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La gratitudine: un cuore grato è un cuore più sano

E' stato dimostrato che essere grati a qualcuno risulta essere a vantaggio della salute mentale e fisica in pazienti con insufficienza cardiaca asintomatica

Di Redazione

Pubblicato il 03 Giu. 2015

Vanessa Schmiedt

FLASH NEWS

Come dimostrato dall’American Psychological Association avere un atteggiamento positivo di gratitudine risulta essere a vantaggio della salute mentale e fisica in pazienti con insufficienza cardiaca asintomatica.

La gratitudine può essere attribuita ad una fonte esterna come un animale, una persona, o un soggetto non umano (ad esempio, Dio, il cosmo), o può essere parte di una prospettiva più vasta facendoci notare e apprezzare gli aspetti positivi del mondo. Gli studi longitudinali suggeriscono che livelli più elevati di gratitudine sono direttamente legati al miglioramento della percezione del sostegno sociale così come della riduzione di stress e depressione, e che tali effetti diretti non sono spiegati da fattori di personalità (Wood et al.,2008).

Lo studio di Paul J. Mills, professore di medicina generale e sanità pubblica presso l’Università della California a San Diego, ha coinvolto 186 soggetti tra uomini e donne a cui era stata diagnosticata un’asintomatica (stadio B) insufficienza cardiaca da almeno tre mesi. Lo stadio B è costituito da quei pazienti che hanno sviluppato una cardiopatia strutturale ma che non hanno mai mostrato segni o sintomi dell’insufficienza cardiaca. Lo stadio B è una fase importante a livello terapeutico poiché potrebbe permettere l’arresto della progressione del livello di malattia e migliorare la qualità della vita.

Lo scopo dello studio è stato esaminare le associazioni tra il benessere spirituale e la gratitudine, e la salute fisica e mentale nei pazienti ed esaminare una potenziale via (cioè la gratitudine) attraverso il quale il benessere spirituale può promuovere benefici per la salute mentale e fisica.

A tal proposito sono state misurate la gravità di sintomi depressivi, la qualità del sonno, la fatica, l’autoefficacia, e “inflammation marker” (stati d’infiammazione possono peggiorare l’insufficienza cardiaca).

È stato rilevato che la gratitudine è legata a un migliore umore e sonno, più auto-efficacia, e più basso affaticamento e infiammazione. Anche il benessere spirituale favoriva queste variabili, con l’eccezione dell’indice infiammatorio. Nell’esaminare queste relazioni più approfonditamente, si è scoperto che la gratitudine mediava completamente gli effetti benefici del benessere spirituale sul sonno e sull’umore e in parte le relazioni tra il benessere spirituale, e la fatica e l’auto-efficacia.

Quindi è l’aspetto di gratitudine insito nella spiritualità a favorire il sonno e l’umore e non la spiritualità di per sé. Si tratta di osservazioni potenzialmente importanti perché l’umore depresso e il poco sonno sono associati ad una prognosi peggiore nell’insufficienza cardiaca così come in altri disturbi cardiaci, e quindi interventi che aumentano i livelli di gratitudine potrebbe avere implicazioni cliniche per il miglioramento della salute (Canivet, Nilsson, Lindeberg, Karasek, e Ostergren, 2014; Huffman, Celano, Spiaggia, Motiwala, e Januzzi, 2013; Rutledge et al., 2006).

Dato che gli interventi per aumentare la gratitudine sono relativamente semplici e di basso costo, gli sforzi per valorizzarla nella vita dei pazienti con insufficienza cardiaca possono essere di potenziale valore clinico e rappresentano un obiettivo di trattamento per migliorare il benessere.

 

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BIBLIOGRAFIA:

  • Mills, P. J., Redwine, L., Wilson, K., Pung, M. A., Chinh, K., Greenberg, B. H., … & Chopra, D. (2015). The role of gratitude in spiritual well-being in asymptomatic heart failure patients. Spirituality in Clinical Practice, 2(1), 5.  DOWNLOAD
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