expand_lessAPRI WIDGET

No – I giorni dell’arcobaleno (2013) di Pablo Larrain – Recensione

No - I giorni dell'arcobaleno ripercorre i 27 giorni di campagna elettorale del referendum che il dittatore cileno Augusto Pinochet indisse nel 1988.

Di Gianluca Frazzoni

Pubblicato il 06 Giu. 2013

 

Recensione

No – I giorni dell’arcobaleno

di Pablo Larrain (2013)

 LEGGI TUTTE LE RECENSIONI DI STATE OF MIND

LEGGI  ANCHE LA RUBRICA CINEMA & PSICOTERAPIA

 

No-i-giorni-dell-arcobaleno - recensione
No – I giorni dell’Arcobaleno (2013). Locandina

“No – I giorni dell’arcobaleno” ripercorre i 27 giorni di campagna elettorale del referendum che il dittatore cileno Augusto Pinochet indisse nel 1988 per ricevere il consenso a prolungare di 8 anni la permanenza al potere.

LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: CINEMA 

Dopo quindici anni di regime autoritario, e spinto dalle crescenti pressioni internazionali – non ultima quella degli Stati Uniti che nel 1973 avevano appoggiato il golpe contro Allende ma dovevano ora confrontarsi con l’immagine sempre più compromessa del Generale – Pinochet credette che attraverso un referendum sulla sua persona sarebbe stato possibile legittimare il controllo assoluto del Paese.

La consultazione popolare si preannunciava fortemente condizionata dalla dittatura, che stabilì due spazi televisivi di quindici minuti ciascuno per il fronte del Sì e per il No; la campagna degli oppositori fu relegata in tarda notte per fare in modo che la maggior parte dei cittadini non potesse seguirla, mentre il voto favorevole a Pinochet si avvaleva non tanto del contesto televisivo ufficialmente concesso quanto di un sistema di informazione che da molti anni non concedeva spazio alcuno alle voci dissidenti.

Come superare la paura che imprigionava il popolo, il dolore dei soprusi subiti che si era progressivamente silenziato trasformandosi in un’avvilita impotenza?

Il Grande Capo - Locandina
Articolo Consigliato: Recensione: Il Grande Capo di Lars von Trier

Come combattere il pensiero dominante avendo a disposizione quindici minuti notturni per soli 27 giorni? Le opposizioni democratiche dapprima idearono una campagna che ricordasse i giorni del golpe, le torture, il dramma dei desaparecidos, la violenza con cui era stata soppressa ogni forma di Stato libero, ma un noto pubblicitario contattato perché fornisse la propria opinione cambiò radicalmente prospettiva.

LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: VIOLENZA

“Il dolore fa paura” era la sua convinzione, e in questo modo nacque la linea politica che avrebbe portato al trionfo del 5 Ottobre; l’allegria, solo l’allegria di un nuovo Cile avrebbe potuto risvegliare le coscienze paralizzate, solo l’immagine di un Paese in cui la libertà non fosse una condizione neutra bensì un valore che spalancava innumerevoli scenari di vita alternativi avrebbe reso possibile il miracolo.

LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: DOLORE

Come simbolo fu scelto l’arcobaleno, ciò che più rappresentava donne e uomini diversi accomunati dal bisogno di immaginare un mondo finalmente colorato.

Il fronte del No si spaccò; passare sotto silenzio le tragedie del passato appariva inaccettabile, costruire spot televisivi che dominati da logiche di marketing mostravano persone felici impegnate a consumare un prodotto, la democrazia, cantando e ballando, sorridendo come nulla fosse accaduto nei quindici anni precedenti, sembrava offendere la memoria delle vittime, la dignità di un popolo violentato da una dittatura feroce.

L’artefice di questa svolta fu accusato di porre il futuro democratico del Cile sullo stesso piano di un qualunque progetto commerciale e di essere asservito alla propria ambizione di gloria; col passare dei giorni tuttavia i contenuti della campagna divennero più chiari e condivisi, iniziò a diffondersi la percezione che la gente comune, le persone del popolo apparentemente così difficili da raggiungere fossero in realtà a portata di messaggio.

LEGGI ANCHE ARTICOLI SI: SOCIETA’ & ANTROPOLOGIA

 

Avvicinandosi al referendum il regime cominciò a temere per il risultato finale, si accorse che la propria campagna elettorale aveva l’aspetto stanco e vecchio di una celebrazione sempre uguale a se stessa e fece ricorso a strategie conosciute, l’intimidazione degli oppositori, le cariche dei militari alle manifestazioni, la delegittimazione dell’avversario attraverso bugie, censure, manipolazioni. Ciò che poi avvenne è storia: il 5 Ottobre 1988 il Cile superò Pinochet. Unica arma, un arcobaleno.

LEGGI:

CINEMA  – SOCIETA’ & ANTROPOLOGIA 

 LEGGI TUTTE LE RECENSIONI DI STATE OF MIND

LEGGI  ANCHE LA RUBRICA CINEMA & PSICOTERAPIA

 

APPROFONDIMENTI:

Si parla di:
Categorie
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel