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Nasce Empathy: il programma per aiutare i più giovani ad affrontare ansia, depressione e pensieri suicidi

Empathy è un programma pilota utilizzato a scuola per favorire la diminuzione dell' ansia, della depressione e dei pensieri suicidi tra i giovani studenti.

Di Laura Pancrazi

Pubblicato il 24 Giu. 2015

FLASH NEWS

Peter Silverstone è il creatore di EMPATHY, un programma pilota utilizzato a scuola per favorire la diminuzione di ansia, depressione e suicidi tra i giovani studenti.

Peter Silverstone, docente presso il dipartimento di Psichiatria dell’Università di Alberta, è anche il creatore di EMPHATY (Empowering a Multimodal Pathway Towards Healthy Youth), un programma pilota utilizzato nella scuola Red Deer dal 2013 per favorire la diminuzione di ansia, depressione e suicidi tra i giovani studenti.

La ricerca, pubblicata sull’edizione di Maggio della rivista PLOS ONE, conferma definitivamente l’efficacia di questo programma. Silverstone afferma:

Abbiamo ottenuto un significativo decremento delle tendenze suicide tra i ragazzi. Mettono anche in pratica meno condotte autolesive e ci pensano meno. Sono anche diminuiti gli indicatori di ansia e depressione in tutta la scuola. Questi sono dati importanti.

L’esperienza è iniziata con uno studio pilota che coinvolgeva tutti gli studenti della scuola Red Deer, i quali avevano un’età compresa tra gli 11 e i 18 anni. All’inizio dell’anno scolastico, più di 3.000 studenti sono stati sottoposti ad una batteria di test, al fine di valutarne il grado di benessere mentale e assegnare loro un punteggio sulla scala EMPATHY.

Immediatamente dopo questa prima fase valutativa, è stato effettuato un rapido intervento rivolto al 4% dei giovani che si erano rivelati ad alto rischio suicidario o comunque aventi gravi condotte autolesive. Nel giro di poche ore questi ragazzi avevano potuto partecipare ad un training sulla resilienza, era stata data loro la possibilità di partecipare ad un programma Internet guidato riguardante tematiche salienti, e infine i loro genitori sono stati informati delle problematiche, fornendo loro linee guida su come approcciarsi a tali questioni nel contesto del rapporto con i propri figli. Dopo aver preso parte a questo programma, i ragazzi sono stati valutati nuovamente e, se necessario, indirizzati ad uno specialista.

Inoltre, tutti gli altri studenti hanno potuto beneficiare di un training sulla resilienza della durata di 16 settimane, il cui scopo era quello di migliorare le capacità relazionali dei ragazzi e incrementare la loro tolleranza alle frustrazioni quotidiane in modo tale da ridurre stress e depressione.

I risultati mostrano la riduzione effettiva di depressione e condotte autolesioniste dopo 12 settimane. Il numero di studenti con tendenze suicidarie è diminuito, da 125 a 30. Il livello di depressione degli studenti è sceso del 15%, mentre i punteggi di ansia sono diminuiti dell’11%.

Grazie a questo programma, le capacità di resilienza degli studenti migliorano e questo porta risultati positivi sia nel contesto scolastico che nella vita quotidiana afferma Mark Jones, preside della scuola. Silverstone, entusiasta, dice che questo studio mostra risultati importanti, e non ci sono altre ricerche come questa.

Tuttavia, egli si mostra preoccupato per il futuro del programma EMPATHY. Infatti, erano stati promessi dei fondi da investire in futuro tuttavia, con il cambio di governo, c’è il rischio che tale promessa non sia mantenuta e che il programma, mostratosi così efficace, non possa continuare, impedendo oltretutto di studiarne la portata a lungo termine. Conclude Silverstone

Approcci di questo genere possono ridurre il rischio di depressione o disturbi d’ansia nei ragazzi, nonché permettono di identificare precocemente eventuali problematiche e di intervenire, quale genitore non vorrebbe questo per i propri figli?

 

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Laura Pancrazi
Laura Pancrazi

Psicologa clinica. Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.

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