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Stili genitoriali e disturbi alimentari

Un recente studio ha approfondito la relazione tra la percezione dello stile genitoriale da parte dei figli e la presenza di disturbi alimentari

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 10 Dic. 2024

Stili genitoriali e disturbi alimentari: un legame complesso e controverso

I disturbi alimentari, come ad esempio anoressia e bulimia nervosa sono disturbi psichici che presentano un’eziologia multifattoriale, ovvero una complessità di svariati fattori bio-psico-sociali che concorrono come fattori di rischio per l’esordio e il mantenimento dei sintomi alimentari. 

Tra questi molteplici fattori, in letteratura si ipotizza che anche lo stile genitoriale possa essere correlato all’insorgenza e al mantenimento della psicopatologia alimentare. 

Alcuni studi scientifici hanno evidenziato che, in termini di stile genitoriale, il livello di cura e il livello di iper-protezione e controllo percepito dalla prospettiva del figlio possa essere un fattore di interesse da approfondire e da analizzare in relazione alla presenza di disturbi alimentari (Di Pentima et al., 1998; Furnham A, Adam-Saib, 2001; Monteleone et al., 2020). Ad esempio, uno studio (Monteleone et al., 2020) ha messo in evidenza che la percezione di uno stile genitoriale come controllante e privo di affetto era maggiormente presente in soggetti con disturbi alimentari

D’altro canto,  studi di carattere cross-culturale non confermano questi risultati, e ulteriori ricerche suggeriscono invece che vi potrebbe essere una correlazione tra certi tipi di stile genitoriale e alcuni sottotipi di disturbi alimentari (Di Pentima et al., 1998; Furnham A, Adam-Saib, 2001). 

Quindi, i risultati degli studi scientifici sul legame tra stili genitoriali e disturbi alimentari appaiono nel loro complesso ancora controversi. 

La ricerca di Sahotaa et al. (2024) sui disturbi alimentari e lo stile genitoriale

Un recente studio esplorativo (Sahota et al., 2024) si è posto l’obiettivo di approfondire la correlazione tra la percezione dello stile genitoriale da parte dei figli e la presenza di disturbi alimentari; lo studio ha inoltre introdotto misurazioni di neuroimaging (risonanza magnetica funzionale) allo scopo di capire se determinate percezioni dello stile genitoriale (in particolare, la percezione di uno stile più trascurante, iper-protettivo o controllante da parte dei propri genitori) potesse essere associato a maggiori risposte del sistema dopaminergico a livello cerebrale. 

Cosa c’entra la dopamina a questo punto?

A livello neurobiologico, gli effetti del legame parentale implicano e sono associati anche a processi di neurotrasmissione della dopamina. Ad esempio, alcuni studi evidenziano che, negli umani, un basso livello di cure parentali è associato a un maggiore rilascio di dopamina nei soggetti in condizioni di stress (Pruessner, Champagne, Meaney, Dagher, 2004). Sembrerebbe dunque che le cure genitoriali siano in qualche misura implicate nella trasmissione dopaminergica a livello cerebrale nella prole. 

Anche la scarsa o eccessiva assunzione di cibo è associata a pattern alterati di risposte cerebrali in termini di rilascio e trasmissione di dopamina; i comportamenti tipici dei disturbi alimentari sono quindi in grado di alterare la risposta cerebrale in termini di processamento della ricompensa e salienza di determinati stimoli (Frank et al., 2021).  Quindi i ricercatori ipotizzano che lo stile genitoriale durante l’infanzia possa ulteriormente contribuire a modellare la risposta cerebrale in termini dopaminergici in condizioni di stress e in relazione ai comportamenti alimentari

Nello studio di Sahota et al. (2024) è stato somministrato il Parental Bonding Instrument (un questionario self-report messo a punto per rilevare la percezione degli stili genitoriali dalla prospettiva della prole a partire dai sedici anni in avanti), insieme ad altre misure della sintomatologia ansioso-depressiva, a un campione composto da 41 soggetti adulti “sani” (età media di 26 anni circa) e da 46 soggetti con diagnosi di Disturbo Alimentare (Anoressia Nervosa e Bulimia Nervosa). Inoltre, tutti i soggetti dello studio sono stati sottoposti a scansioni cerebrali attraverso la risonanza magnetica funzionale mentre eseguivano un compito di associazione di stimoli gustativi (compito in grado di attivare la risposta dei circuiti dopaminergici di piacere e ricompensa a livello cerebrale, in particolare nell’area del nucleo accumbens).  

I risultati della ricerca

I risultati hanno anzitutto evidenziato che in entrambi i gruppi (soggetti con e senza disturbo alimentare) uno stile genitoriale percepito come iper-protettivo era correlato a elevati punteggi nelle scale dell’ansia e dell’alienazione interpersonale; inoltre l’iper-protettività genitoriale correlava positivamente anche con elevati livelli di insoddisfazione corporea e impulso alla magrezza nel gruppo di controllo.  

In particolare, analizzando le differenze tra i due gruppi, i soggetti con disturbi alimentari hanno riferito, nel complesso, una percezione di minore cura a livello genitoriale e maggiori livelli di iper-protettività e controllo se confrontati con il gruppo di controllo. 

In termini neurobiologici, è emerso che la risposta dopaminergica cerebrale a livello del nucleo accumbens presenta alcune correlazioni con la percezione dello stile genitoriale.  E in particolare, la percezione di elevate cure materne nei soggetti sani è risultata associata a minori livelli di attivazione del nucleo accumbens destro in risposta a un’inaspettata privazione/omissione di uno stimolo gustativo dolce; questo risultato può indicare una maggiore sensibilità e delusione di fronte alla perdita e alla privazione negli individui cresciuti con la percezione di cure materne affettive e adeguate.

 D’altro canto, nel gruppo dei soggetti con disturbo alimentare, i livelli di attivazione del nucleo accumbens destro, nel momento in cui veniva somministrato uno stimolo inaspettato e dolce, erano inversamente correlati alla percezione di iper-protettività materna: elevati livelli di iperprotettività materna erano associati a minori attivazioni del nucleo accumbens destro quando veniva somministrato uno stimolo gustativo dolce. Gli autori propongono come spiegazione che i  soggetti con disturbi del comportamento alimentare, e in misura maggiore coloro che tra questi hanno la percezione di elevato controllo e iper-protettività materna potrebbero esperire deficit nell’esperienza del piacere in risposta a stimoli dolci. In questo senso, il controllo e l’iper-protettività materna potrebbe essere uno dei fattori che concorre alla modulazione di specifici pattern di risposta cerebrale dopaminergica in relazione al piacere e alla ricompensa, attivati da stimoli gustativi. 

In conclusione, la percezione dello stile e del tipo di cure genitoriali ricevute risulta associata sia ad aspetti di psicopatologia ansiosa che alimentare. È interessante evidenziare che anche nel gruppo dei soggetti sani la percezione di bassi livelli di cura e di elevati livelli di iper-protettività può predisporre gli individui a una maggiore sensibilità e vulnerabilità in termini di insoddisfazione corporea, seppur per l’esordio dei disturbi alimentari probabilmente entrino in gioco molteplici e ulteriori fattori causali. 

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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