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Il giocatore di Dostoevskij – I consigli per l’estate di libri e film Nr. 01

Il libro di Dostoevskij è un classico che tratta il tema del gambling e la lettura è consigliata a psicologi, psicoterapeuti, studenti e amanti dei classici

Di Rossana Piron

Pubblicato il 27 Lug. 2015

RUBRICA I CONSIGLI PER L’ESTATE DI LIBRI E FILM – Il giocatore di Dostoevskij (Nr. 01)

TITOLO: Il giocatore
AUTORE: Fedor Dostoevskij
TEMI PSICOLOGICI TRATTATI: gioco d’azzardo patologico
CONSIGLIATO A: adulti amanti dei grandi classici, psicologi e psicoterapeuti che si occupano di gambling, studenti.

Aleksei Ivanovic, protagonista e narratore, nonché giocatore incallito di roulette, è il precettore dei figli di un generale russo, anch’egli sul lastrico. Aleksei è perdutamente innamorato di Polina, alla quale dedicherà tutte le sue puntate di gioco per procurarle ingenti somme di denaro, finalizzate a risollevarla dalle gravi condizioni economiche in cui si trova insieme al generale, suo patrigno. Quest’ultimo è a sua volta innamorato di Mademoiselle Blanche, una giovane e spregiudicata donna francese, interessata non tanto al corteggiamento del generale, quanto alla possibilità che lui possa entrare in possesso dell’eredità della nonna. Sarà proprio la nonna, figura indimenticabile grazie alle descrizioni dell’autore, che con un colpo di scena riuscirà a cambiare le sorti di tutti i personaggi, quando farà capolino al tavolo da gioco per scialacquare l’ambìto patrimonio. Il giocatore è un memorabile classico della letteratura straniera, che regala una fotografia vivida, reale quanto grottesca della Russia perbenista e vanitosa dell’epoca ottocentesca.

I personaggi hanno in comune l’idealizzazione dell’immagine sociale, il bisogno di vantare successi e talenti attraverso la mistificazione della realtà, e trovano nel gioco d’azzardo la possibilità di redimersi da una condizione di mediocrità e fallimenti. Lo stile narrativo rende il libro avvincente, grazie a un susseguirsi di cambi repentini di scena che vanno dalla tragedia al tragicomico, dove l’unica costante è l’imprevedibilità del destino, riposto ciecamente nelle mitizzate virtù della roulette.

Si narra che il libro fu scritto da Dostoevskij in soli ventotto giorni, con l’intento di ricavare il denaro che gli era necessario per ripagare i suoi debiti di gioco. Un grande libro che avvicina alla cultura del gioco e all’atmosfera dei casinò, molto simile per certi aspetti alla nostra realtà contemporanea.

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Rossana Piron
Rossana Piron

Tecnico di Riabilitazione Psichiatrica, Psicologa clinica

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