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L’assertività e gli stili di comportamento – Parte Quarta

Il comportamento aggressivo si realizza quando per raggiungere i propri obiettivi ci si afferma con violenza, minimizzando o disconoscendo il valore altrui.

Di Massimiliano Iacucci

Pubblicato il 28 Nov. 2014

PARTE QUARTA

Lo stile aggressivo: scopi, credenze, fattori di mantenimento e limiti

Il comportamento anassertivo di tipo aggressivo si realizza nel momento in cui la persona per raggiungere i propri obiettivi ed ottenere la propria gratificazione si afferma con violenza, minimizzando, calpestando o disconoscendo il valore altrui. E’ presente la difficoltà nel considerare punti di vista diversi dal proprio ed una percezione di non essere mai in errore. In tale caso i fallimenti vengono attribuiti all’ esterno, quindi alle circostanze o agli altri, compare una svalutazione dell’altro, rigidità, inflessibilità rispetto alle sue posizioni, ed incapacità nel distinguere le opinioni dalla realtà oggettiva.

La risposta che ne determina risulta essere imprevedibile, espressiva, sproporzionata rispetto allo stimolo, inadeguata e causa di sensi di colpa, espressione di ostilità o rancore; tali emozioni si possono realizzare nell’invasione dello spazio vitale altrui, nell’umiliazione o nel disprezzo.

Altre caratteristiche di un individuo che prevalentemente nelle varie situazioni usa rigidamente uno stile aggressivo possono essere così riassunte:

Raramente modifica le sue opinioni,

non accetta di poter sbagliare,

vuole che gli altri si comportino secondo le sue aspettative,

decide per gli altri senza ascoltare il loro parere, non chiede scusa di fronte a comportamenti errati,

non ascolta gli altri mentre parlano,

interrompe frequentemente l’interlocutore,

giudica e critica gli altri,

utilizza strategie colpevolizzanti e inferiorizzanti,

tende ad ipervalutarsi.

Le motivazioni o scopi che sostengono un simile comportamento sono di solito quelli di dominare sugli altri, giudicati inferiori; quello di essere riconosciuto come essere unico e speciale; quello di evitare di essere alla mercè di altri e quello di evitare di apparire vulnerabile.

Le principali convinzioni e credenze che sostengono tale comportamento possono essere “gli altri devono adeguarsi alla mia volontà”, “se sfogo la mia rabbia poi mi sentirò meglio”, “con le maniere dure si ottengono più risultati”, etc.

Anche il comportamento anassertivo aggressivo viene mantenuto da vantaggi a breve e a lungo termine. Uno tra i maggiori vantaggi a breve termine è caratterizzato dal soddisfare i propri bisogni in un breve arco di tempo, la persona può avere la percezione di controllo della situazione, di forza ed apprezzamento all’esterno. Anche nel caso del comportamento aggressivo nel breve termine attraverso tale comportamento viene ridotta l’ansia legata al timore di non riuscire ad ottenere il soddisfacimento ai propri bisogni, dando all’esterno l’immagine di forza. Un ulteriore fattore di mantenimento del comportamento è, infatti, costituito dal rinforzo sociale, dato dalla percezione di apprezzamento perché capaci di ottenere quanto desiderato.

A lungo termine si può verificare un progressivo isolamento sociale oppure i rapporti interpersonali che la persona intrattiene possono essere caratterizzati da inimicizie, rancore, sudditanza psicologica. La persona aggressiva è talmente irritante da provocare negli altri rigetto, reazioni violente oppure sottomissione ed annullamento, con conseguente logoramento ed impoverimento delle relazioni interpersonali, fino al completo isolamento. Il soggetto può, dunque, percepire di non essere accettato, di essere in pericolo oppure di dover lottare contro gli altri per mantenere la propria supremazia.

Al comportamento aggressivo è direttamente riferibile stanchezza e stress poiché tale comportamento implica il costante monitoraggio delle azioni altrui e l’incessante lotta per imporre il proprio valore. Anche in questo caso possono insorgere patologie fisiche e/o di origine psicosomatica (emicranie, ulcere, gastriti, abuso di sostanze tranquillanti, insonnia).

Di solito lo stile educativo a cui le persone che usano prevalentemente uno stile aggressivo sono state sottoposte è stato di tipo punitivo e normativo tendente alla negazione di ogni forma di fragilità e debolezza.

Anche il comportamento aggressivo, come quello passivo, può in alcune circostanze, essere considerato assertivo. Un comportamento aggressivo conviene;

1. Se vengono infrante delle regole (es. è il caso, ad esempio, del genitore che, dopo diversi falliti richiami alla prudenza, alza la voce con il proprio figlio per farsi ubbidire;);

2. Se si ha a che fare con persone ostili o esigenti. ci sono persone a cui è praticamente impossibile far comprendere l’inadeguatezza del loro comportamento; in questi casi è meglio mettere subito in chiaro le cose.

 

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Massimiliano Iacucci
Massimiliano Iacucci

Psicologo della salute, clinico e di comunità. Specializzando in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva di Roma. Counsellor Gestaltico.

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