expand_lessAPRI WIDGET

Dialectical Behavior Therapy (DBT) per il trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione, Firenze, 17-19 Aprile 2015 – Report

Si è tenuto a Firenze dal 17 al 19 Aprile 2015 il workshop "Dialectical Behavior Therapy (DBT) per il trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione". I parte

Di Lorena Ferrero

Pubblicato il 29 Apr. 2015

 

Il primo obiettivo della terapia è interrompere il comportamento alimentare problematico, attraverso l’insegnamento delle abilità adattive: mindfulness, regolazione emotiva, tolleranza della sofferenza mentale.

Debra L. Safer. Abbiamo trascorso un giorno e mezzo con la co-autrice, insieme a Eunice Y. Chen e a Christy F. Telch, del libro “Binge eating e bulimia. Trattamento Dialettico-Comportamentale”, che ha  adattato ai pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata (BED) e bulima nervosa (BN) la terapia dialettico-comportamentale (DBT) di Marsha Linehan, sviluppato per la cura del disturbo borderline di personalità.

La DBT è, attualmente il trattamento che presenta la più alta efficacia “evidence based” per il BED e la BN. Le abbuffate e le condotte di eliminazione sono strategie disfunzionali di regolazione emotiva, la gestione delle emozioni dolorose è il focus dell’intervento terapeutico con questi pazienti, che hanno avuto esperienza di ambienti invalidanti e sviluppato una vulnerabilità alle emozioni.

Il trattamento è indicato in setting ambulatoriali e di ricovero, il protocollo DBT modificato, dove è stato tolto il modulo di efficacia interpersonale, è stato applicato dalla Safer e da altri ricercatori escludendo pazienti suicidari, diagnosi di psicosi, dipendenze da sostanze, disturbo borderline di personalità, multiproblematici, dove è più indicato il modello DBT standard.

Prevede la psicoterapia individuale per incrementare la motivazione e incontri settimanali di gruppo per acquisire e consolidare le nuove abilità. Il primo obiettivo della terapia è interrompere il comportamento alimentare problematico, attraverso l’insegnamento delle abilità adattive: mindfulness, regolazione emotiva, tolleranza della sofferenza mentale.

La relatrice ha illustrato i contenuti delle 20 sedute di gruppo soffermandosi sui concetti più significativi, facendo esempi, analizzando insieme delle catene comportamentali e lavorando su delle simulate.

Mi soffermo su alcuni passaggi della Safer che mi hanno colpito:

L’astinenza dialettica, che presuppone una rigorosa richiesta ad abbandonare le condotte disfunzionali e nel contempo è accettazione dei fallimenti dei pazienti;

La mente saggia, che coglie intuitivamente gli obiettivi personali;

Mindful eating, che porta la consapevolezza nell’automatismo del mangiare

Sono state ore intense, ricche di domande del pubblico e coinvolgimento da parte della docente dei presenti.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

Disturbo Borderline di Personalità: la Dialectical Behaviour Therapy – Report dal workshop di Reggio Calabria

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Lorena Ferrero
Lorena Ferrero

Psicologa e Psicoterapeuta

Tutti gli articoli
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel