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Le tre anime del suono. La voce tra mente e corpo – Recensione

Le tre anime del suono: non è frequente soffermarsi sull’importanza della voce umana come strumento di comunicazione e di messa in relazione con l’altro.

Di Gaspare Palmieri

Pubblicato il 27 Gen. 2014

 

 

Le tre anime del suono. La voce tra mente e corpo.

di Stefano Anselmi e Cristina Pietrantonio

(2013) Armando Editore

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Le Tre Anime Del Suono. Le tre anime del suono: non è così frequente soffermarsi a riflettere sull’importanza della voce umana come strumento di comunicazione e di messa in relazione con l’altro. In ambito clinico l’attenzione sulla voce si concentra soprattutto nel caso delle disfunzionalità vocali che si trovano nei disturbi da conversione (la vecchia isteria) o in altre condizioni psicosomatiche.

Tutte le voci però andrebbero ascoltate con più attenzione perché possono rivelare tante informazioni su chi le emette. Questo bel libro, scritto a quattro mani da una cantante e da un regista provenienti dal mondo della musica lirica, presenta in modo esaustivo tanti concetti interessanti sulla voce e sul suo funzionamento.

Viene privilegiata chiaramente l’esperienza del canto, sicuramente il modo di usare la voce più complesso e interessante, che ci accomuna ad alcune specie animali (in particolare gli uccelli). Risulta molto interessante la parte sull’evoluzione vocale che distingue: una voce animale (pulsionale, orientata alla sopravvivenza, che si manifesta nella segnalazione territoriale, nel richiamo sessuale e nella manifestazione del dolore), una voce emotiva (che smuove nello spazio affettivo e di relazione con l’altro) e una voce culturale (che compare con la rappresentazione simbolica e con lo sviluppo del linguaggio verbale).

Anche il modo di cantare e di parlare seguono l’evoluzione della società e gli autori evidenziano come in una dimensione fortemente regolamentata come quella in cui viviamo spesso “la voce si fa incolore, priva di energia, di timbro, di anima. La carenza degli ultimi anni di grandi voci per la lirica ne è la prova. D’altra parte  gli autori sottolineano anche come il cantare è una complessa attività di coordinamento psicomotorio, ove una disposizione aperta e intuitiva di natura prevalentemente inconscia è più importante dello studio della tecnica.

Un abbandono temporaneo delle strutture di controllo dell’Io, che può avere delle ben note ripercussioni sul piano terapeutico e della salute mentale. Imparare a cantare con un bravo insegnate, per il ritmo che si instaura tra docente e discente, può assomigliare più a un percorso psicoterapico che a una lezione di musica.

I riferimenti a tanti studiosi che sono partiti dalla voce per arrivare alla psiche (Alfred Tomatis, Alexander Lowen) rendono quest’opera interessante anche per gli psichiatri e gli psicoterapeuti. La frase più bella del libro è una citazione del cantante Giacomo Lauri-Volpi che diceva “il segreto del canto sta nella gioia di cantare”.

 

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