si avvale di giochi e attività con cui i bambini sono abituati a confrontarsi nella routine scolastica: canzoncine, cartelloni, storielle, disegni e feste. Le strategie primarie usate in questo programma includono l’educazione affettiva, la costruzione di abilità e la ristrutturazione cognitiva. Il programma è composto da nove sessioni a cadenza settimanale, della durata di un’ora ciascuna. I bambini si incontrano in gruppo, contemporaneamente i genitori si incontrano con un altro terapista che riassume loro le abilità e le tecniche insegnate ai bambini e offre dei compiti pratici da fare a casa con i propri figli per l’incontro successivo.

Le nove sessioni sono così divise:

  • Esplorare i sentimenti positivi (Felicità)
  • Esplorare i sentimenti positivi (Rilassamento) e Ansia/Rabbia – Introduzione alla cassetta degli attrezzi emotiva (usata per fornire al bambino delle soluzioni per gestire ansia e rabbia)
  • Esplorare ansia e rabbia, strumenti di Attività Fisica e Rilassamento
  • Strumenti Sociali
  • Strumenti di Pensiero
  • Strumenti dell’Interesse Speciale
  • Strumenti appropriati e non appropriati
  • Storia del Gruppo e creazione di uno Slogan Commerciale
  • Ricompensa per il gruppo e Festa!

Prima di esporre le diverse sessioni e descriverle meticolosamente una per una, gli autori del libro fanno strada al lettore con una prima parte introduttiva in cui sono illustrati i problemi socio-emotivi connessi con la SA, lo sviluppo del metodo STAMP, il quadro generale delle sessioni e un paragrafo sull’evidenza scientifica di tale metodo.

 Segue poi una seconda parte, a mio avviso molto utile, in cui si delinea come usare il manuale: attenzione viene data ai requisiti che deve avere il gruppo di bambini, alla valutazione diagnostica da eseguire prima di iniziare il protocollo (i test vengono riportati in appendice), gli eventuali problemi e la loro risoluzione, nonché una lista dei materiali consigliati.

Il libro poi offre un dettagliato elenco di ciascuna sessione di lavoro. Gli autori si soffermano quasi ossessivamente, nella terza parte del libro, su ogni sessione, descrivendone bene i materiali, le risorse, ciò che va detto e ciò che va fatto. Il terapista che ha intenzione di lavorare con il modello STAMP, grazie a questo libro, ha la possibilità di sentirsi accompagnato nel proprio lavoro, è una guida semplice e al tempo stesso ricca e facile da consultare al momento del bisogno.

Si consiglia la lettura agli psicologi e agli operatori che lavorano con bambini affetti da SA e HFA ed anche ai genitori: oltre a fornire un resoconto preciso e dettagliato del modello, potrebbe offrire interessanti spunti per un miglioramento della gestione delle emozioni nei loro piccoli utenti.

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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