Fecondazione eterologa: quale impatto sul benessere familiare
La fecondazione eterologa è una tecnica di procreazione medicalmente assistita in cui uno o entrambi i gameti provengono da un donatore esterno alla coppia. Questa procedura in Italia era vietata, ma nel 2014 la Corte Costituzionale ha fatto decadere il divieto, quindi attualmente possono essere utilizzate tecniche sia omologhe (quindi con i gameti della coppia) che eterologhe (Ministero della Salute).
In Italia, questo tipo di fecondazione è praticato da una decina di anni, un tempo relativamente breve, mentre in altri paesi europei e negli Stati Uniti viene utilizzata da decenni, e questo ha dato modo di svolgere studi sul tema, i quali, come indicato dalla pagina dell’I.R.C.C.S Ospedale San Raffaele ad essa dedicata sembrano indicare che “il benessere infantile e scolastico, l’attaccamento familiare dei bambini e adolescenti nati da fecondazione eterologa è pari a quello dei figli nati da concepimento omologo. In modo analogo, anche il benessere psicologico e l’esperienza genitoriale della coppia risultano, dagli studi, paragonabili a quelli delle famiglie da concepimento spontaneo”.
Gli studi sugli effetti psicologici della fecondazione eterologa
Un articolo pubblicato su Psychology Today riassume due revisioni che hanno raccolto numerosi studi sul tema della fecondazione eterologa e del vissuto psicologico degli individui così concepiti.
Una prima revisione è quella condotta dai ricercatori del King’s College di Londra (Talbot et al., 2024) che ha raccolto cinquanta studi, per un totale di 4666 partecipanti. Ciò che è emerso è che le persone concepite con fecondazione eterologa hanno ottenuto punteggi che indicano maggiore o uguale benessere, autostima e calore nelle relazioni se confrontate con individui concepiti senza un donatore. Negli effetti positivi riscontrati si può ipotizzare un’influenza del contesto in cui il concepimento avviene: nel caso di individui nati tramite fecondazione eterologa, infatti, la gravidanza è cercata volontariamente, i genitori hanno coltivato il desiderio di creare una famiglia che li ha portati ad intraprendere il percorso di procreazione assistita e tutto questo può influenzare positivamente il clima familiare (Talbot et al., 2024).
La revisione di Talbot e collaboratori ha messo in luce anche come l’età in cui veniva comunicato alla persona interessata che era stata concepita grazie ad uno o due donatori era un dato significativo: prima veniva condivisa questa informazione, migliori erano i risvolti psicologici (Talbot, 2024). Trovare il modo e il momento per raccontare tutto ciò può essere difficile, i genitori possono chiedersi a quale età è adeguato farlo, con quali parole spiegarlo, come scegliere termini che lo rendano comprensibile in base all’età; può essere importante quindi offrire supporto alle famiglie non solo nella fase di concepimento ma anche nella narrazione degli eventi al loro bambino/a.
Cosa ne pensano i diretti interessati?
Uno studio condotto dal Centro di Bioetica della Harvard Medical School (Burke et al., 2021) fornisce alcune informazioni su come gli individui concepiti con fecondazione eterologa si sentono a riguardo. Lo studio ha coinvolto 143 persone adulte che hanno partecipato a un sondaggio: dopo aver saputo di essere stati concepiti con fecondazione eterologa, circa l’85% ha riferito un cambiamento nel proprio senso di sé e quasi il 74% ha affermato di pensare spesso o molto spesso alla natura del proprio concepimento. Il 51% del campione ha avuto accesso a informazioni sulla storia medica del donatore, il 35% ha riferito di essere a rischio per patologie presentate dal donatore (es. diabete, demenza, problemi cardiaci) e una percentuale di questi ha apportato di conseguenza dei cambiamenti nel proprio stile di vita (Burke et al., 2021)
Nel campione di Burke e collaboratori (Burke et al., 2021) coloro che hanno appreso la natura del loro concepimento tramite donatore più tardi nella vita hanno spesso avuto maggiori difficoltà riguardo la propria identità e il senso di sé, quindi informare il bambino sulla natura del concepimento in età precoce sembra favorire il benessere psicologico. Inoltre, avere informazioni sulla salute del donatore può essere importante per adottare uno stile di vita volto a ridurre eventuali rischi. Quindi, secondo quanto emerso dallo studio, gli autori, in linea con le raccomandazioni del Comitato Etico dell’American Society for Reproductive Medicine, suggeriscono di informare gradualmente i bambini fin dall’infanzia (Burke et al., 2021; Ethics Committee of the American Society for Reproductive Medicine).
Conclusione
Secondo quanto emerso dagli studi citati, le persone concepite grazie a donatori, sembrano avere outcomes psicologici uguali o più positivi rispetto alle altre persone e la loro salute dal punto di vista psicologico sembra beneficiare del fatto che le informazioni su come sono stati concepiti vengano condivise fin dalla giovane età (Psychology Today).