Editoriali
Una riflessione sul lavoro incentrato sul sintomo, cooperazione e self disclosure all’interno della relazione terapeutica, validazione e accoglienza.
Nuove evidenze portano a riconsiderare il naturale processo del dimenticare non più come una imperfezione o un difetto ma come a un fondamentale ingranaggio adattativo.
Giovanni Ruggiero e Sandra Sassaroli rispondono alle recenti dichiarazioni di Recalcati, che attribuisce alla terapia compiti salvifici e poteri risolutori
Report dall’assemblea annuale della Consulta delle Scuole di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale tenutasi il 27 maggio 2019
Sono tre i concetti che dovrebbero guidare un percorso di psicoterapia efficace: la sequenza, cioè l’ordine e il numero di interventi proposti al paziente; la condivisione, che garantisce un consenso informato e un accordo sui temi affrontati; il razionale o la logica, che guida tutte le nostre proposte al paziente.
Perché ostinarsi su un termine pragmatico e operativo come “formulazione condivisa del caso”? La formulazione condivisa del caso non è solo un termine tradizionale da usare distrattamente per abitudine ma fornisce informazioni pratiche sulla concezione cognitiva e comportamentale dell’alleanza terapeutica.