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La mente veloce: definizione di euristiche, bias e stereotipi

Nella presa di decisioni siamo guidati da alcuni meccanismi mentali che velocizzano il processo: euristiche, bias e stereotipi

Di Marina Morgese

Pubblicato il 11 Ott. 2023

Come prendiamo le decisioni

Viviamo immersi in centinaia di stimoli. Le informazioni che l’ambiente ci manda, anche in un breve lasso di tempo, sono troppe e sarebbe impossibile coglierle ed elaborarle tutte. Per prendere decisioni ed elaborare informazioni, la mente può agire in due modi: uno veloce e intuitivo (sistema 1), l’altro lento e metodico (sistema 2).

Nel primo processo ricorriamo alle euristiche, ovvero a delle scorciatoie di pensiero che ci permettono di giungere velocemente a una soluzione e/o a una decisione.

Euristiche

Le euristiche possono essere pensate come strutture cognitive generali su cui gli esseri umani fanno regolarmente affidamento per raggiungere rapidamente una soluzione. 

Le euristiche sono quindi delle scorciatoie mentali, delle strategie che utilizziamo per filtrare e gestire le informazioni, che ci consentono di fare una rapida stima della situazione, fornendoci una conclusione in modo relativamente semplice, sebbene non possano garantire un risultato sempre corretto. 

Le caratteristiche distintive di un’euristica sono tre:

  • si applicano ampiamente ai problemi quotidiani, 
  • producono soluzioni il più delle volte valide, 
  • aiutano a semplificare i compiti mentali altrimenti complicati. 

Esistono vari approcci euristici, tra cui:

  • Euristica della rappresentatività: è applicata quando, a partire dai criteri che caratterizzano un esemplare A (un oggetto, una persona, un fenomeno, ecc), ci permette di definire l’appartenenza di A a una determinata categoria e/o gruppo B. Es: Valerio è una persona precisa, ordinata e ama il silenzio. È un ragazzo introverso ma anche molto gentile con gli altri. Che lavoro fa Valerio? Bibliotecario o organizzatore di eventi? La risposta “bibliotecario” è quella per noi più spontanea, rispondiamo guidati dall’euristica della rappresentatività.
  • Euristica della disponibilità: prendiamo decisioni e/o giudichiamo la realtà in base alla frequenza o alla probabilità con cui un certo evento si verifica intorno a noi. Es: dovendo stimare se il tasso di divorzi oggi è alto, probabilmente faremo riferimento al numero di coppie divorziate che conosciamo.
  • Ancoraggio: emettiamo giudizi sulla base di informazioni certe o ambigue cercando dei punti di riferimento a cui ancorarci. Es: Un amico ci chiede un’opinione in merito al prezzo del suo viaggio in aereo a Barcellona: è costato molto o è stato un affare? Non siamo mai stati a Barcellona ma, essendo stati a Madrid nello stesso periodo dell’anno precedente, possiamo dire al nostro interlocutore se il prezzo del suo biglietto per Barcellona risulta eccessivo o meno. 

Le euristiche però sono soggette a fallimenti, i cosiddetti bias cognitivi. I bias sono dunque delle euristiche inefficaci, che non funzionano nella realtà, dove invece sarebbe stato necessario un giudizio critico e non intuitivo.

Bias

I bias cognitivi sono costrutti fondati al di fuori del giudizio critico, su percezioni errate o deformate; non si generano su dati di realtà, ma si acquisiscono a priori senza critica o giudizio. Sono utilizzati spesso per prendere decisioni in fretta e senza fatica. Si tratta il più delle volte di errori cognitivi che impattano nella vita di tutti i giorni, non solo su decisioni e comportamenti, ma anche sui processi di pensiero. 

Tra i bias più comuni troviamo:

  • Bias di conferma: ci riferiamo alle sole prospettive che alimentano i nostri punti di vista preesistenti, tendiamo quindi a selezionare le sole informazioni che confermano ciò che già sappiamo e/o riteniamo giusto. Esempio: l’oroscopo diceva che oggi sarebbe stata la mia giornata sfortunata e infatti ho perso l’autobus!
  • Bias di gruppo: ci induce a sopravvalutare le capacità ed il valore del nostro gruppo, a considerare i successi del nostro gruppo come risultato della qualità delle persone che lo compongono, mentre si tende ad attribuire i successi di un gruppo estraneo a fattori esterni. Esempio: la vittoria della nostra squadra si deve al nostro duro lavoro. Ma se vince la squadra avversaria allora è merito della fortuna.
  • Bias del presente: le decisioni vengono prese per ottenere una gratificazione immediata, ignorando le possibilità di guadagno a lungo termine. Esempio: ho fame, tra il mangiare un pezzo di cioccolata e della verdura, sceglierò la cioccolata perché mi dà una gratificazione immediata, nonostante la verdura faccia bene alla mia salute.
  • Bias di omissione: la tendenza sistematica a preferire scelte che comportano l’omissione anziché l’azione (anche quando i rischi dell’omissione sono oggettivamente elevati). Esempio: la scelta di non vaccinare e non vaccinarsi.
  • Bias d’azione: l’esatto contrario dei bias di omissione, in quanto le persone tenderebbero ad agire anche quando l’azione è meno vantaggiosa dell’omissione. Esempio: per i portieri c’è più probabilità di parare un goal se restano fermi, eppure molte volte scelgono di buttarsi lateralmente nel tentativo di parare la palla.

Stereotipi

Gli stereotipi sono delle strutture cognitive che ci guidano a livello sociale. Essi contengono le nostre convinzioni e aspettative sulle caratteristiche che i membri di determinati gruppi sociali dovrebbero possedere.

Esempio:

Gli anziani sono persone frustrate scontrose (stereotipo negativo).

Gli anziani sono persone fragili, da aiutare in ogni cosa che fanno (stereotipo positivo).

Gli stereotipi possono essere sia positivi che negativi ma, trattandosi comunque di ipergeneralizzazioni, danno vita a valutazioni imprecise e potenzialmente dannose.

Quale relazione hanno gli stereotipi con euristiche e bias?

Secondo alcuni autori gli stereotipi possono essere visti come una forma di euristica (James, 2017). Le informazioni apprese o colte dal nostro ambiente ci permettono di creare dei modelli che vanno poi a costituire gli stereotipi. Questi modelli, una volta creati, vengono applicati anche ad altre situazioni e pertanto ci permettono di creare delle scorciatoie mentali. In questo modo, essi funzionano come euristiche.

Un’altra teoria distingue bias, euristiche e stereotipi intendendo i primi due come processi di pensiero e i terzi come un costrutto più nozionistico (Collins e Loftus 1975). Ovvero: se bias ed euristiche si riferiscono a “come penso”, gli stereotipi si riferiscono al “cosa penso”. Secondo questo filone, lo stereotipo si basa sulle nozioni conservate nella nostra memoria semantica, nella quale i concetti sono collegati tramite delle associazioni. Anche le associazioni stereotipate (uomini – bravura in matematica) sono immagazzinate nella memoria semantica e vengono attivate automaticamente (Devine, 1989) tramite dei bias cognitivi (Devine e Sharp, 2009). Secondo questa visione gli stereotipi sono dunque contenuti immagazzinati in memoria e richiamati tramite bias.

In entrambi i filoni, tuttavia, vi è un certo grado di accordo sul definire gli stereotipi di natura più qualitativa e sociale, mentre bias ed euristiche sono di natura più cognitiva e processuale. (Bordalo, 2016).

Euristiche, bias e stereotipi si riferiscono comunque agli aspetti cognitivi del nostro modo di interfacciarci con l’ambiente che ci circonda. Sono dei concetti importanti nell’ambito della Social Cognition, ovvero quell’area di ricerca della Psicologia Sociale che studia come le persone pensano a se stesse, agli altri e al mondo sociale, mettendo in luce sia i fattori sociali che possono influenzare giudizi e previsioni, sia gli strumenti cognitivi (come bias, euristiche e stereotipi) che ci consentono di elaborare, interpretare e agire nel nostro ambiente.

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Collins AM, Loftus EF (1975) A spreading-activation theory of semantic processing. Psychol Rev 82(6):407–428
  • Spiniello, G. (2023). Bias ed euristiche: due facce della stessa medaglia?. State of Mind
  • Devine PG (1989) Stereotypes and prejudice: their automatic and controlled components. J Pers Soc Psychol 56(1):5–18
  • Devine PG, Sharp LB (2009) Automaticity and control in stereotyping and prejudice. Handbook of prejudice stereotyping, and discrimination. American Psychological Association
  • Hess, Y. D. & Pickett, C. L. (2023). Social cognition and attitudes. In R. Biswas-Diener & E. Diener (Eds), Noba textbook series: Psychology. Champaign, IL: DEF publishers. Retrieved here.
  • Marinucci, L., Mazzuca, C. & Gangemi, A. Exposing implicit biases and stereotypes in human and artificial intelligence: state of the art and challenges with a focus on gender. AI & Soc 38, 747–761 (2023).
  • Cherry, K. (2022). What Are Heuristics? These mental shortcuts can help people make decisions more efficiently. Verywellmind. Retrieved here.
  • James, L. (2017). “The Impact of Values as Heuristics on Social Cognition”. College of Science and Health Theses and Dissertations. 229.
  • Frimodig, B. (2023). Heuristics: Definition, Examples, And How They Work. Simply Psychology.
  • Bordalo, Pedro, Katherine Coffman, Nicola Gennaioli, and Andrei Shleifer. 2016. Stereotypes.” Quarterly Journal of Economics 131 (4): 1753-1794.
  • Redazione. Bias – Euristiche. State of Mind.
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