Ho compilato il questionario … e ora?
Ezio tira un sospiro di sollievo mentre consegna al terapeuta il test psicodiagnostico appena completato. Ce l’ho fatta! Gli ho raccontato i miei problemi, ho risposto alle sue domande, ho compilato il questionario …
La fase di valutazione psicodiagnostica sembra essere terminata per lui. Il terapeuta ha raccolto dati e informazioni sulla sua storia personale e familiare, sui suoi stati mentali, sulle reazioni fisiche, emotive e comportamentali quotidiane, e sui motivi che lo hanno spinto a cercare una psicoterapia.
E ora che succede? Il terapeuta gli spiega che la fase successiva sarà quella del feedback o restituzione, in cui comunicherà a Ezio i risultati della valutazione e la possibile diagnosi.
Cosa significano questi punteggi? La restituzione
Il terapeuta si presenta alla seduta successiva con un foglio stampato, dove si leggono numeri e strane parole in grassetto. Comincia a spiegare piano i risultati dei test che Ezio ha compilato: non si limita a leggere i punteggi – che tra l’altro per Ezio non hanno alcun senso – ma descrive cosa quei punteggi significano nella sua vita quotidiana. Come Ezio vive alcune situazioni difficili, come si sente, come reagisce, quali sono i suoi punti di forza e quali le sue difficoltà.
Il momento della restituzione può aiutare ad aumentare la propria comprensione su come “funzioniamo” a livello psicologico. Lascia alle persone più informazioni di quelle con cui sono arrivate, o per lo meno informazioni più chiare.
Grazie alla fase del feedback, Ezio potrà andar via da questa seduta con più consapevolezza e chiarezza rispetto alle domande con cui era giunto in psicoterapia. Il terapeuta avvia con lui una vera e propria discussione sulla diagnosi che gli ha indicato: risponde alle sue domande, gli chiede se concorda con la valutazione, ascolta con attenzione alcune obiezioni e perplessità mosse da Ezio e suggerisce alcune letture sul tema.
La formulazione condivisa del caso
Ezio si sente sconfortato: Sono un caso grave, dottore? Il terapeuta stimola Ezio ad andare oltre la diagnosi indicata. Insieme cercano di capire quale significato hanno avuto le sue esperienze di vita, il modo in cui queste esperienze possono aver contribuito alle sue difficoltà attuali e quali fattori mantengono e alimentano tali difficoltà. Si tratta di un processo chiamato in psicoterapia “formulazione condivisa del caso”. Nella formulazione condivisa del caso, il terapeuta aiuta le persone a comprendere le proprie difficoltà identificando significati soggettivi, meccanismi disfunzionali di pensiero, a promuovere la speranza e l’iniziativa per il cambiamento. La formulazione condivisa del caso è un momento in grado di generare diversi tipi di reazione emotiva nelle persone.
Se questa è la verità, allora non mi piace
L’impatto emotivo della comprensione del proprio funzionamento psicologico può provocare angoscia, frustrazione e disimpegno. Il terapeuta, però, discute con Ezio delle possibilità di trattamento in psicoterapia, come intende procedere, chiede quali cambiamenti Ezio si aspetti di vedere e come vorrebbe migliorare la sua vita. Significa che c’è speranza!
La tempesta è passata
Discutere col terapeuta può contribuire a dissipare angosce, dubbi e incertezze. Grazie alla formulazione condivisa del caso, alcune persone possono sentirsi sollevate, più consapevoli dei propri vissuti, possono ottenere risposte, sviluppare alleanza e fiducia verso il terapeuta e capire come possono cambiare le cose, individuando una direzione utile in cui procedere.
Niente bacchetta magica
Quando il terapeuta formula il caso insieme a Ezio, in lui si apre una nuova, cocente consapevolezza: Sarà un duro lavoro… Come sempre, nella mia vita, dovrò impegnarmi per avere risultati. La psicoterapia non fa eccezione.
La psicoterapia è un passo a due. Non basta sedersi, parlare e aspettare che tutto accada da sé: in fondo, il terapeuta non ha la bacchetta magica.
Anzi, sin dal momento della formulazione condivisa del caso, Ezio ha il potere di avere responsabilità e voce in capitolo nel suo percorso di psicoterapia. La sua collaborazione e il suo impegno saranno essenziali. Nei momenti di sconforto, potrà contare sull’empatia e sulla disponibilità del suo terapeuta.