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Il ruolo della memoria nel Disturbo da accumulo

Lo studio ha indagato il ruolo della memoria nelle persone affette da disturbo da accumulo per vedere quali ricordi si associano agli oggetti conservati

Di Gaia Butti

Pubblicato il 08 Lug. 2019

Secondo il DSM 5 la caratteristica essenziale del disturbo da accumulo (Hoarding Disorder) è la persistente difficoltà di gettare via o separarsi dai propri beni, a prescindere dal loro valore reale.

 

Disturbo da accumulo: credenze e conseguenze

Le principali ragioni addotte per giustificare questa difficoltà sono: l’utilità percepita o il valore estetico degli oggetti oppure il forte legame affettivo con i beni. Gli oggetti più comunemente conservati sono giornali, riviste, vecchi vestiti, borse, libri, posta, e documenti, ma potenzialmente qualsiasi oggetto può essere conservato.

Gli individui con disturbo da accumulo conservano di proposito i propri beni e sperimentano un disagio di fronte alla prospettiva di gettarli via; accumulano grandi quantità di oggetti che riempiono ed ingombrano gli spazi vitali al punto che l’uso previsto non è più possibile.

Le persone affette da disturbo da accumulo hanno gravi difficoltà a buttare le cose in loro possesso, di conseguenza le loro stanze diventano così ingombrate nel tempo che gli spazi di vita non sono più utilizzabili.. Avere problemi di hoarding influenza negativamente la vita delle persone, poiché la loro casa risulta inagibile, le condizioni igieniche diventano precarie e si manifestano diversi problemi nelle relazioni affettive e lavorative.

Il disordine domestico può essere pericoloso e rappresenta un rischio per la salute della persona, ad esempio può bloccare le uscite di emergenza, causare inciampi e cadute. Il trattamento principale per tale disturbo risulta essere la terapia cognitivo-comportamentale, il cui scopo sarà quello di capire e modificare i pensieri, le credenze e i comportamenti che sono alla base della difficoltà nel buttare via le cose e dell’accumulo.

Hoarding, trauma e memoria: come le immagini intrusive potrebbero mantenere il disturbo

Lo studio, condotto dall’Università di Bath, pubblicato sul Journal Behavior Therapy, vuole indagare il ruolo della memoria delle persone affette da hoarding e vedere quali sono i ricordi che si associano agli oggetti accumulati.

Da ricerche precedenti si è visto che i traumi spesso accompagnano le storie degli individui con problemi di hoarding.

Il campione era composto da 27 soggetti con disturbo da accumulo e 28 soggetti sani (gruppo di controllo). Ai partecipanti veniva chiesto quali fossero le immagini intrusive che accompagnavano le loro esperienze quotidiane e se queste immagini si palesassero nella loro mente quando scartavano beni di scarso e di basso valore.

Confrontando i due gruppi, quello con hoarding presentava immagini intrusive più frequenti, con una valenza negativa maggiore, che si associavano a maggiori interferenze nella vita quotidiana e a tentativi di evitarle.

I risultati hanno mostrato che i partecipanti con hoarding disorder riportavano esperienze negative di immagini intrusive, rispetto al gruppo di controllo, quando dovevano scartare oggetti di scarso valore soggettivo. Inoltre, il gruppo di controllo ha riportato un maggiore evitamento delle immagini quando si trattava di scartare un oggetto di alto valore.

In futuro sarebbe interessante vedere se sviluppando un’immagine alternativa questa potesse “competere” con quella che causa difficoltà. Lo scopo dell’immagine alternativa è appunto quello di evidenziare le conseguenze positive che si possono ricavare scartando un oggetto.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Stewart, N. A. J., Brewin, C. R., & Gregory, J. D. (2019). The Role of Intrusive Imagery in Hoarding Disorder. Behavior Therapy. doi:10.1016/j.beth.2019.04.005
  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5®). American Psychiatric Pub.
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