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Otello e le Aree del Cervello della Gelosia

Gelosia: molto attuale il tema della gelosia e degli agiti aggressivi che si possono compiere accecati dalla “follia d’amore"

Di Irene Giardini

Pubblicato il 09 Mag. 2013

 

Otello e le aree del cervello della gelosia

Oh guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro

Dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre.

Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte,

non ama la donna che lo tradisce:

ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta

e si strugge d’amore”

Iago ad Otello

 

Gelosia: molto attuale il tema della gelosia e degli agiti aggressivi che si possono compiere accecati dalla “follia d’amore”

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"Gelosi tecno-patologici" - Immagine: © 2012 Costanza Prinetti -
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I quotidiani, i telegiornali i fatti di cronaca ci riportano spesso tragedie, episodi violenti e macabri il cui motore apparente è la gelosia, l’estrema gelosia l’ossessione d’amore o di dis-amore.

Dalla semplice scenata di gelosia allo stalking all’ossessione fino all’omicidio passionale in un continuum di follia, in un escalation senza fine.

Il profilo del geloso compulsivo si traccia immaginando un soggetto che vive in una realtà propria, un mondo parallelo costruito interamente su una rete di dubbi sulla possibile infedeltà del partner che pian piano da semplici sospetti si tramutano in un’irremovibile certezza dell’infedeltà anche senza reali e oggettivi motivi e situazioni di cui sospettare nel mondo “reale”.

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La gelosia è un sentimento complesso caratterizzato dalla percezione di una minaccia di perdita che include componenti affettive, comportamentali e cognitive. Tre sono le caratteristiche fondamentali del “geloso patologico”:

Crede che la relazione con l’amato sia l’unica cosa che abbia importanza nella propria vita;

Interpreta male l’innocenza dei comportamenti, dei pensieri e dei sentimenti dell’amato, leggendo tutto in una chiave di continua sospettosità;

Percepisce la potenziale perdita dell’amato come un evento assolutamente catastrofico per la propria vita

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 La frequenza dei fatti di cronaca, l’importanza sul piano sociale ed antropologico dei delitti passionali ha portato il mondo delle neuroscienze a chiedersi se esistono particolari aree cerebrali che si attivano nei gelosi patologici.

 I ricercatori dell’Università di Pisa hanno pubblicato sulla rivista Cns Spectrums i risultati di un loro studio in cui viene identificata una specifica area cerebrale responsabile dei comportamenti tipici dello stalker, e del “geloso patologico”: in particolare evidenziano come il cervello di chi fa della gelosia un’ ossessione sia programmato per assumere atteggiamenti impulsivi e fuori dal controllo razionale.

Sotto la guida di Donatella Marazziti, docente al Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa, i ricercatori hanno condotto uno studio i cui risultati ci evidenziano che le “origini” neuronali della “Sindrome di Otello” si troverebbero nella corteccia frontale ventro-mediale, area del cervello che sovraintende complessi processi cognitivi e affettivi, area per cui passa l’idea della persona amata e la catastrofica idea del suo abbandono.

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Abbiamo elaborato un modello teorico– spiega Donatella Marazziti- basato sull’osservazione clinica dei pazienti affetti da schizofrenia, alcolismo e morbo di Parkinson nei quali sono molto comuni le manifestazioni di gelosia delirante. L’indagine empirica delle basi neurali della gelosia è solo all’inizio e ulteriori studi sono necessari per chiarirne le radici biologiche“.

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Se infatti la gelosia è un sentimento del tutto naturale, il punto è individuare lo squilibrio biochimico che trasforma questo sentimento in un’ossessione pericolosa. Pensare che la relazione con la persona amata sia l’unica cosa importante della propria vita, interpretare erroneamente i comportamenti e i sentimenti del partner e percepire la sua perdita come una totale catastrofe sono ad esempio sintomi che alla fine possono portare a comportamenti aggressivi ed estremi. La speranza– conclude Donatella Marazziti- è che una maggiore conoscenza dei circuiti cerebrali e delle alterazioni biochimiche che sottendono i vari aspetti della gelosia delirante possa aiutare ad arrivare ad un’identificazione precoce dei soggetti potenzialmente a rischio

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La gelosia – ha spiegato Marazziti – ha attirato a lungo sia l’interesse degli psichiatri, sia quello degli psicologi. E’ stata anche nascosta sotto classificazioni più ampie di problemi come la depressione, i disturbi ossessivo-compulsivi o la paranoia. La nostra ricerca dimostra che merita davvero di essere considerata una categoria a se stante – soprattutto nella sua forma estrema in cui provoca comportamenti terribili come lo stalking o porta le persone al suicidio o all’omicidio. Vorremmo essere in grado di comprenderla abbastanza bene per essere capaci di controllare le sue forme più estreme”.

Questo studio potrebbe aprire la strada a future ricerche, così da poter identificare precocemente soggetti a rischio, ma anche trovare una farmacoterapia possibile per il controllo di questi comportamenti impulsivi e drammatici.

È tutta colpa della luna,

quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti

(Otello)

 

 

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