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Il simposio “Malessere e benessere: perché e come” si è svolto nel primo pomeriggio con la Dr.ssa Mezzaluna nel ruolo di chairwoman e la Dr.ssa Piccioni nel ruolo di Discussant.
Aprono il simposio il Dr. Lorenzini e il Dr. Scarinci, psicoterapeuti didatti SITCC che lavorano sul tema del benessere. Il simposio è sperimentale e ha richiesto la partecipazione attiva ai partecipanti partendo dalla compilazione della Scala di Valutazione del Benessere.
Il Dr. Lorenzini ci racconta che secondo la sua esperienza clinica, scorrendo i suoi pazienti emerge che il 50% ha una diagnosi riconosciuta e conclamata, il 20% ha una diagnosi “tirata per i capelli”, mentre il 30% è “DSM free”, ma insoddisfatto della propria vita. Questi ultimi portano in terapia una richiesta rispetto a un malessere diffuso e poco chiaro su cui però è necessario un intervento; sono quel malesseri che forse tempo fa si risolvevano con le relazioni sociali, e a cui oggi bisogna essere pronti a rispondere.
Il malessere è quello che gli autori chiamano “Tribolazioni”, cioè “modi in cui la gente riesce a darsi sofferenza”. Dall’opinione degli autori, la gente “tribola” in questo senso perché cade in alcune trappole che si auto-infligge. Un esempio di queste situazioni è la trappola della scelta, generata da credenze secondo cui esiste una soluzione perfetta senza difetti che ci porta a essere sempre insoddisfatti; inoltre, le persone non considerano che c’è un cambio di criteri prima e dopo la scelta dato dal fatto che i precedenti bisogni sono ora soddisfatti. Un’ulteriore trappola è data dal fatto di giudicare noi stessi come decisori sulla base del risultato della scelta, che invece può portare a conseguenze dannose ma essere comunque corretta se valutata sulla base dei dati che avevamo a disposizione al momento di scegliere. Come dice Lorenzini, “la schedina si gioca al sabato, non la domenica mattina a risultati ottenuti”.
Per quanto riguarda l’accettazione, altro tema importante valutando il benessere, si sottolinea come
accettare non voglia dire essere felici per una cosa triste, ma significa smettere di investire su un risultato non raggiungibile, anche se questo non vuol dire che le emozioni associate al danno debbano essere positive.
In seguito, il Dr. Scarinci espone la tematica del benessere, come costituita da diversi pilastri:
– Il senso della vita, che possiamo individuare trovando degli scopi/valori, dando loro un punteggio di importanza e pianificando azioni al fine di conseguirli (cosa vuoi, quanto lo vuoi e cosa vuoi fare per perseguirlo)
– La consapevolezza: un esercizio che possiamo fare per aumentare il nostro benessere è incrementare la consapevolezza dell’importanza di quello che abbiamo (come accade con la salute, che non viene considerata finché stiamo bene e di cui si capisce l’importanza solo quando si sta male)
– Relazionalità, che approfondiamo con un esercizio da svolgere in coppia. La relazionalità presuppone apertura e sintonizzazione nei confronti degli altri e gli esercizi che ci fanno svolgere in coppia aumentano questo atteggiamento
– Accettazione, rispetto alla quale viene proposta la metafora dell’autobus di Hayes e colleghi: immaginando di essere un autista che guida il suo autobus verso una meta per lui importante, eventuali passeggeri fastidiosi (come pensieri o emozioni dolorose) possono essere ignorati tenendo in mente la meta del viaggio, per lui così importante. Pensieri fastidiosi e disturbi fisici possono essere allo stesso modo ignorati alla luce della destinazione a cui vogliamo arrivare (non ti curar di loro ma guarda e passa)
– Trascendenza
In chiusura al simposio, la Dr.ssa Paparusso ha presentato i dati della ricerca che ha portato alla validazione della Scala di Valutazione del Benessere, individuando quattro fattori: senso della vita e consapevolezza, relazionalità, accettazione e trascendenza.
È possibile approfondire l’argomento presentato nel simposio, in tutte le sue componenti, nel libro “Dal malessere al benessere. Attraverso e oltre la psicoterapia” di Lorenzini e Scarinci (2013).
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