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Guns & Violence: la violenza contro le donne

Violenza contro le donne: le leggi federali degli USA e il rischio di detenzione di armi tra i partner maltrattanti - Psicologia

Di Valentina Davi

Pubblicato il 23 Feb. 2015

Troppo spesso “l’unica differenza tra una donna maltrattata e una donna morta è la presenza di una pistola”.

Negli USA il Secondo emendamento della Costituzione Americana sancisce dal 1791 il diritto di portare armi: «A well regulated Militia, being necessary to the security of a free State, the right of the people to keep and bear Arms, shall not be infringed.»; se tale diritto potesse essere esteso anche ai singoli cittadini, e non solo a milizie organizzate, è stato a lungo oggetto di dibattito e di diverse interpretazioni da parte delle Corti dei singoli stati. Nel 2008 la Corte Suprema ha posto fine alla questione: il diritto individuale dei cittadini a possedere armi da fuoco è inviolabile, al pari di quello di voto e di libertà di espressione.

È paradossale come tale sentenza sia nata dal ricorso di alcuni cittadini che sostenevano che difendere la propria famiglia nella propria casa fosse un diritto insindacabile: tra il gennaio del 2009 e il giugno del 2014 in più della metà delle uccisioni di massa con armi da fuoco l’assassino ha ucciso proprio il partner o un membro della propria famiglia.

La violenza domestica negli Stati Uniti è un problema strettamente legato alla violenza armata: negli ultimi 25 anni la maggior parte degli omicidi di partner sono stati commessi con una pistola e la probabilità che una persona che commette violenza domestica uccida il proprio partner aumenta di ben 5 volte se possiede un’arma da fuoco.

Poiché il rischio che possedere un’arma da fuoco si intersechi con la violenza domestica è molto elevato, diverse leggi federali e statali hanno cercato di porvi rimedio tentando di togliere le pistole dalle mani dei più pericolosi delinquenti tra le quattro mura. Le leggi più severe proibiscono infatti ai maltrattatori domestici e agli stalker di comprare o possedere un’arma (e qualora ne fossero già in possesso hanno l’obbligo di rinunciarvi) e al momento dell’acquisto richiedono attraverso il National Instant Criminal Background Check System una verifica che il compratore abbia o meno i requisiti per comprarla. Sono leggi che hanno contribuito a salvare la vita di numerose persone, soprattutto donne…dove e quando sono state applicate. Eh già, perché sono talmente tante le scappatoie e le difficoltà di applicazione di tali leggi nei diversi stati che i risultati ottenuti nella lotta alla violenza armata in casa non possono essere considerati assolutamente soddisfacenti!

Innanzitutto la legge federale non fa nulla per tenere le armi fuori dalla portata di fidanzati maltrattanti (nonostante la maggior parte delle donne venga uccisa più da uomini che sta frequentando che non dal proprio marito) né dalle mani di chi si è macchiato di reati minori (misdemeanor ) di stalking. In secondo luogo in 35 stati americani la legge statale non proibisce a chi è stato condannato per reati minori di violenza domestica di possedere un’arma da fuoco e poiché nel caso di un conflitto tra la legge statele e federale i tribunali statali non sono subordinati a quelli federali, l’applicazione della legge federale in questi casi è difficile.

A ciò aggiungiamo che acquistare un’arma negli USA è estremamente semplice: la legge federale richiede il Background Check (una verifica che dura spesso solo 90 secondi) solo per l’acquisto di armi presso rivenditori con licenza federale, ma non richiede tale controllo nella compravendita tra parti private o presso rivenditori senza licenza federale. È quindi sufficiente farsi un giro, per esempio, sul sito www.armslist.com per acquistare una Smith & Wesson: niente di più facile. Non stupisce che 1 su 4 degli acquirenti online a cui sarebbe proibito acquistare un’arma abbia precedenti per violenza domestica.

Infine molti stati non richiedono a chi è stato condannato per violenza domestica di rinunciare alle proprie armi da fuoco o non hanno procedure in grado di garantire che questo vi rinunci. Se si considera che contro le donne maltrattate vengono utilizzati i più disparati oggetti, anche solo per intimidirle o costringerle a fare o lasciarsi fare qualcosa contro la propria volontà, e che le armi da fuoco sono molto più comuni nelle case di donne maltrattate e dei loro partner, non ci si può non preoccupare, visto quanto sono letali (Sorenson & Wiebe, 2004).

Troppo spesso, infatti, “l’unica differenza tra una donna maltrattata e una donna morta è la presenza di una pistola” .

 

Guns and Violence Against Women – LEGGI L’INTERO REPORT

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Valentina Davi
Valentina Davi

Coordinatrice di redazione di State of Mind

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