La plasticità cerebrale in gravidanza
Il cervello è fluido e plastico, sia nelle sue forme e strutture, sia nei suoi processi e nelle sue connessioni tra diverse aree: è quello che i neuroscienziati chiamano plasticità cerebrale. L’abilità del cervello di adattarsi e di cambiare costantemente facilita l’adattamento durante l’intero corso della vita in funzione delle esperienze.
E questo accade anche in gravidanza. Le neuroscienze iniziano ad occuparsi in modo dettagliato e specifico dei cambiamenti dinamici che accadono al cervello delle madri.
Alcuni scienziati hanno catturato le immagini del funzionamento e della struttura cerebrale di una donna nella transizione verso la gravidanza fino al post-parto e al periodo della maternità per tre anni successivi al parto.
Il cervello in gravidanza: il caso di Liz Chrastil
La storia inizia così: quando Liz Chrastil, neuroscienziata, decide a 38 anni con il marito che è arrivato il momento di metter su famiglia, non si lascia sfuggire l’occasione di studiare in primis sé stessa, un single case study, che anticiperà successive ricerche sul nostro cervello alle prese con la genitorialità. Con il suo gruppo di lavoro, la ricercatrice scansiona il suo cervello per ben 26 volte prima, durante e dopo la gravidanza, offrendo una visione processuale senza precedenti sui potenziali trasformativi della genitorialità.
Secondo questo studio su caso singolo (Pritschet et al., 2024) pubblicato su Nature Neuroscience, nel soggetto (osservato da tre settimane prima del concepimento fino ai due anni successivi al parto) la corteccia si assottiglia in alcune aree e rimane tale per molti mesi; le connessioni tra diverse aree cerebrali si rafforzano durante la gravidanza per poi ritornare a livelli di base dopo il parto. Il cervello di Liz in gravidanza e in maternità è estremamente plastico e malleabile con cambiamenti identificabili di mese in mese.
Ricapitolando, in linea con precedenti studi (Hoekzema et al., 2017) che hanno comparato il funzionamento e la struttura cerebrale prima e dopo la gravidanza, lo studio di Pritschet e colleghi (Pritschet et al., 2024) evidenzia una significativa e duratura riduzione nel volume della materia grigia cerebrale; questo cambiamento permane secondo gli studi, per almeno due anni dalla nascita del figlio. Inoltre, dal single case study durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, si è evidenziato un rafforzamento nell’integrità della materia bianca (cioè, le fibre nervose che fanno da connessione tra diverse aree cerebrali), per poi ritornare nella norma nel post-parto.
L’assottigliamento della corteccia, secondo gli studiosi, non deve essere visto in ottica negativa, poiché potrebbe essere associato ai livelli di coinvolgimento nell’accudimento della prole, ipotizzando la preparazione del cervello verso la sfida imminente dell’accudimento e della genitorialità.
È solo l’inizio di un lavoro di analisi più ampia e specifica che andrà a documentare come gli ormoni possano portare a un intricato e complesso insieme di cambiamenti che vanno a preparare il cervello per essere genitori.
Prospettive future
Un progetto di ricerca più esteso includerà un campione di future madri in stato di gravidanza per approfondire e studiare in modo più esteso e generalizzato i cambiamenti cerebrali materni e i loro correlati cognitivi e comportamentali nel corso del tempo.
La speranza è che questo progetto contribuisca, tra le altre cose, a fare ulteriore chiarezza sui fattori di rischio che possono favorire l’insorgenza dei disturbi psichici perinatali, come ad esempio la depressione post-partum.
Quindi diventare madre influenza moltissimi aspetti della sfera bio-psico-sociale della donna, incluso struttura e funzionamento cerebrale: in tal senso, la maternità si può considerare come uno dei periodi di maggior neuroplasticità della vita adulta.